Patti di sindacato a rischio di Valeria Sacchi

Patti di sindacato a rischio Patti di sindacato a rischio Rossi: «A questo punto sono tutti nulli» PATTI di sindacato nella tempesta. La nuova legge sull'Opa contiene un articolo, il 10, che rischia di far saltare per aria tutto quel sistema di alleanze che, attraverso accordi tra partner, garantisce la stabilità nel controllo di molti gruppi quotati in Borsa. Ambroveneto e Pirelli, Mediobanca e Olivetti, Gemina e Falck, se l'interpretazione restrittiva della legge verrà confermata, potrebbero avere dei problemi nel caso che uno dei soci del sindacato decidesse di uscire. Abbiamo citato questi nomi, ma la lista è certamente più lunga. Nella nuova legge, l'articolo che riguarda l'Opa obbligatoria cita più volte i «sindacati di voto», e prevede l'obbligatorietà dell'Opa anche nel caso in cui si muovano quote che, facendo parte di sindacati, consentano il controllo di una società. La norma non è precisissima, secondo alcuni si presta a interpretazioni diverse. E contiene già un paragrafo che rinvia la palla al presidente della Consob: in caso di dubbio sarà lui a decidere quale debba essere l'ammontare della «partecipazione rilevante» ai fini del¬ l'Opa. Una grana già pronta per il neopresidente Enzo Borlanda. In senso teorico, nulla accadrà nelle varie società quotate e controllate da un sindacato se nessuno dei pacchi sindacati passerà di mano. Ma tutto potrebbe succedere se uno dei membri del gruppo di controllo decidesse di smobilizzare. In tal caso, infatti, i soci che rilevassero la quota venduta dovrebbero, automaticamente, assoggettarsi all'obbligo di lanciare una «offerta pubblica di acquisto». Il primo a sollevare la questione è stato, dieci giorni fa, Isidoro Albertini in un intervento sul «Sole 24 Ore». Da allora, giuristi ed esperti sono al lavoro. Le risposte non sono ancora chiare, le interpretazioni restano finora abbastanza prudenti. Ma è certo che la bella serenità che finora aveva consentito di assicurare la guida stabile di società quotate attraverso accordi con partner di provata fiducia, sta per essere incrinata. Molti avversari già immaginano con sottile piacere il tramonto dei «salotti buoni». Prendiamo l'esempio del- l'Ambroveneto dove, secondo voci ricorrenti, il Crédit Agricole sarebbe interessato ad acquistare più peso. Con la nuova legge, l'acquisto di quote sindacate potrebbe far scattare per l'istituto francese l'obbligo di lanciare l'Opa. In questo caso, il Credit rischierebbe di accrescere la propria influenza ad un livello imbarazzante per gli altri grandi azionisti. Certamente non gradito a Giovanni Bazoli. Insomma la questione non è semplice. Dice Guido Rossi «Molti non si sono ancora accorti che, con le Sim, l'Opa e l'antitrust, si sono introdotte norme che, a distanza di quattro, cinque anni, porteranno dei grandi ribaltamenti». Ma Rossi ha in serbo un'altra sorpresa: nel prossimo nu¬ mero della «Rivista delle Società» (nel cui comitato di direzione ci sono, tra molti altri, Bruno Visentini e Ariberto Mignoli) sosterrà la tesi della probabile nullità «dei patti di sindacato, sia quelli di voto che quelli di blocco, nel caso di società quotate». Su che base si fonda questa convinzione? Spiega il senatore indipendente delle file pds (che non si ricandiderà), da sempre grande fan delle public company: «Il principio che viene normalmente invocato è quello dell'ordine pubblico. Questo non sussiste per le società non quotate, ma certamente esiste per quelle quotate in Borsa poiché esse fanno ricoreo al pubblico risparmio. Nel ricoreo al pubblico risparmio, il principio da salvaguar¬ dare è quello della parità di trattamento dei risparmiatori. Il principio dell'ordine pubblico deve garantire assoluta uguaglianza, ma questa non c'è se esistono azionisti diversi dagli altri, appunto quelli che fanno parte del patto». E l'Opa? «Un motivo in più. Come è possibile ammettere l'esistenza di patti, quando si promulgano leggi in cui l'Opa sia obbligatoria? I patti presuppongono l'esistenza di azionisti vincolati, i quali non sono Uberi di vendere. Allora cade il principio dell'Opa obbligatoria. I casi sono due: o i patti sono nulli, o l'Opa obbligatoria non può essere applicata: ma tra legge e patti privati, è sempre la legge a prevalere». Valeria Sacchi «Con l'obbligo dell'offerta inammissibili i vincoli di blocco»

Persone citate: Ariberto Mignoli, Borsa, Bruno Visentini, Enzo Borlanda, Giovanni Bazoli, Guido Rossi, Isidoro Albertini, Olivetti