E Peruzzi prende il posto di Tacconi

E Peruzzi prende il posto di Tacconi Nella Juve contro i nerazzurri assente Schillaci oltre agli squalificati Kohler e Julio Cesar E Peruzzi prende il posto di Tacconi Trap: è solo una prova TORINO. Angelo Peruzzi torna a volare, dopo sedici mesi d'attesa, stasera nell'andata di Coppa Italia con l'Inter, in una Juventus rivoluzionata, priva degli squalificati Julio Cesar e Kohler e di Totò Schillaci, dolorante alla schiena, che andrà precauzionalmente in panchina ma sarà in campo con l'Atalanta. Così ha deciso, a sorpresa, Trapattoni per vedere l'erede di Tacconi impegnato in una sfida importante. «Non è una svolta per Tacconi, che sarà al suo posto domenica in campionato, ma nel calcio si va sempre avanti, i cicli si aprono e si chiudono, ed io ho il dovere di tenere vivo Peruzzi per capire cosa vale in prospettiva o a tempi brevi: non voglio che ammuffisca in panchina, anche se ha già disputato le amichevoli di Livorno e di Palermo, né penso ad un "balletto" di portieri come fece Sacchi nel Milan», chiarisce l'allenatore. E Tacconi prende atto, evitando polemiche, anche se fiuta il vento contrario: «Io arrabbiato? No, perché dovrei esserlo? Hanno deciso così e, se sta bene a loro, sta bene anche a me». Per il quasi trentacinquenne Tacconi è un segnale anche se il portiere titolare non s'arrende e, di recente, ha ricordato che il suo contratto scade nel '93 e lascerà la Juventus «solo se mi cacceranno». Per Peruzzi, che festeggerà 22 primavere dome- nica prossima, è un regalo di compleanno anticipato. «Per scaramanzia è meglio star zitti», taglia corto Peruzzi alla sua prima gara ufficiale dopo la lunga squalifica per doping. Anche se sembra refrattario all'emozione, proverà di sicuro un brivido. Stesso stadio, il Delle Alpi, e maglia diversa, quella bianconera. Risale al 7 ottobre '90 la sua ultima partita nella Roma, sconfitta 1-0 dal Torino in campionato. Quella volta, prima di essere trafitto da Romano, compì una serie di parate spettacolari dimostrando qualità fisiche eccezionali. Allenamenti e panchina da soli non possono bastare a restituirgli l'identità: la forma la si acquista in partita, con la giusta tensione agonistica. E l'Inter sarà un esame vero per questo estremo difensore che, all'avvocato Gianni Agnelli, ricorda Sentimenti IV. Sarà un esame autentico anche per altri «ricambi», come Luppi, Conte, Corini e Di Canio. Marocchi, che sarà promosso capitano e verrà impiegato, in partenza, terzino fluidificante, passerà poi a centrocampo quando De Agostini farà staffetta con Galia. Baggio agirà ora in rifinitura ora seconda punta. Tra le curiosità più interessanti, c'è quella di Reuter libero con Carcera stopper. Non è un esperimento in quanto il tedesco ha giocato due anni alle spalle della retroguardia nel Norimberga, occupando saltuariamente questo ruolo (che gradisce di più) anche nel Bayern Monaco e in Nazionale, ma è una mossa, dettata da necessità contigenti, che potrebbe avere un futuro. «Non tutto il male vien per nuocere», dice Trapattoni, convinto che sarà una Juventus competitiva malgrado la difesa e il centrocampo inediti. E' curioso di vederla all'opera contro un'Inter già battuta in campionato, quando giocava «a zona» con Orrico, e che adesso ha ritrovato, con Suarez, schemi simili a quella da lui allenata per cinque stagioni: «La Coppa Italia fa gola al presidente Pellegrini che sogna un doppio derby in semifinale con il Milan, ma se i nerazzurri sanno reagire rabbiosamente nei momenti diffìcili noi abbiamo elementi che vogliono dimostrare di essere da Juve». Brano Bernardi Dopo tanta panchina Angelo Peruzzi (a sinistra) prende il posto di Tacconi

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