Forfait dc, muore la commissione Stragi di Giovanni Bianconi

Forfait dc, muore la commissione Stragi Spadolini e lotti volevano chiudere per il 5 marzo, Piazza del Gesù decide l'affossamento subito Forfait dc, muore la commissione Stragi //pds si ribella: ci opporremo ROMA. La de dichiara la morte della commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi e le opposizioni - a parte il msi - insorgono. Che fine farà il lavoro di 4 anni di indagini? Per i democristiani va «congelato» e consegnato così com'è al prossimo Parlamento, senza decisioni, relazioni o rendiconto di sorta. Il pds ribatte che questa sarebbe una decisione iniqua, perché «non è pensabile che il Parlamento taccia, lasciando le cose senza una conclusione». L'annuncio della de è arrivato ieri pomeriggio per bocca del capogruppo Lucio Toth, e la sua dichiarazione appare solo l'inizio di una polemica che sta crescendo anche tra gli stessi parlamentari democristiani. «Il nostro partito - ha detto Toth dopo una giornata densa di colloqui con Forlani ed altri dirigenti de - non può ritenere che vi siano le condizioni per continuare un lavoro che potrà essere ripreso nella prossima legislatura, ma che oggi dev'essere posto al riparo da inquinamenti e inevitabili strumentalizzazioni pre-elettorali». Alla vigilia del voto, dunque, non si dovrà più discutere di Gladio e di Ustica, di «caso Moro» e di «terrorismo di Stato» in Alto Adige. La dichiarazione democristiana è arrivata in risposta alla lettera con cui i presidenti delle due Camere Spadolini e lotti hanno comunicato a Gii altieri il da farsi. Visto lo scioglimento anticipato del Parlamento hanno detto i due presidenti - la commissione potrà concludere i suoi lavori entro il 5 marzo (un mese esatto dalle elezioni) «a condizione che questo obiettivo sia condiviso e ritenuto realizzabile dalla gran parte delle forze politiche rappresentate nella commissione; il che presuppone un largo consenso che deve essere accertato». Poche ore dopo Toth annunciava la defezione dello scudo crociato, togliendo ogni possibilità al «largo consenso» auspicato da Spadolini e lotti. Tutti i precedenti delle commissioni che hanno lavorato a Camere sciolte nelle altre legislature ha spiegato l'esponente democristiano - «vengono oggettivamente ad impedire le conclusioni di un lavoro che dev'essere ulteriormente chiarito e definito. Negli altri casi le commissioni avevano già provveduto alla deliberazione dei princìpi informatori delle relazioni finali. In questo caso, invece, gran parte delle forze politiche hanno comunque espresso valutazioni negative in ordine alla bozza Gualtieri su Gladio, l'unica fino ad ora presentata». E' una dichiarazione, quella di Toth, che ha stupito prima di tutto i commissari democristiani. Dice Nicolò Lipari, membro de della commissione stragi: «Come si fa a dire che non c'è accordo sulla relazione Gualtieri se i commissari ancora non ce l'hanno? E' stata data solo ai membri dell'ufficio di presidenza, io non l'ho potuta leggere. E poi su Ustica ci sono tutte le condizioni per arrivare ad una conclusione sulla quale ci può essere il massimo accordo. Non si può continuare a ragionare secondo logiche di gruppo, il Parlamento è fatto di uomini». Con Lipari è d'accordo l'altro de Granelli, che prima ancora che Toth facesse la sua dichiarazione aveva detto: «Sarebbe un grave errore politico far apparire la de un partito in¬ sabbiatore, proprio ora che con la sentenza della Cassazione sulla strage di Bologna s'è riaperta la questione delle deviazioni dei servizi segreti». E il presidente della commissione, Libero Gualtieri, ha ricordato ieri che «l'ufficio di presidenza aveva già deciso all'unanimità di presentare la relazione su Gladio, Ustica, caso Moro e Alto Adige». Contro l'affossamento della commissione s'è pronunciato il presidente dei senatori comunisti Ugo Pecchioli: «La decisione della de è intollerabile, iniqua e da respingere. La decima legislatura ha il dovere di rendere conto del suo lavoro su questi temi, è una questione di democrazia, non è pensabile che il Parlamento taccia». Immediata la replica di Toth: «Non riceviamo lezioni di democrazia dal pds. Capisco che per loro è un duro colpo non poter crocifiggere impunemente la de sul caso Gladio». Con la de sono schierati i missini, che da tempo chiedono le dimissioni di Gualtieri. Le intenzioni della de dovranno comunque essere comunicate formalmente nella prossima settimana. La riunione della commissione, già fissata per martedì, si annuncia agitata. Giovanni Bianconi

Luoghi citati: Alto Adige, Bologna, Lipari, Roma, Ustica