Cuomo gioca a nascondino

Cuomo gioca a nascondino Sul Vietnam frana Clinton, i democratici devono sperare nel governatore Cuomo gioca a nascondino «Non mi candido, ma forse...» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Più nega, meno gli credono. E forse è proprio per questo che Mario Cuomo continua a ripetere che non sarà mai candidato per le presidenziali del novembre '92 con un'ambiguità sufficiente a perpetuare questo gioco. Mercoledì sera, quando in Italia era già mattina, il governatore ha tenuto un discorso in Massachusetts, a un tiro di fucile dal New Hampshire dove martedì si voterà per le primarie, proprio mentre nuove rivelazioni su Bill Clinton perfezionavano la bollitura di quello che solo due settimane fa era il più forte dei candidati democratici. Stretto d'assalto dai giornalisti, Cuomo ha ripetuto di non essere in corsa, ma poi ha aggiunto con uno dei suoi sofisticati ragionamenti: «Ascoltate, se io avessi l'intenzione di dire: "Garantito, non farò nulla per avere la nomina", voi sareste disposti a dire che credete che non cambierò mai idea?». Intontito da questa spirale logica, un giornalista ha risposto: «Be', no». «Ecco, neppure io», ha detto Cuomo. Le contorsioni dell'«Amleto dell'Hudson» hanno stancato parecchia gente, ma, disperati per l'inconsistenza dei loro attuali candidati, molti democratici sperano in un ripescaggio di Cuomo «in extremis». Per questo, perfino nel New Hampshire dove Cuomo non si è presentato, qualcuno ha assunto l'iniziativa di «iscriverlo» nelle Uste, sperando che un plebiscito popolare, lo induca a rivedere la decisione. Esiste un Comitato nazionale per la Chiamata di Cuomo alla Presidenza, che ha già raccolto 90 mila dollari di fondi. «Chi sono io per scoraggiare questa gente? - dice Cuomo -. Volete che vinca il Premio Arroganza? Possono iscrivere chi vogliono, Cuomo o Pinocchio». E il gioco continua. Non è una partita semplice. Non solo è dal '52 che non viene eletto un presidente che non abbia partecipato alle primarie del New Hampshire, anche se si tratta di un piccolo Stato con poco più di un milione di abitanti. Il problema è che, da più di vent'anni, dalla Convenzione di Chicago, il sistema delle primarie è diventato molto rigido. Alla Convenzione sono i delegati conquistati dai candidati nelle primarie che decidono il nominato su mandato rigido. Chi non partecipa alle primarie ha poche possibilità di essere ripescato. A meno che non si verifichi una circostanza improbabile ma non impossibile: cheì principali candidati decidano di ritirarsi a suo favore. Sarà forse un caso, ma, a questo proposito, suscita una certa curiosità il fatto che Cuomo continui a «imburrare» Paul Tsongas, il candidato in testa ai sondaggi dopo il crollo di Clinton. Cuomo dice sempre che è il suo preferito, che è d'accordo con lui, sapendo benissimo che nessuno, per varie ragioni, lo ritiene un possibile presidente. La sorte di Clinton, intanto, sembra compiuta. Mercoledì sera, il governatore dell'Arkansas ha mostrato ai giornalisti una lettera del lontano '69, in cui ringraziava un certo colonnello per «avergli fatto scampare la leva». Non l'ha fatto per istinto suicida, ma solo perché -come lui stesso ha confessato - era venuto a sapere che la televisione «Abc» l'avrebbe mostrata agli spettatori poche ore dopo. Spe¬ rava disperatamente di parare il colpo, o almeno di attutirlo, visto che, ormai, l'accusa di aver imbrogliato l'esercito per imboscarsi e non partire per il Vietnam lo sta distruggendo. E così Clinton ha cercato di contrattaccare, accusando il Pentagono di tramare contro di lui. Ma il fatto è che l'accusa di imboscamento si è rivelata per lui molto più devastante del previsto, perché nel Sud, dove ha la sua roccaforte, la reazione della gente è stata molto severa. Infatti, nel Sud, l'onore del servire la patria nella leva è ancora più sentito che al Nord. Paolo Passarmi

Luoghi citati: Arkansas, Chicago, Italia, Massachusetts, New Hampshire, Vietnam, Washington