Tomba fa da segretario a Polig e Martin di Claudio Giacchino

Tomba fa da segretario a Polig e Martin SCI IN FUTA Al Sestriere per gli eroi della combinata olimpica anche gli affettuosi scherzi del bolognese Tomba fa da segretario a Polig e Martin «Bravissimi, ma quelle piste sono davvero così malridotte?» SESTRIERE DAL NOSTRO INVIATO Alle 13, la quiete del Sestriere è profanata dalla piccola folla che si raggruma nel piazzale da cui si diramano le piste. Guida le duecento persone il sindaco, in prima fila c'è la famiglia di Gianfranco Martin, l'eroe di casa grazie alla medaglia d'argento nella combinata. Sta per arrivare in elicottero da Albertville, insieme con l'altro eroe d'Olimpia, Josif Polig. Urlare di un motore, è queUo di una motoslitta dei carabinieri, la cavalca Alberto Tomba. Accorrere di sciatori, la folla si moltiplica in un baleno, gli skilifits girano vuoti. La «Bomba» ce l'ha con le piste olimpiche: «Speriamo che quelle del gigante e dello slalom siano in condizioni migliori di quanto ho visto sinora, sennò le gare non saranno regolari. E' un vero peccato che questa Olimpiade non sia perfetta». Gli domandano delle pessime prove di Pauli Accola, risponde: «Cose che succedono, quando le piste sono preparate tanto male a uno scappa la voglia...» e torna a salmodiare biasimo e timori. Ecco l'elicottero con gli eroi. SPORTINERIA Notizia da Chicago. La Iaaf, federatletica internazionale, contestando i test per la verifica del sesso applicati ai Giochi di Albertville, conclude dopo una riunione dei suoi scienziati che «il miglior metodo per determinare il sesso di un atleta è esaminarne i genitali». L'atletica è lo sport dei record; quello stabilito ieri è imbattibile. Polig veste jeans e giaccone giallo, Martin è un damerino: cravatta, completo blu, loden e Borsalino in tinta. Hanno le medaglie al collo, le mostrano al popolo che adesso conta circa mille anime: evviva, commozione, Martin affoga nell'abbraccio e nelle lacrime felici di papà, mamma, sorelle. Tomba stringe al petto i trionfatori della combinata ma, come Dracula davanti al crocifìsso, arretra spaventato alla vista delle medaglie: «Per carità, via, via, non voglio toccarle, porta male». il sindaco pronuncia il discorso. Silenzio e compunzione mentre Tomba si diverte a picchiettare con un bambolotto di pezza la nuca di Martin: «Dai, ascolta bene». Poi, carica gli eroi sulla motoslitta «Venite a rimpinzarvi» e li porta al suo albergo. Durante il pranzo li subissa di domande sulle piste: «Davvero sono così malridot¬ te?», continua a chiamarli «Poligvalente» e «Martinvolante», risponde per loro alle innumerevoli telefonate: «Sono il segretario della medaglia»d'oro»,. «Prego, le. passo la medaglia d'argento». Alle 14 la «Bomba» piomba sulla pista del Kandahar a lui risevata per gli allenamenti, Polig e Martin assolvono il rito delle interviste. Josif è una raffica di monosillabi e, costruita una frasuccia, la ripete con monotona tranquillità. Il «damerino» Martin, invece, è di vocabolario ricco e forbito. Gli eroi sono uguali sono nell'affermare: «Non sappiamo quanto vale, in moneta, la medaglia. Nella vita i soldi non sono tutto». E, per la verità, anche nell'astuzia con cui deludono i cronisti che, pervicaci, insistono a pungolarli: «Ora, vi sentite uguali a Tomba?» Polig, nel suo gutturale italtedesco, elogia il Campionissi¬ mo: «Lui fa bene a fare la sua vita, quando ci vediamo ride e scherza con me». Martin disquisisce: «Noi siamo emergenti, campioni agii albori, lui è il re, è il Dio Tomba. Era felice del nostro successo: ma sì, ma sì, era sincero. Soltanto adesso io comincio a capire com'è diffìcile comportarsi sempre bene quando hai attorno tanta gente e tanta curiosità». I giornalisti non s'arrendono: «Insomma, gliela avete fatta vedere, alla Bomba, che non solo lui sa vincere». I due «Emergenti» arrischiano un invito: «Beh, forse bisognerebbe riservare più attenzione a tutta la Nazionale». Polig telefona alla fidanzata negli Usa: «Comprami una motocicletta», Martin va a casa, dai genitori. Il padre, idraulico del Comune del Sestriere, s'è trovato un sostituto per domenica quando il figlio correrà in superG: «Stavolta non mi perdo la sua gara». Non la perderà neppure la madre che aveva disertato il giorno di gloria di Gianfranco «perchè la sorella più piccola aveva un compito in classe». Claudio Giacchino Per Polig (da sinistra) e Martin i complimenti di Tomba, che, però non ha voluto toccare le medaglie: «Per carità, potrebbe portarmi male»

Luoghi citati: Chicago, Kandahar, Sestriere, Usa