Ancora giallo per Lockerbie «Hanno ucciso i killer libici»

Ancora giallo per Lockerbie «Hanno ucciso i killer libici» Un ex della Cia confida al Washington Post: Gheddafì ha eliminato i due testimoni scomodi della strage Ancora giallo per Lockerbie «Hanno ucciso i killer libici» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Dove sono i due agenti libici che gli Stati Uniti hanno indicato come gli autori della strage di Lockerbie? Ieri a Washington si è diffusa la notizia che sono scomparsi, che nessuno li vede più da almeno due settimane e la conclusione che viene tratta è che sono stati uccisi. A sostenerlo è Vincent Cannistraro, che fino all'anno scorso era in forza alla Cia, responsabile della sezione «controterrorismo» e quindi coinvolto nell'indagine sull'attentato contro l'areo Pan Am che costò la vita a 270 persone. Cannistraro si è fatto intervistare dal «Washington Post» ed ha raccontato ciò che sa, o più esattamente ciò che presume. Il governo libico, ha spiegato, non può permettersi di «consegnare» quei due uomini, Abdel Baset Ali Mohamed al-Meghrahi e AlAmin Khalifa Fhimah, agli Stati Uniti e all'Inghilterra affinché possano essere processati, perché teme che i due, una volta in Occidente, finiscano per cooperare «troppo», raccontando il coivolgimento diretto del colonnello Muhammar Gheddafì nell'attentato, e magari chissà quali altre nefandezze. Così ha organizzato la loro «scomparsa». Uccidendoli, ha spiegato ancora Cannestraro, il governo di Tripoli si proponeva due risultati: uno, quello di evitare appunto che quei due potessero parlare troppo; due, quello di denunciare il loro «rapimento» da parte dei servizi segreti americani, in modo da evitare di obbedire all'intimazione di consegnarli. Recentemente, come si sa, il Consiglio di Sicurezza dell'Orni ha votato una risoluzione in questo senso. Non c'è una scadenza precisa e le rappresaglie che verranno adottate nel caso in cui la Libia non risponda a quella risoluzione sono piuttosto vaghe. Ma si sa che gli Stati Uniti hanno già pronto un nuovo progetto di risoluzione (blocco di tutti i voli internazionali da e per la Libia) e che aspettano solo che sia passato un periodo di tempo «ragionevole» per chiedere al Consiglio di Sicurezza di votarlo. Così, ha spiegato ancora Cannistraro, il colonnello Gheddafi ha pensato bene di prevenire le cose, eliminando dalla scena nel modo più «sicuro», cioè con la morte, i due agenti. Per il regime libico, dice l'ex uomo della Cia, questo è «il metodo cui abitualmente ricorre quando si sente chiuso nell'angolo». Il «Washington Post» con quell'intervista a Cannistraro era nelle edicole da poche ore, ieri, quando è arrivata la risposta libica. Ahmed Al-Zawi, il giudice libico che si sta occupando del caso, ha detto che Abdel Baset e Al-Amin Khalifa sono vivi e vegeti e che sono stati da lui interrogati «non più tardi di due giorni fa». Ha anche aggiunto che «se qualcuno vuole vederli, non ha che da venire qui e io gli darò il permesso». E Marlin Fitzwater, il portavoce della Casa Bianca interpellato direttamente durante il quotidiano «briefing» con i giornalisti, ha detto di non sapere nulla. «Per noi - ha detto - la situazione continua ad essere la stessa. Premiamo perché quei due ci vengano consegnati per processarli. Ma non sappiamo dove esattamente si trovino al momento, né se sono vivi o morti». Quanto alla Cia «attuale», cioè non degli «ex» come Cannistraro, uno dei suoi uomini ha detto che già due settimane fa era arrivato un rapporto che dava per «possibilmente morti» Abdel Baset e Al-Amin Khalifa, ma siccome non è stato possibile accertarne la veridicità si è preferito tenere il giudizio sospeso. L'eventuale assassinio dei due uomini per eliminare pericolosi testimoni che in un modo o nell'altro potrebbero finire per raccontare ciò che sanno, sembra uscire direttamente dai romanzi di spionaggio in cui certo non ci si pone molti scrupoli. E proprio come uno di quei romanzi la faccenda di Lockerbie - con tutti i sospetti che ha sollevato la repentina «svolta» americana di tre mesi fa, quando di colpo è stata accusata la Libia e «scagionata» la Siria, fino a quel momento maggiore indiziata - con- tiene in sé gli elementi dell'intrigo internazionale dalle tante, possibili sfaccettature. Un esempio? Ieri all'Orni il «Washington Post» è andato a ruba. Fra i diplomatici arabi l'articolo è stato molto discusso, nella grande sala piena di divani che somiglia un po' al Transatlantico di Montecitorio, e le ipotesi che uscivano erano svariate. Anche gli Stati Uniti, faceva notare qualcuno, hanno interesse a che quei due non vengano mai processati. Se infatti c'è il rischio che scoprano gli «altarini» di Gheddafi, c'è anche il rischio che scoprano quelli americani, e in particolare il «regalo» che Washington ha fatto alla Siria, togliendola dal novero degli indiziati in cambio del suo passaggio fra i Paesi «amici». Franco Parità rolli Ma Tripoli ribatte «I due sono vivi Se qualcuno non ci crede può venire qui e controllare» Per l'attentato all'aereo Pan Am In cui, nel 1986, persero la vita 270 persone, gli Stati Uniti accusano i due libici Al-Amin Khalifa Fhimah e Abdel Baset Ali Mohamed al-Meghrahi