Baker nella città atomica di E. St.

Baker nella città atomica Baker nella città atomica La Russia svela i segreti nucleari ma l'Iran attacca l'uomo di Bush MOSCA. La fine della Guerra Fredda continua a convertire l'impossibile di ieri nel clamoroso possibile dell'oggi: James Baker, il capo della diplomazia dell'ex grande nemico della ex potenza sovietica, si è visto aprire le porte di Celyabinsk-70, una delle dieci città supersegrete sparse sugli Urali in cui si producevano armamenti tra i più avanzati e sofisticati sia in campo nucleare sia in campo convenzionale. «Un giorno stupefacente», è stato il commento di Baker allo straordinario avvenimento. Nell'Istituto di fisica tecnica di Celyabinsk, dove venivano un tempo progettate e messe a punto le testate nucleari puntate sugli Stati Uniti in quarant'anni di «strategia del terrore» fra le massime superpotenze, Baker ha ascoltato scienziati e tecnici «ex nemici» parlare non più di ordigni di morte ma di come convertire gli impianti a fini di pace. Baker ha lanciato un appello agli scienziati: non tradite il vostro Paese, appoggiate le riforme. Ma in Iran c'è nervosismo per la visita di James Baker in Asia Centrale. Il ministro della Giustizia Mohammad Yazdi ha detto che gli Stati Uniti non riusciranno ad allontanare le repubbliche asiatiche della Csi da Teheran. «Più di 70 anni di oppressione comunista non sono riusciti a staccare questi popoli dall'Islam» ha detto Yazdi, aggiungendo che i 50 milioni di persone che vivono nelle sei repubbliche «sono legati ai valori islamici e l'Iran ha il dovere di interessarsi a loro». Già l'altro ieri un giornale iraniano, il Teheran Times, aveva messo in guardia Armenia e Azerbaigian dalle promesse di aiuti degli Stati Uniti, sostenendo che queste non avevavo «alcun fondamento concreto», [e. st.]

Persone citate: Baker, James Baker, Mohammad Yazdi, Yazdi