Hoover fa più generoso di Bush

Hoover fu più generoso di Bush Hoover fu più generoso di Bush 1921: appello di Gorkij, egli Usa sfamano Mosca MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'operazione «speranza», lanciata dagli Usa e da altri Paesi occidentali, prosegue a pieno ritmo. I jet carichi di cibo e farmaci sono atterrati ieri in Kirghizistan, Armenia, Azerbaigian e in Ucraina. Ma la tanto propagandata operazione (2500 tonnellate di merci) impallidisce rispetto agli aiuti inviati dalla Cee (150 mila tonnellate), e ancor più rispetto allo sforzo che proprio gli Stati Uniti intrapresero 71 anni fa, per salvare dalla carestia e dalla fame milioni di cittadini nella Russia rivoluzionaria. Nella primavera del 1921, quattro anni dopo la rivoluzione d'ottobre, il flagello della fame si abbattè sulla Repubblica dei Soviet. A causa della politica adottata da Lenin nei confronti dei contadini durante il «comunismo di guerra», la produzione agricola crollò. L'Ucraina e la valle del Volga si trovarono alla fame, cosi come gli abitanti delle grandi città. La mancanza di cibo era tanto grave che a Pietrogrado (oggi Pietroburgo) 100 mila persone morivano ogni mese di stenti. Soprattutto nel Sud del Paese i casi di cannibalismo furono numerosissimi, tanto da divenire oggetto di studi specialistici. Senza un aiuto internazionale, «il governo soccomberà», scrisse Lenin. Aspettarsi aiuto dall'Europa, uscita devastata dalla prima guerra mondiale, era inutile. Nel luglio del '21 lo scrittore Maksim Gorkij lanciò allora un ap- pello a Herbert Hoover, all'epoca segretario per il Commercio del presidente Warren Harding e responsabile del programma americano di aiuti ali Europa post-bellica. Hoover era un ardente anticomunista che, eletto Presidente nel 1928, fu accusato di non agire per alleviare le sofferenze della popolazione Usa durante la depressione. L'opinione pubblica americana, allo- ra come oggi, era inoltre contraria a fornire aiuti a chicchessia. E tuttavia Hoover rispose all'appello di Gorkij, e invece di interrompere, come previsto, il flusso di aiuti all'Europa, lo deviò in direzione della Russia. Gli americani posero una serie di condizioni: prima di tutto la liberazione dei militari Usa presi prigionieri durante la fallimentare spedizione del 1918, poi la libertà di spostamenti all'interno del Paese per gli americani delle squadre di soccorso. Infine il deposito in banche Usa di gran parte dell'oro che i bolscevichi avevano «ereditato» dagli Zar. Lenin resistette, ma fu ben presto costretto a cedere, il primo settembre del 1921 vennero liberati 100 prigionieri americani (Washington credeva fossero solo 20), e tre settimane dopo arrivarono i primi pacchi alimentari. Ad organizzare l'operazione fu il colonnello William Haskell, che raccolse 600 uomini esperti di assistenza. Questi guidavano a loro volta un esercito di russi, il cui lavoro era compensato con i soli pasti quotidiani. Il cibo, inviato per nave e poi per treno, veniva distribuito attraverso 18 mila centri disseminati in tutto l'enorme Paese. «A casa stavamo portando avanti una tassazione senza precedenti, e dovevamo fronteggiare la disoccupazione e tutti gli altri problemi di un Paese smobilitato dopo una guerra. La nostra gente rumoreggiava perché frenassimo le spese», scrisse Hoover. Ma gli aiuti alla Russia proseguirono fino alla primavera del 1922, per un totale di 320 mila tonnellate di cibo, assicurando la sopravvivenza di 18 milioni di persone grazie a una dieta base composta di pane, frumento, grassi e latte condensato. Poco dopo, con l'arrivo del nuovo raccolto, la crisi ebbe termine. «In tutta la storia della sofferenza umana, non so di nessun atto che in termini di grandezza e generosità possa essere paragonato all'aiuto che voi ci avete reso - scrisse Gorkij a Hoover -. Resterà nella storia come un atto unico, gigantesco, meritevole della maggior gloria, e resterà a lungo nella memoria dei milioni di russi che avete salvato dalla morte». La realtà fu diversa. Pochi anni dopo, con l'inizio delle purghe staliniane, la maggior parte di quanti avevano lavorato a fianco degli americani nell'operazione finirono nei campi di concentramento staliniani come spie.