Abbio si sta bene in Nazionale di Giorgio Viberti

Abbio: si sta bene in Nazionale Basket, l'esordio in a2Zurro a Siena ha galvanizzato il playmaker torinese Abbio: si sta bene in Nazionale «E ora voglio portare la Kappa aiplayoff» «Mentre giocavo con la maglia azzurra, sentivo che mia madre, da qualche parte, mi stava guardando. Sul campo ho cercato di far bene anche per lei, che più di ogni altro avrebbe voluto vedermi in Nazionale». Nel momento più esaltante della sua carrirera, Alessandro Abbio, non ancora 21 enne playguardia della Robe di Kappa, ha come rivisitato in un flash tutto il suo giovane passato, i bottini di 40-50 punti a partita nelle giovanili del Bra, il successivo passaggio aU'Auxilium, il grave infortunio di due anni fa a un ginocchio e, soprattutto, la drammatica scomparsa della mamma gravemente malata. «Potrò sembrare ridicolo - dice poche ore dopo l'esordio con la Nazionale maggiore nell'amichevole di martedì sera a Siena con la Cecoslovacchia ma durante l'inno italiano ho pensato che avrei dedicato il mio esordio azzurro alla mamma». Furono proprio i suoi genitori, in particolare papà Luciano (che era stato una promessa del calcio), a fargli amare 10 sport. A Bra, dove si era trasferito con la famiglia all'età di quattro anni, cominciò come portiere nella squadretta locale, poi tentò con l'atletica, nel salto in alto, infine si affacciò quasi casualmente al basket «perché ero gradirne e d'inverno spesso mi ammalavo a stare fermo per ore tra i pali». Come cestista fu subito una rivelazione e ben presto venne convocato nella Nazionale cadetti, quindi in quella juniores, con la quale ha vinto gli Europei '90 ed è stato secondo ai Mondiali '91. La scorsa settimana, infine, è arrivata la chiamata azzurra del et Gamba per 11 match contro i ceki. «Fino a poche ore prima della partita ero molto agitato - aggiunge Abbio - poi nel riscaldamento mi è passato tutto; Non volevo mettermi in.móstra, ho anche evitato di fare delle schiacciate nelle due file. Gamba mi ha incoraggiato, dicendomi che avrei giocato in regia con Rossini, anche i miei compagni mi sono stati vicini, senza però farmi sentire una recluta. Magnifico mi ha addirittura spronato ad andare a schiacciare, se ne avessi avuto l'occasione. Si sta bene in Nazionale, quasi quasi ci torno» e ride forte. Dopo il primo tempo passato in panchina, Abbio è stato mandato in campo al 4' della ripresa. «Gamba mi ha chiamato - ricorda il play della Kappa - e mi ha detto: Sandro, tocca a te. Cerca di difendere duro e spingi il contropiede. Lì per lì ho cercato di fare le cose più semplici, marcando stretto il mio avversario. Poi con i minuti ho preso fiducia e quel primo canèstro su rimbalzo offensivo mi ha sbloccato: tutto è così diventato facile e me la sono cavata». «Peccato non aver inserito nel contratto con la Robe di Kappa un premio particolare in caso di chiamata in Nazionale scherza àncora Abbio -. Un po' tutti mi hanno fatto i complimenti. Gamba mi ha detto che ho giocato come voleva lui e che forse mi richiamerà». Ora, però, è meglio ripensare ai playoff. «La maglia azzurra dà molta soddisfazione - annuisce Abbio - ma prima viene il campionato. Sono riuscito a giocare in Nazionale come nella Kappa, senza emozioni o condizionamenti. Buon segno». Domenica la Kappa sarà in trasferta a Trieste, contro la Stefanel degli altri giovani azzurri Fucka e Pilutti. «A Siena mi hanno detto degli acciacchi di Cantarello e Meneghin, il che ci potrebbe favorire. Dobbiamo riprenderci a Trieste i punti lasciati domenica al Messaggero. Sono troppo legato a Torino per lasciarmi distrarre dalla Nazionale, e poi devo molto a Danna (l'allenatore della Kappa, ndr): al mio ritorno mi ha abbracciato e mi ha regalato una videocassetta con la registrazione della partita contro la Cecoslovacchia. Devo dire grazie alla Kappa • se~sono entrato "fra gli azzurri, quindi sto già pensali do a come fermare Middleton domenica a Trieste. Per la Na zionale ci sarà tempo». Giorgio Viberti Abbio ha vinto l'oro agli Europei cadetti '90 e l'argento ai Mondiali juniores '91