Il Vaticano contro «don Piccone
Il Vaticano contro «don Piccone» Punizione in vista per il prete amico di Cossiga che ha definito il presidente della Cei massone Il Vaticano contro «don Piccone» E il Papa: sono solidale con il cardinale Ruini CITTA' DEL VATICANO. Per «Don Piccone» la punizione è vicina. E ieri pomeriggio il Papa ha detto nel corso della messa: «Esprimo al cardinale Camillo Ruini, tutta la mia solidarietà e stima». Un riferimento esplicito alle accuse di massonerìa lanciate da Mons. Pintus, nei cui confrónti ieri il Vicariato ha reso pubblica una nota di riprovazione, a cui seguiranno forse altri provvedimenti: potrebbero essere un'ammonizione, o la sospensione «a divinis», e forse la rimozione dall'ufficio di parroco. Mons. Pintus attende comunicazioni scrìtte; ma il sacerdote sassarese, amico di Cossiga e crìtico della Chiesa perché troppo tiepida nel difendere l'Uomo del Colle e nell'attaccare il pds, non demorde, anzi, rilancia le sue accuse al cardinale: «E' certo, dai suoi comportamenti, che agisce peggio di un massone». Ma sulla testa del parroco cossighiano si stanno addensando nere nuvole di tempesta. «Il Vicariato di Roma, di fronte alle reiterate, totalmente false, vergognose affermazioni proferite in questi giorni da Mons. Pietro Pintus, parroco di San Lorenzo in Lucina - legge una nota del Vicariato -, esprime assoluta riprovazione e si riserva di adottare i provvedimenti necessari per il bene della comunità ecclesiale, essendo gli atteggiamenti di Mons. Pintus manifestamente incompatibili con i doveri del suo ufficio». Firmato: Mons. Remigio Ragonesi, «Vicegerente», il «N. 2» della diocesi. «Don Piccone» si difende a colpi di codice di Diritto Canonico: «L'art. 528, e forse questo testo Mons. Ragonesi lo conosce poco, afferma: il parroco è tenuto a fare in modo che la parola di Dio sia integralmente annunciata a coloro che si trovano nella parrocchia. Perciò curi che i fedeli laici siano istruiti nella verità della fede, soprattutto con l'omelia delle domeniche e delle feste di precetto. Favorisca le attività che promuovono lo spirito evangelico, anche in ordine alla giustizia sociale». Quindi, secondo Mons. Pintus, parlando di Presidente della Repubblica, di pds, e di politica, non sarebbe uscito fuori dai suoi doveri. Ma è contro il sistema che «Don Piccone» alza la sua arma verbale: «Non è degno di nessun vescovo, come di nessun'autorità, civile o religiosa, fare dichiarazioni del genere, su cose apprese dai giornali senza avere interpellato l'interessato. Perché non mi chiamano? Prendono provvedimenti in base agli articoli di un giornale. Hai capito la nuova gestione camuffata di questi affaristi maledetti!». Scatenato, Mons. Pintus prosegue nel suo «j'accuse»: «Non è solo provincialismo pastorale, è una congrega di malaffare». E ribadisce incurante delle conseguenze («Mons. Ragonesi prenda i provvedimenti che crede») e delle smentite ricevute dal Vicariato: «Sfido il card. Ruini ad accedere al Sant'Uffizio, oggi Congregazione per la Dottrina della Fede, o alla Basilica di San Pietro, di giurare se sia massone o meno. Qualora giurasse che non è massone, io lo dichiaro spergiuro». Ma non è il caso - abbiamo chiesto a Mons. Pintus - di produrre a sostegno della sua accusa i documenti che afferma aver depositati all'estero, per sicurezza? «Doucement, tout doucement» (Piano, molto piano), risponde: «Al momento giusto ci¬ terò una fonte d'Oltralpe». Ora, la solidarietà del Pontefice al card. Camillo Ruini, espressa fuori testo durante la messa celebrata in Vaticano sembra privare il parroco di uno dei punti di appoggio di cui si era vantato nei giorni scorsi. Ma «Don Piccone» è scomparso sin dal primo pomeriggio, per cui non è possibile conoscere le sue reazioni. Giovanni Paolo II aveva dovuto esprimere solidarietà, per le stesse accuse, anche all'arcivescovo di Vicenza, Mons. Nonis, nel corso della visita pastorale compiuta in Veneto l'anno scorso. C'è una manovra per screditare il nuovo vertice della Cei? Nel mondo cattolico più d'uno comincia a pensarlo, e a chiedersi da dove provengono i «documenti» esibiti a Vicenza e adesso contro il card. Ruini e altri due alti prelati di curia. E la Sir, il Servizio Informazione Religiosa vicino alla Cei, si chiede: «Come non intrawedere in questa vicenda penosa e vergognosa per chi l'ha provocata, un'orchestrazione che tenta di diffamare il card. Ruini»? Intanto «Don Piccone» ci annuncia con voce stentorea: «domenica, ore 12, messa per la patria». Fra gli amici di Pintus c'è chi spera che vi appaia Cossiga. Marco Tosarti 4^ Mons. Pietro Pintus parroco di San Lorenzo in Lucina. Sopra il cardinale Camillo Ruini presidente della Cei
Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Roma, Veneto, Vicenza
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