Per Shevardnadze il golpe è alle porte

Per Shevardnadze il golpe è alle porte L'ex ministro conferma i timori americani alla vigilia del vertice di Minsk sulle Forze Armate Per Shevardnadze il golpe è alle porte «Eltsin attento, la destra trama» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La notizia secondo cui l'amministrazione americana aspetterebbe da ima settimana all'altra il rovesciamento di Boris Eltsin è stata accolta a Mosca con scetticismo. Ma gli uomini del Presidente russo don nascondono timori e rischi per il futuro, e un nuovo allarme è stato lanciato ieri da Eduard Shevardnadze, l'ex ministro degli Esteri dell'Urss, che ha paventato il pericolo di un nuovo golpe. Nazionalisti e comunisti stanno sommando le forze, il vice di Eltsin, Aleksandr Rutskoj, sembra essersi messo a capo dell'opposizione conservatrice. E il vertice che i capi della Comunità di Stati ex-sovietici terranno domani a Minsk rischia di finire in nuovo litigio sulla spinosa questione delle Forze armate. «Se non riusciremo a mettere in ordine l'economia, posso dire con assoluta certezza che forze e politici di destra, probabilmente reazionari, appariranno sulla scena al posto degli attuali democratici», ha detto Shevardnadze in un'intervista alla Tv tedesca «Zdf». Il pericolo di un colpo di mano, secondo l'ex ministro, «è ora maggiore di quanto non fosse prima del golpe dell'agosto scorso». Di certo c'è che nelle segrete stanze del potere l'agitazione è grande. «Il 20 aprile si aprirà il Congresso dei deputati russi, ma è molto difficile che venga discussa la possibilità di sostituire Eltsin», ci ha detto un funzionario vicino al Presidente, «la sua popolarità è ancora grande, ma non si può escludere la minaccia militare». Vitalij Shlykov, ex dirigente dello spionaggio militare e ora consigliere di Eltsin, ci ha detto che il leader russo «ha il controllo del comando supremo delle Forze annate», ma ha aggiunto che «se Eltsin avrà difficoltà, sorgeranno dal basso, dallo strato di ufficiali medi, tanto più che il Comando generale non controlla più l'esercito». L'Armata si è infatti essa stessa trasformata in un campo di battaglia. I ministri della Difesa delle repubbliche, riunitisi a Minsk per preparare il vertice di domani, non sono riusciti a trovare alcun accordo sulla divisione delle armi convenzionali. Ucraina e Bielorussia si sono rifiutate di firmare le bozze dei documenti, e secondo Shlykov «è molto difficile che a Minsk si arrivi a soluzioni concrete». In gioco c'è il destino stesso della Comunità di Stati Indipendenti sorta dalle macerie dell'Urss: «La questione delle Forze armate è la pietra angolare della fragile Comunità, e se non riusciremo a risolverla, l'ulteriore esistenza della Csi è assai problematica», ha detto il premier bielorusso Kebich. Nell'eventualità di un crollo della neonata Comunità, la dirigenza russa sta prendendo le sue misure preventive. Cinque giorni fa il Collegio del Coman- do supremo delle Forze armate comunitarie ha raccomandato a Eltsin di creare immediatamente un esercito e un ministero della Difesa russi e il Presidente dovrebbe firmare un decreto in questo senso già all'indomani dell'incontro di Minsk. I candidati per il posto di ministro sono l'attuale comandante delle Forze armate comunitarie, maresciallo Evghenij Shaposhnikov, il consigliere di Eltsin Konstantin Kobets (che ha già messo a punto dei progetti di legge «sulla dottrina militare» e «sulle Forze armate russe»), e il capo del Comitato russo per la difesa, generale Pavel Graciov. Quest ultimo, che secondo Shlykov ha le maggiori possibilità di vittoria, durante il golpe d'agosto si schierò a difesa di Eltsin, in qualità di capo delle forze paracadutate. Ma il vero spauracchio dei democratici è il vice Presidente Rutskoj, che intervenendo al Congresso delle «forze patriottiche», la settimana scorsa, ha duramente criticato il governo di Eltsin, chiedendo l'introduzione di uno «stato d'emergenza economico» e un freno alla riforma. Rutskoj, eroe della guerra in Afghanistan, «è molto popolare nell'esercito» e, ci ha detto Shlykov, «ogni ufficiale sa che se domani dovesse accadere qualcosa a Eltsin, Rutskoj potrebbe diventare il Comandante in capo delle Forze armate». L'opposizione nazional-comunista, che lo appoggia, non ha oggi grande seguito, ma la Russia ha appena iniziato la riforma e l'uscita dal tunnel è ancora lontana. Secondo uno studio dell'Istituto finanziario internazionale, nel corso dell'anno la situazione economica peggiorerà. «Una volta lanciata la privatizzazione delle imprese, dovremo affrontare disoccupazione e calo della produzione in un momento in cui i prezzi saranno ancora altissimi - ci ha detto Vladimir Zhenin, capo della commissione prezzi del Parlamento russo -. Questo cumulo di fattori negativi ci cadrà addosso più o meno l'inverno prossimo». E' allora che secondo gli esperti russi si raggiungerà il momento di massimo rischio politico e sociale, un momento che la destra attende di cogliere, [f. s.] asSI^ I