Le Pen batte Mitterrand di Enrico Benedetto

Le Pen batte Mitterrand FRANCIA Sondaggio-choc: nella regione di Parigi il Fronte meglio del ps Le Pen batte Mitterrand Liberation: alle amministrative i socialisti perderanno il 12% in zone-chiave Nella capitale l'ultra-destra al 17%, anche Verdie comunisti verso ilsuccessal PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Le sole battaglie perdute sono quelle in cui si rendono le armi fin dall'inizio». Con queste parole, neanche due mesi fa, Laurent Fabius arringava la platea congressuale ps, timorosa di perdere le Amministrative del 23 marzo. Oggi forse non oserebbe più ripeterle. L'Armada socialista è talmente poco invincibile che ormai pullulano diserzioni, mu^ gugni, visi patibolari e fatalismo. Malgrado Edith Cresson come Marianna - inciti alla riscossa, gli elefanti di rue Solferino attendono una catastrofe annunciata. L'ultimo colpo arriva dal sondaggio che «Liberation» pubblicava ieri in grande evidenza: su quattro regioni chiave (Ile-de-France, Centre, RhòneAlpes, Auvergne), il ps perderebbe globalmente il 12%. Choc ulteriore, nella prima - la capitale e dintorni, 10 milioni d'abitanti il Fronte Nazionale sorpassa Fabius & compagni: 17% contro 16. Jean-Marie Le Pen re a Parigi, si potrebbe titolare. Malgrado i centristi udf-rpr rimangano in testa con il 37% (-4), grande vincitore sembra essere il FN, che rastrella il 16% nel Midi e solo nella tranquilla Alvernia - dove gli immigrati nordafricani sono davvero pochini - scende al 7. La formazione chiave per il dopoAmministrative dovrebbe comunque rivelarsi un'altra: gli ambientalisti. Hanno due movimenti rivali (Generation Ecologie, Les Verts) e tuttavia insieme oltrepasseranno - afferma il test - la barra del 15% in regione parigina. Il loro appoggio diviene fondamentale per qualsiasi giunta giscardiano-gollista. Sarà dunque bianco-verde la formula più agevole nei governi locali. Quasi mai il rosa. Al limite, va meglio il rosso vivo: nei «pools» odierni, il pcf «tiene» anzi migliora. Ha una linea marxista, leader d'antiquariato quali Georges Marchais, ideologie scricchiolanti, eppure recupera ovunque sulle Europee, mantendendosi intorno al 9-10%. E' quasi miracoloso che questa formazione obsoleta succhi forze (un travaso socialista verso il pcf è indubbio) al riformismo mitterrandiano in un'Europa senza più Muri e stelle rosse. Ma ci offre la misura della crisi in cui si dibatte il ps, un partito che oggi la Francia valuta opaco, affarista, crepuscolare. Il Grande Vecchio non basta, e neanche Fabius, il neosegretario ps suo delfino, ha più la bacchetta magica. Vero, il voto amministrativo da sempre penalizza la Gauche. Oggi, per esempio, l'industrializzata Ile-de-France dà a Giscard e Chirac 800 sindaci su 1200. Ma la débàcle prevista va oltre la tradizione. La colpa sta in un ps evanescente, atonico. Ma se ruggisce è ancora peggio. Edith Cresson, il suo infantile volersi battere a ogni costo inanellando gaffes, figuracce, ruvide ironie, ne costituisce la miglior prova. Si può inoltre citare Bernard Tapie, un «esterno» che doveva ferire a morte Le Pen in un suo feudo. Con linguaggio da spogliatoi ha definito «salauds» (mascalzoni) gli elettori lepeni sti. Un disastro. Enrico Benedetto

Luoghi citati: Europa, Francia, Parigi