In carcere la «zia-cocaina»

In carcere la «zia-cocaina» Venaria, per spacciarla si serviva del nipote e di un amico In carcere la «zia-cocaina» Avevano la base in un alloggio delle case Gescal I due corrieri sono minorenni senza precedenti Ha appena 15 anni e da ieri pomeriggio S. G. si trova al carcere minorile con un'accusa pesante: spaccio di hashish e cocaina. Con lui i carabinieri del nucleo operativo di Venaria hanno arrestato un altro minorenne, F. A., 17 anni, e la zia di quest'ultimo, che probabilmente utilizzava i due ragazzi come corrieri per piazzare le dosi di stupefacente sul mercato. Fino a ieri i due minorenni arrestati non avevano mai avuto a che fare con la giustizia. Sono ragazzini con la faccia «da duri» che dimostrano più dei loro anni, cresciuti in fretta nella scuola della strada: prima compagni di giochi nei cortili dei palazzoni senz'anima del quartiere popolare delle case Gescal, poi, ancora insieme, a spacciare droga a tossicomani più grandi di loro. In via Buozzi 13, nella camera da letto del più giovane, i militari del maresciallo Polverino hanno sequestrato ieri mattina 7 etti di hashish e 26 grammi di cocaina. Nella stes- sa strada, al numero 11, abita l'altro minore arrestato, che convive con la zia Paolina Arabia, casalinga incensurata di 39 anni, separata dal marito, anche lei finita in manette. Qui erano nascosti un altro mezzo chilo di hashish, 15 grammi di cocaina e 20 semi di canapa indiana, oltre al necessario per lo spaccio: lattosio per tagliare le dosi, bilancini di precisione e 15 milioni in banconote da 10 mila lire. Da chiarire la provenienza e la proprietà di una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa e 7 proiettili, trovati nella camera da letto del più giovane dei due ragazzi: anche se l'arma è stata rinvenuta nella sua camera, potrebbe appartenere al padre del ragazzino. Alle case Gescal, dove tempo fa un tredicenne era stato accoltellato da un gruppo di coetanei dopo una partita di pallone finendo in gravi condizioni all'ospedale, e dove i furti e le violenze sono all'ordine del giorno, c'è chi si ribella all'etichetta del «quartiere di dispe¬ rati»: «Qui - dicono - abita anche gente onesta». Ma tutti i muri dei palazzi sono imbrattati di scritte oscene, le buche delle lettere e le rampe delle scale sono annerite da piccoli incendi innescati dagli accendini, e i citofoni sono protetti da griglie d'acciaio per evitare che qualcuno prenda a pugni i campanelli. Un ragazzo sui vent'anni scuote il capo: «Di qui spero solo di andarmene via». Giovanna Favro

Persone citate: Giovanna Favro, Paolina Arabia, Polverino

Luoghi citati: Venaria