Ciarrapico: ora farò il barista volante di Roberto Ippolito
Ciarrapico: ora farò il barista volante L'imprenditore ciociaro si confessa: tratto con tre colossi Ciarrapico: ora farò il barista volante FIUGGI DAL NOSTRO INVIATO Anche l'acqua rende allegri. Benché pure l'Unilever, dopo Nestlè e Apollinaris, ora lo talloni per strappargli le adorate bottigliette di minerale, Giuseppe Ciarrapico conserva il buon umore. L'imprenditore ciociaro racconta divertito la trasmissione tv nella quale è stato preso di mira dal comico Piero Chiambretti: «Mi ha fatto tanta pubblicità che mi sarebbe costata un fracco di quattrini. Ha parlato di Ciarrapico degli aerei, Ciarrapico dei giornali. Ma sto' Ciarrapico allora è la fine del mondo!». Spavaldo quanto sereno, il re delle bollicine in realtà è pronto ad abdicare, ma non a lasciare la scena dell'economia. E tantomeno Fiuggi a cui ammette di dovere tanto: «Senza la notorietà di Fiuggi a cui mi sono legato non avrei dato vita al mio piccolo regno delle acque, a questo laghetto». Pieno di riconoscenza per la cittadina (ma di disprezzo per gli attuali amministratori) Ciarrapico si è presentato alla conferenza stampa indetta per presentare il programma di manifestazioni legate alle terme dagli spettacoli di Gigi Proietti e Gino Bramieri ai congressi di migliaia di giovani di Comunione e Liberazione o di medici ospedalieri. Al circolo del golf di Fiuggi, Ciarrapico ha spiegato perché vende le 26 società che producono acqua minerale fra cui Fiuggi, Recoaro e Pejo: «E' un gioco più grande di noi». Solo sui nomi dei candidati è rimasto riservato. Ma è ugualmente trapelato che alla svizzera Nestlè e alla tedesca Apollinaris si è aggiunto il colosso olandese Unilever. Si tratta quindi di tre multinazionali, tutte operanti nell'indù- stria alimentare. Dunque, non ci sono concorrenti italiani. Anche l'Unilever viene rappresentata da una banca internazionale d'affari che si aggiunge alla Worms e alla Banque Bruxelles, le prime a essere ammesse alla trattativa. Contrariamente alla Nestlè, che in Francia tenta di contrastare al gruppo Agnelli la conquista della Perrier, l'Unilever non ha interessi nell'acqua minerale. Ciarrapico quindi venderà, ma dichiara obiettivi molto ambiziosi. Chi vuole le sue preziose bottigliette deve consentirgli una partecipazione anche piccola nella multinazionale riuscita ad aggregare le attività. Deve poi pagare una parte in contanti e soprattutto deve riconoscere a Ciarrapico poteri diretti nella gestione. Ciarrapico garantisce che tratta solo con chi è disponibile a lasciargli un ruolo attivo. Il re delle bollicine parla di affari enormi senza mai trascurare i sostenitori locali che affollano l'incontro con i giornalisti. Sfida il Comune a consentirgli di svolgere sia il servizio gratuito di bus che quello di potatura del verde pubblico che altrimenti costerà 50 milioni. Grazie a una domanda di Giuseppe Bonanni del «Borghese» rispolvera le antiche simpatie per il fascismo: «Sono stato anche azionista del Borghese». Ironizza sul fatto di essere un «nostalgico» ma il pensiero è sempre rivolto al grande amico nella de, il presidente del Consiglio Giulio Andreotti: «Non c'è nessuno più andreottiano di me». Pur avendo un santo in Paradiso, si sente assediato e lamenta che i grandi dell'economia, come Giovanni Agnelli o Carlo De Benedetti, non sarebbero maltrattati altrettanto da partiti e giornali: «Se un'operazione la fanno Agnelli e De Benedetti è lecitissima, se la faccio io è rapina a mano armata». E le qualità imprenditoriali? In questo caso la classe è acqua: Ciarrapico rivendica di essere stato il primo a fiutare l'affare bollicine in Italia. «E' un settore che ho portato io alla ribalta quando calai nel 1981 a Fiuggi». Il re delle bollicine continua a negare che la vendita delle società che producono l'acqua minerale sia imposta dai debiti. Assicura di averne per soli 300 miliardi contro 847 di fatturato: «Auguro altrettanta buona salute ad altri gruppi». La vendita però è una svolta radicale. Cambierà volto i} gruppo Italfin 80, ma non tutte le future tappe sono chiarite. E' stata svelata la decisione di aumentare il capitale da 190 a 250 miliardi delle Terme di Bognanco che controlla il settore acqua minerale. Bognanco cambierà nome e dovrà acquisire il pacchetto di azioni della multinazionale che assumerà il controllo di marchi e stabilimenti italiani. Ciarrapico si dedicherà al piccolo trasporto aereo e alla ristorazione. Primo desiderio: comprare dalla Sme il Bar Aragno, noto come Alemagna, in via del Corso a Roma. Roberto Ippolito Giuseppe Ciarrapico
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