I peccati del quarto potere

I peccati del quarto potere RISPONDE 0.d.B. I peccati del quarto potere GENTILE professor Fabiano, lei mi racconta che, a quel tempo, aveva pensato di intraprendere, a sua volta, il giornalismo professionistico e che avrebbe continuato nel tentativo se, dopo alcune saltuarie esperienze presso testate di provincia, non si fosse accorto che «anche in questo campo l'assoluta onestà la sincerit campo lassoluta onestà, la sincerità disinteressata, il rispetto di se stessi si riducevano assai spesso ad una mera utopia. Tale constatazione non impedì, tuttavia, alla categoria dei giornalisti di aumentare numericamente, e di non migliorare almeno mediamente... Certamente la libertà di stampa esiste, ed è questo un gran bene», lei ammette, «però mi ritorna in mente la conclusione del nono capitolo del Castello di Kafka: K. s'era conquistata questa libertà come nessun altro avrebbe saputo fare, e nessuno aveva il diritto di toccarlo né di cacciarlo e neppure d'interrogarlo; ma nulla era più inutile, insensato e disperato di questa libertà, di questa intangibilità. Forse sarebbe opportuno che oggi i giornalisti buoni, i soli che possono farlo, difendessero il quarto potere dai giornalisti falsi...». Bei propositi, gentile professor Fabiano, e splendida citazione kafkiana. Ma, se mi è permesso esprimere un parere, la definizione di «quarto potere» ci arrivò anche in un'altra accezione in quell'immediato dopoguerra. Era legata, infatti, al primo, geniale film di Orson Welles Citizen Kane (1941), storia di un magnate della carta stampata americana. Quarto potere, recitava appunto il titolo italiano di quel capolavoro innovatore ispirato dalla vita dell'editore William Randolph Hearst e non consentente illusioni neppure sulla libertà di stampa del Paese che incarnava la libertà per noi appena liberati. Oggi, da queste parti, con la concentrazione delle proprietà private e la lottizzazione dei partiti, la percentuale di giornalisti fetenti non è superiore né inferiore a quella dei magistrati e dei politici fetenti. E' nella dolorosa normalità del sistema. Oreste del Buono Egregio Del Buono, lei che appartiene alla mia generazione ha certamente provato, negli anni dell'immediato dopoguerra, l'ebbrezza di una libertà che noi, nati e cresciuti nel ventennio, non avevamo mai conosciuto. In particolare il piacere di poter esprimere i nostri pensieri, di poter difendere a viso aperto i nostri sentimenti, di potersi battere sul piano delle idee. Pensammo allora che la definizione di «quarto potere» attribuita alla libera stampa fosse una delle componenti più autentiche delia democrazia... prof. Fabio Fabiano Gassato (Vercelli)

Persone citate: Del Buono, Fabio Fabiano Gassato, Kafka, Oreste Del Buono, Orson Welles, William Randolph Hearst

Luoghi citati: Vercelli