La dc vuol spegnere il sesso in tv di Guido Tiberga

Sei milioni al mese al barista della Camera Sprechi di Stato, un dossier di Costa Sei milioni al mese al barista della Camera Un autista d'ambasciata in Africa guadagna più del presidente locale ROMA. «Ci sono i furbi e ci sono i fessi. I primi arricchiscono, i secondi pagano». Raffaele Costa non demorde: la sua battaglia contro gli sprechi di Stato, alla vigilia della campagna elettorale, si fa più dura. Questa volta nel mirino del deputato liberale ci sono i dipendenti delle Camere e dei ministeri. «Molti hanno privilegi incredibili scrive sul Duemila, la rivista che è diventata la bandiera della sua lotta politica -. Sono loro i furbi: le "volpi" di questa Repubblica». A tre mesi dalla «bomba» degli statali fotografati nei bar e nei mercati, il quindicinale di Costa torna ad essere un'esplosione di accuse. «Alla Corte di Cassazione - attacca il numero in edicola da oggi - le sezioni sono 10, ma i presidenti di sezione sono 108. Tutti regolarmente a libro paga...». In 98 pagine le rivelazioni sono centinaia: «Alla Camera ci sono capi officina con stipendi da 6 milioni. Un autista del Parlamento guadagna 60 milioni all'anno. Un capo barista 5 milioni e 800 mila lire al mese, per quindici mensilità. Tra Montecitorio e Palazzo Madama sono almeno cento i funzionari che prendono più di 10 milioni netti al mese, almeno 15 arrivano a 200 milioni l'anno...» Esaurito il capitolo degli stipendi d'oro, il Duemila si lancia sui privilegi e sui benefit. Anche qui la caccia è ricchissima: «Le auto dei giudici della Consulta dispongono per legge di una serie di accessori: filtro, candele, acqua distillata, lampadine di scorta, spugne, piumino e pelle di daino. Tutto gratis, anche per i magistrati in pensione». Ce n'è per tutti, ma in diplomazia si rasenta il paradosso. Un cittadino italiano - racconta la rivista -, vive da sempre in un Paese dell'Africa. Un giorno è assunto dalla nostra ambasciata come autista. Lo stipendio? 4500 dollari al mese (circa 5 milioni e mezzo), esattamente come il presidente del Parlamento locale. E dal 1° gennaio di quest'anno sonò pure scattati gli aumenti: ora l'autista guadagna come il Presidente della Repubblica. Denaro a fiumi, ma non a pioggia. Anche all'interno delle stesse strutture, infatti, ci sono figli e figliastri. Restiamo alla Farnesina: i dipendenti della rappresentanza italiana presso la Fao, oltre allo stipendio, percepiscono una cifra integrativa (dal milione e mezzo ai 3 milioni mensili) classificata come «indennità di lavoro all'estero». Niente di strano, salvo l'indirizzo dell'ambasciata «fuori confine»: via Margana 19, nel pieno centro di Roma. Stessa situazione per i dipendenti delle rappresentanze italiane presso la Santa Sede e il Sovrano ordine di Malta. Qualche spicciolo in più, invece, per chi lavora all'ambasciata di San Marino, che se non altro ha il difetto di trovarsi a 400 chilometri da Roma... Una situazione paradossale, ma l'onorevole Costa non sembra stupito: «Io non sto gridando allo scandalo - commenta l'è- sponente del pli -, mi limito a descrivere le cose. E lo faccio anche con un certo imbarazzo personale: molte di queste situazioni nascono da leggi che sono state votate dal mio partito e personalmente da me. A volte noi parlamentari riusciamo ad essere nello stesso tempo "volpi" e "fessi". Abbiamo i nostri privilegi, ma spesso siamo chiamati ad esprimerci su provvedimenti di cui non conosciamo le conseguenze. I rimedi? La Finanziaria parla esplicitamente di perequazione. Ma se si vuole davvero ristabilire l'equilibrio, non si possono dare 30 mila lire agli insegnanti e 3 milioni ai dipendenti all'estero». Guido Tiberga Il liberale Raffaele Costa

Persone citate: Costa Sei, Raffaele Costa

Luoghi citati: Africa, Roma, San Marino