Parma, il calcio contro lo stress
Parma, il calcio contro lo stress Gli emiliani, che ospitano il Genoa, hanno un segreto per il loro miracolo Parma, il calcio contro lo stress Placate le intemperanze dei tifosi E il merito è anche di Nevio Scala PARMA DAL NOSTRO INVIATO Basteranno le alchimie tattiche dell'esperto professor Bagnoli contro la nuova filosofia calcistica del neo dottore Scala? Il calcio collaudato di Genova contro la provincia emergente anche se Parma non è semplice provincia? Anzi in questo momento si sente già campione d'Italia perché sta vincendo in anticipo uno scudetto, «quello della sportività», come sottolinea il suo presidente, Pedraneschi, fiero del quarto posto in classifica e della vittoria sul Napoli, ma soprattutto dell'ennesima prova di civiltà data dai tifosi, nonostante le tensioni della settimana a causa dei «ricordi» della scorsa stagione. Proprio Pedraneschi con l'inseparabile ds Pastorello si era battuto per calmare gli animi degli «ultras» vincendo in pieno su tutti i fronti. Così il miracolo Parma continua ed ora Scala vorrebbe allargare il discorso anche alla Coppa Italia. A spese del Genoa, è ovvio. In una città dove anche gli stranieri si sentono come a casa loro per cui il portiere-libero Taffarel non soffre di «saudade», il fenomeno calcio si è radicato senza però quelle passioni che contraddistinguono l'altro loggione, quello della lirica. Stranamente è più raffinato lo sport che il bel canto nel senso che fi¬ nito lo spettacolo calcistico le tensioni si allentano, sfumano quasi con le ombre della sera. Arrigo Sacchi ricorda ancora con nostalgia i pomeriggi al Tardini, quando la gente indugiava, restava a chiacchierare sugli spalti per assaporare ancora l'atmosfera appena trascorsa. Da cosa dipende tutto questo? Forse dal fatto che Parma ha quasi sempre vissuto di calcio «semipro» per cui ora il grande palcoscenico sembra quasi un sogno? Certo, le mitiche lacrime del ragionier Aglietti fanno parte del passato; ora c'è la concretezza di una società sana, con uno sponsor-padrone come Tanzi, nonché la sicurezza data da un tecnico come Scala. Giorgio Orlandini, direttore dell'Unione industriali, sportivo di vecchia data, è stato imo dei rifondatori del calcio a Parma. Dall'alto della sua esperienza, Orlandini spiega il fenomeno Parma con tre elementi fondamentali pur ammettendo di essere stato scettico sulle possibilità della squadra, sia dopo la promozione che al secondo anno di A. Ora, con gran gioia, ammette di essersi sbagliato e che xtsoltanto due società, il Napoli nell'andata e il Milan a San Siro, hanno registrato una certa superiorità sui gialloblù». Dunque, i tre punti. «Innanzitutto - dice Orlandini - Scala, allenatore la cui filosofia ha dato ima sterzata ad una mentalità oramai logora. Troppi giocano per non perdere; lui pensa a vincere badando a non perdere. Ha creato una cultura calcistica che è stata assimilata dai giocatori, una mentalità che fa risultato. In secondo luogo l'ambiente esterno, sereno, civile senza quelle tensioni che infiammano altrove. Pensate che nell'anno della promozione il Parma incappò in un'autentica serie nera: fece 2 punti in 7 partite. Ebbene, Scala potè continuare serenamente, la società non ebbe alcun dubbio nei suoi confronti, la tifoseria lasciò lavorare tutti, tecnici e dirigenti. Cosa sarebbe successo in altre città, moti di piazza?». «Infine - conclude - la tranquillità e la serenità della società gestita con mano sicura da Pedraneschi. C'è correttezza nei rapporti e i giocatori vengono coccolati ma nel modo giusto, con equilibrio». Sentiamo un'altra voce, quel¬ la di Baldassarre Molossi, direttore della Gazzetta di Parma, il più antico fra i quotidiani italiani, autentica scuola di giornalismo. Molossi è obiettivo come il suo giornale: «Bologna e l'Emilia insegnano - dice - come assorbire con lo stesso equilibrio successi e sconfitte. A Parma i tifosi vanno allo stadio per vedere bel calcio così come gli appassionati della lirica vanno al Regio per il bel canto. E se ci sono stupidi soggetti vanno emarginati come è successo domenica, quando è stato tolto tempestivamente uno striscione razzista. Ha ragione Aldo Curti, ex direttore del nostro giornale, quando afferma che il Parma è sempre di moda perché gioca, diverte e fa risultato. E poi la squadra dà l'esempio: poche ammonizioni, le uniche espulsioni per motivi tecnici al punto che il Parma è primo nella coppa disciplina». Giorgio Gandotfì Il presidente «abbiamo già vinto lo scudetto della sportività» Nevio Scala ha trovato a Parma l'ambiente ideale per divulgare la sua filosofia calcistica
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