Morte al posto dì blocco

Morte al posto di blocco Sono stati falciati dalle raffiche di mitra dei banditi mentre conttollavano i documenti Morte al posto di blocco Salerno, ammazzati due carabinieri SALERNO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Lì hanno uccisi a raffiche di mitra sulla piazza principale del paese, sotto gli occhi di decine di testimoni. Così sono morti, ieri sera, nel centro di Faiano, due carabinieri. Una vera esecuzione: l'auto di servizio è stata crivellata dì proiettili. Nella tarda serata, gli uomini della Scientifica, ne hanno recuperati oltre cinquanta. Uccisi al posto di blocco, per aver intercettato l'auto sbagliata. Si chiamavano Fortunato Arena, 23 anni di San Filippo del Mele (in provincia di Messina) e Claudio Pezzuto, 29 anni, di Lecce. Il commando che li ha freddati, tra il fuggi-fuggi della gente, soprattutto ragazzini, a quell'ora riunita sulla piazza della frazione, era composto da due persone. Una sarebbe già stata fermata: è un pregiudicato di Pontecagnano, legato a un clan della camorra. Ritrovato anche il fuoristrada utilizzato dai killer. Difficile, comunque, per adesso, chiarire la matrice del delitto. Un'esecuzione firmata dalla camorra oppure dai trafficanti di droga? A rendere il mistero ancora più fitto, è arrivata, poco prima della mezzanotte, una telefonata all'Ansa di Napoli: «Qui Falange Armata, azione di Faiano di Pontecagnano: modalità e tempi puntualmente rispettati ha detto una voce maschile - tee- nica di esecuzione quasi perfetta. Due soli errori, ma ad uno dei quali, benché gravissimo, abbiamo già potuto rimediare». Un messaggio criptico, che polizia e carabinieri stanno cercando di identificare, per valutarne anche l'attendibilità. Forse se ne saprà qualcosa in più dopo il summit che si terrà stamani in prefettura, a Salerno, per iniziativa del ministro Scotti. Il responsabile del Viminale ha inviato in Campania, una task-force guidata dall'alto commissario per la lotta alla mafia, il prefetto Angelo Fin oc chi aro e dal vice direttore della Dia, De Gennaro. I fatti. Le campane della chie¬ sa di Faiano, un centro agricolo con quattromila abitanti, hanno appena suonato le otto di sera quando i due carabinieri, in servizio alla stazione di Pontecagnano, parcheggiano la Uno blu, a lato della via sulla piazza principale della frazione. Un normale servizio di vigilanza e controllo contro i pirati della strada che in questo piccolo centro a non più di 15 chilometri da Salerno vengono spesso per le loro scorribande sulle strade rìpide dei monti Picentini. E' una serata calda e in piazza Garibaldi si trattengono davanti al bar decine di persone. Dalla strada provinciale proveniente da Pontecagnano appare all'improvviso una «Nissan Patrol» di colore bianco targata Firenze. Mentre Pezzuto rimane alla guida della Fiat Uno, il carabiniere Arena ùltima l'alt con la paletta d'ordinanza. La reazione dei due occupanti la «Patrol» è tranquilla. Arena si avvicina al finestrino del lato guida. Il conducente gli ha passa un tesserino simile a un documento. Ma quando il carabiniere abbassa gli occhi per controllarlo parte una raffica di mitraglietta che lo investe al volto. E' l'inizio di una mattanza. L'assassino apre lo sportello e tenendo il braccio destro dritto davanti a sè con la mitraglietta in pugno, spara verso il carabiniere sull'auto. Il povero Pezzu¬ to si precipita verso una fila di auto parcheggiate venti metri più avanti senza riuscire a estrarre la pistola. Dietro di lui altre raffiche di mitra. Ormai è certo, lo vogliono morto. Viene raggiunto dietro una Fiat Panda e freddato con una sventagliata' alla schiena e alla testa. Poi risale sulla Nissan puntando la mitraglietta sulla gente che fugge e riparte col complice sgommando, verso i monti. Nel giro di pochi minuti sulla piazza arrivano i carabinieri della compagnia di Battipaglia e del gruppoo operativo di Salerno e gh agenti della squadra mobile. La piazza è presto illuminata da potenti riflettori. Alle 20,40, all'ospedale San Leonardo di Salerno arriva sconvolta la giovane moglie di Arena, Angela Lampasone: è incinta di 5 mesi. Suo padre è un sottufficiale dei carabinieri. Fu promosso maresciallo perché in un conflitto a fuoco riuscì ad arrestare un pericoloso camorrista. Le dicono che Fortunato è ancora vivo. Finge di crederci. Da sette mesi. avevano trovato casa a Santa Tecla. Anche Claudio Pezzuto si era sposato da pochi mesi e qualche giorno fa si era trasferito con la moglie Daniela nella nuova abitazione di Bellizi a pochi chilometri dal lavoro. Edoardo Scoiti Quattro gennaio 1991, al Pilastro di Bologna vengono uccisi tre carabinieri

Persone citate: Angela Lampasone, Claudio Pezzuto, De Gennaro, Edoardo Scoiti, Pezzuto