I narcos dietro il traffico di uomini di Gian Antonio Orighi
I narcos dietro il traffico di uomini SPAGNA Dopo la tragedia degli immigrati clandestini raffica d'arresti a Barcellona I narcos dietro il traffico di uomini / marocchini viaggiano sulle navi dell'hashish MADRID NOSTRO SERVIZIO In piena rivoluzione telematica, anche nella malavita è in atto una grande ristrutturazione. E siccome la curva «domanda d'Europa» dei nordafricani del Maghreb è in continua ascesa, la malavita spagnola e marocchina si è adeguata al «mercato»: dal tradizionale traffico di hashish, contrabbandato finora in veloci lance dalle montagne del Rif, i «nuovi negrieri» sono passati ad un business molto più redditizio, quello del traffico della immigrazione clandestina. E' questa la spiegazione delle tre ondate di nordafricani, quasi tutti marocchini, che hanno cercato di sbarcare clandestinamente, negli ultimi otto giorni, sulle coste di Almeria, nell'Est dell'Andalusia. Approdi di massa, più di 400 persone, il più delle quali sono state intercettate dalla Guardia Civil che le ha ri¬ spedite a casa, nel Marocco. Già un dato, finora assolutamente inedito, aveva fatto pensare che l'ultima «invasione» fosse diversa dalle altre. Non tanto per il tragico epilogo - due cadaveri rinvenuti venerdì scorso nei pressi del porto di El Ejido, altri 20 ricercati in mare quanto per il fatto che nella barchetta che aveva trasportato più di 200 marocchini, era stato rinvenuto un carico di 10 chili di hashish, il migliore. Gli inquirenti avevano parlato di un hashish che sarebbe servito per pagare la clandestinità. Ma nel contempo avevano scoperto che tutti ilio arrestati (gli altri 90 di questa ultima ondata sono riusciti a beffare la Guardia Civil) avevano in tasca indirizzi e numeri telefonici di Barcellona. In soli otto giorni sbarcano sul litorale di Almeria, da sempre la rotta dell'hashish dal Marocco all'Europa, quattro centinaia di immigrati clandestini. O su bar¬ chette stipate fino al punto da far morire, per soffocamento, giovedì scorso, almeno 20 persone, o su velocissimi fuoribordo, chiamati «pateras». Dapprima nessuno pensava che dietro questa invasione ci fosse la malavita organizzata. Dopo centinaia di arresti, viene denunciata una «african connection». A 50-60 mila pesetas a testa (circa 600 mila), 200 persone hanno fruttato, l'altro giovedì scorso, 120 milioni di lire ai nuovi negrieri. E la cosa si è saputa (casualmente?) solo dopo un'intervista, giovedì scorso, tra il ministro degli Interni spagnolo ed il suo collega marocchino. In altre parole: si può ipotizzare una nuova figura di immigrante illegale che, forse, è obbligato a trasportare droga. Hashish, adesso. Coca ed eroina, più che probabilmente, nel futuro. E non più dal Sud America, bensì dall'Africa. Gian Antonio Orighi
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