Gli alpini

Gli alpini Gli alpini «Ne morirono in Urss 50 mila» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nei primi mesi del 1943 i sopravvissuti alla campagna di Russia tornarono in Italia chiusi in vagoni merci, in modo che le popolazioni non potessero vedere le condizioni in cui i nostri soldati erano stati ridotti dall'Armata rossa. Finiva così l'epopea dell'Armir, l'armata italiana ih Russia, ma per molti il calvario nella terra dei Soviet era appena agli inizi. Tra caduti e dispersi, gli italiani persero 90.482 uomini. Fino a un anno fa Mosca ha rifiutato ogni aiuto a stabilire il destino degli scomparsi, ma ora la verità viene pian piano a galla, ed è terribile. Cinquantamila di questi sfortunati vennero presi prigionieri. Solo uno su sei sopravvisse e tornò in Italia. «Secondo i nostri calcoli circa cinquantamila italiani dell'Armir finirono prigionieri dei russi - afferma il generale Benito Gavazza, responsabile della Commissione per le onoranze ai caduti di guerra, creata dal presidente Cossiga per cercare e in qualche modo di commemorare i nostri caduti . A questi vanno aggiunti circa undicimila nostri soldati che, presi prigionieri dai tedeschi dopo 1*8 settembre del 1943 nei Balcani e nell'Egeo, vennero catturati dai russi durante la loro avanzata in Europa». Dei 61 mila prigionieri italiani, circa diecimila furono rimpatriati nei primi anni del dopoguerra. Gli altri, oltre 50 mila, trovarono la morte nelle durissime condizioni dei campi di prigionia sovietici. Il generale Gavazza si è incontrato con i responsabili del fondo speciale dell'archivio di Stato russo, che gli hanno consegnato le prime 200 schede riguardanti i prigionieri. Semplicissime, le schede contengono solo i dati essenziali: «Azorello Vincenzo, nato nel 1920 a Comarato, provincia di Agrigento, ivi abitante alla via Squillace, numero 9. Soldato del 53° reggimento di fanteria, divisione Sforzesca. Catturato il 22.12.1942. Prigioniero del campo 185. Rimpatriato». «Entro il Duemila consegneremo alla parte italiana fino a 60 mila schede», ha detto Aleksandr Bystritskij, direttore della Associazione «Memoriali militari», creata da italiani e sovietici (oggi russi) proprio per ritrovare e onorare i caduti di entrambe le parti. Fabio Squillante

Persone citate: Aleksandr Bystritskij, Benito Gavazza, Cossiga, Fabio Squillante

Luoghi citati: Agrigento, Balcani, Europa, Italia, Mosca, Russia, Urss