l'Armata Rossa non ci lottizzerete

L'Armata Rossa: non ci lottizzerete Gli ufficiali avvertono i presidenti dopo la rottura di Minsk. Vendute all'estero 49 unità del Mar Nero L'Armata Rossa: non ci lottizzerete Ribellione in Azerbaigian, 6Migfuggono da Kiev MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'Unione militare, spina dorsale della Comunità di Stati emersi dalla vecchia Urss, è crollata meno di due mesi dopo la sua nascita. L'Ucraina, seguita immediatamente dall'Azerbaigian e dalla Moldavia, ha rifiutato ogni discussione sulle Forze armate unite sotto un unico' comando. E le altre otto repubbliche (Russia, Bielorussia, Armenia e le cinque asiatiche) hanno proseguito da sole i negoziati, nel tentativo di far sopravvivere per almeno due anni un esercito «unificato» ma amputato. Eltsin, ancora una volta attaccato ieri dal suo scomodo vice Rutskoj, ha fatto di tutto per mediare, e per la notte era previsto un faccia a faccia tra lui e il presidente ucraino Kravchuk. Ma gli spazi per un compromesso sono sottili e insidiosi come una lama di rasoio. «Le Forze armate unite possono esistere solo in uno Stato unitario», ha detto Kravchuk al suo arrivo a Minsk, la capitale bielorussa dove si è svolto il ■vertice. Un'Armata unita, secondo il leader ucraino, è «pericolosa per tutti», perché potrebbe mettersi «al di sopra degli Stati» e decretare La «fine della democrazia». Kravchuk.si è presentato così con un pacchetto di proposte alternative: fine dell'esercito unitario, crea- zione delle Forze armate nazionali, e comando unificato solo per le armi atomiche strategiche. Come ciliegina sulla torta, il Presidente ucraino ha ingiun- ' to a tutti i soldati «stranieri» di lasciare la «sua» repubblica entro due mesi. Non sorprende che, con queste premesse, un vertice che doveva durare solo due ore si sia protratto fino a notte. Dopo una quantità di discussioni infruttuose, il presidente del Kazakhstan Nursultan Nazarbaev ha avanzato una proposta di compromesso: ogni repubblica forma il suo esercito impossessandosi delle truppe e delle armi ex-sovietiche sul proprio territorio, contemporaneamente viene firmato un patto di non aggressione tra i membri della Comunità, e intanto chi vuole aderisce alle Forze «unificate» sotto un comando unico, per un periodo di «transizione» di due anrti. Ucraina, Azerbaigian e Moldavia hanno detto di no anche a questa proposta, mentre Bielorussia e Uzbekistan hanno fatto sapere che allo scadere dei due anni si ritireranno dall'Unione militare. Come se non bastasse, la questione della flotta del Mar Nero si è ulteriormente complicata. La Georgia, rappresentata in qualità di osservatore dal proprio ministro della Difesa, ha infatti chiesto la sua fetta di navi. E l'inflessibile Kravchuk ha accusato il maresciallo Evghenij Shaposhnikov, comandante delle Forze armate comunitarie, per aver venduto a non precisati Paesi stranieri 49 tra sommergibili e incrociatori. Shaposhnikov ha ammesso, affermando però di aver ricevuto l'autorizzazione alla vendita già da Gorbaciov, quando l'Urss esisteva ancora. Malgrado le insistenze degli ufficiali dell'esercito, che rappresentati da due capitani hanno chiesto la conservazione di un'Armata unita, l'accordo è stato raggiunto solo su pochi punti secondari: garanzie sociali ai militari, rifornimento dell'Armata, poteri del Consiglio dei presidenti repubblicani e una dichiarazione sulla cooperazione economica che ri: schia di restare lettera morta. Il 20 marzo, questa volta a Kiev, si terrà un nuovo vertice della Comunità. Shaposhnikov, confermato comandante delle Forze «disunite», dovrà proporre i suoi vice. Ma anche se Russia e Ucraina hanno ufficialmente stabilito relazioni diplomatiche, anche se Eltsin ha detto che sarà «l'ultimo» a formare un proprio esercito, le prospettive sembrano nere. «La Russia può soffocare l'Ucraina, ma solo per morire il giorno dopo», ha detto in tono di sfida Kravchuk. Il suo nuovo «alleato» Ayaz Mutalibov, presidente dell'Azerbaigian, è partito all'improvviso da Minsk, infuriato perché il reggimento che difende il Karabakh ha attaccato assieme ai miliziani armeni un villaggio azero. «Manderò una delegazione a vedere cosa suc- cede», ha detto Shaposhnikov, definito «stupito» da un portavoce di Mutalibov. Il fatto che molti ufficiali non accettino la disintegrazione dell'Armata ha trovato del resto espressione nell'atto di un gruppo di piloti basati in Ucraina che, impossessatisi di sei cacciabombardieri «Su-24», sono fuggiti in volo verso la Russia, atterrando all'aeroporto di Smolensk. Su questo malessere dei militari punta il generale Aleksandr Rutskoj, vice di Eltsin e eroe dell'Afghanistan, tornato ieri ad attaccare lancia in resta il suo capo. In un'intervista ad una tv inglese, Rutskoj ha detto che «un governo che non riesce a nutrire il suo popolo, che affama i bambini e costringe i vecchi a frugare nella spazzatura è criminale, e dovrebbe essere portato in tribunale». Criticando le «concessioni» di Eltsin alle altre repubbliche e minacciando di «educarle» tagliando loro le forniture di petrolio, il vicepresidente ha detto che non si dimetterà mai e, ha aggiunto, «non escludo» di diventare presidente della Russia. Zar Boris, sta attento. Fabio Squillante In vendita per pochi rubli i cimeli dell'Imparo perduto: ora tocca alle uniformi della marina ex sovietica Boris Eltsin Leonid Kravchuk