Gladio innesca una guerra fra giudici di Gio. Bia.
Gladio innesca una guerra fra giudici Mesi fa criticò per una fuga di notizie proprio chi oggi lo accusa di aver diffuso documenti riservati Gladio innesca una guerra fra giudici Interrogato a Roma per 7 ore il magistrato che indagò a Padova ROMA. Sette ore di interrogatorio per il magistrato che indaga su Gladio e che all'improvviso s'è ritrovato indagato. Dalle 10 di mattina alle 5 di sera il sostituto procuratore militare di Padova Benedetto Roberti ha risposto alle domande dei giudici romani Franco Ionta e Nitto Palma, assistito dal suo avvocato di fiducia. L'accusa, per il giudice padovano, è di aver consegnato al suo consulente d'ufficio Walter Bazzanella documenti riservati che non potevano uscire dall'ufficio del magistrato, gli allegati alla cosiddetta «operazione Delfino». Bazzanella, inquisito anche lui per «rivelazione di notizie di cui sia stata vietata la divulgazione», è finito in carcere assieme al direttore dell'agenzia Punto critico Enzo Pugliese. Ma il clamore che questa vicenda sta provocando dentro e fuori la procura di Roma va ben al di là del contenuto di un'inchiesta nata da un procedimento che prese le mosse in pretura nell'ottobre scorso. Si parla apertamente di «guerra tra giudici» e di «resa dei conti» avviata dalla procura della capitale dopo la richiesta di archiviazione del caso Gladio. Perché sul giudice padovano si indaga a Roma se l'eventuale reato sarebbe stato commesso nella città veneta, con la consegna dei documenti segreti a Bazzanella? E perché l'inchiesta è in mano ai sostituti procuratori Ionta e Palma, che con i loro colleghi militari di Padova hanno avuto in passato dei contrasti? «E' stato il computer a decidere quale magistrato dovesse indagare», è la risposta uffi¬ ciale. Proprio Ionta e Palma, però, furono il bersaglio di critiche dirette da parte di Roberti e del suo collega Dini, nell'autunno scorso, quando sui giornali uscirono le notizie sull'inchiesta che riguardava la cosiddetta «sezione K» del Sismi. Ionta e Palma vennero indicati dai padovani come possibili responsabili della fuga di notizie, e per questo il procuratore capo Giudiceandrea sollecitò un procedimento disciplinare nei confronti di Roberti. Ora quel giudice è un indagato di Ionta e Palma. E' inoltre dubbia, a questo punto, la competenza territoriale di Roma a svolgere indagini sull'operato di Roberti. Su questo si stanno dividendo i vertici dell'ufficio giudiziario della capitale, col procuratore Giudiceandrea che appoggia l'operato dei due sostituti da un la¬ to e l'aggiunto Coirò, contrario, dall'altro. L'inchiesta, comunque, continua. Le intercettazioni telefoniche e i pedinamenti che sono stati contestati a Bazzanella, Pugliese e all'ex deputato Falco Accame, furono disposti da Ionta e Palma dopo che a loro fu assegnato un processo nato alla procura presso la pretura. Nell'altro palazzo di piazzale CIodio si stava infatti indagando su un furto subito da un colonnello del Sismi e di cui Punto critico aveva riferito. Da una perquisizione effettuata nella sede della genzia, saltarono fuori alcuni documenti classificati che ri guardavano l'organizzazione interna al Sismi e la tutela del segreto. Per questo il processo è stato trasmesso, per compe tenza, alla procura presso il tribunale. [gio. bia.]
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