Bambino prigioniero dell'eroina di Fulvio Milone

Bambino prigioniero dell'eroina Arrestato a Napoli, vive in un container e ruba per comprarsi la droga Bambino prigioniero dell'eroina Ha 14 anni ed è fuggito da una comunità di recupero La madre: spero stia in carcere, solo così si salverà NAPOLI. La prima pillola di Roipnol l'ha ingoiata a tredici anni. «Prova, è divertente e non fa male», gli diceva un amico, uno dei tanti ragazzi incattiviti da un'infanzia trascorsa nelle «favelas» di Napoli, quei campi di containers ancora brulicanti di gente a dodici anni dal terremoto. Dagli psicofarmaci alla droga il passo è stato breve. Oggi Salvatore A. è un eroinomane. Sono trascorsi solo dodici mesi, ma già trascorre le sue giornate vagando giorno e notte per le strade, come un cucciolo famelico, alla ricerca di una dose. Ha il cervello e il cuore marchiati da esperienze che neanche un adulto dovrebbe fare: ruba, ha imparato a cambiare marciapiede quando vede un uomo in divisa, e soprattutto sa infilare un ago in vena nell'androne buio di un vecchio palazzo abbandonato, o tra i cespugli al limite di una bidonville. L'altro ieri notte Salvatore è stato preso dai carabinieri. Lo hanno fermato mentre smontava gli altoparlanti da un'auto parcheggiata in via Marconi, il corso principale di Torre Annunziata, un paesone sulla costa a Sud di Napoli. Aveva lo sguardo spento e il passo incerto del tossicomane, apparentemente privo di quasiasi emozione. Ora è rinchiuso nel centro di Accoglienza dei Colli Aminei, attiguo al tribunale dei minorenni di Napoli. Questa volta non se la caverà con una semplice ramanzina, perché la legge prevede che a quattordici anni si può subire un processo. Per conoscere la storia di Salvatore, bambino eroinomane, basta entrare nell'inferno del campo container che si estende ai margini della circumvallazione di Torre Annunziata: settanta box di metallo gelidi d'inverno e torridi d'estate, in cui vivono poco meno di trecento persone. Due anni fa il lager fu colpito da un'epidemia di epatite virale. Oggi è un immenso nascondiglio per tossicomani, spacciatori e ladri che polizia e carabinieri tentano di stanare inutilmente. La famiglia del ragazzo vive in una di quelle trappole per topi. Il padre non c'è quasi miai: fa il muratore, esce all'alba e rincasa la sera, solo per dormire. La madre ha il corpo sformato da sei gravidanze, e si danna l'anima per tirare su tutti quei figli stipati in ima scatola di latta che potrebbe ospitare a malapena quattro persone. Uno l'ha già perso: si chiama Ciro, ha ventotto anni e entra e esce dalla galera, continuamente arrestato per spaccio di droga. Ora il suo cruccio è Salvatore, il suo bambino che non sa come salvare. «Spero che lo tengano dentro per almeno sei mesi, almeno lo cureranno», dice. La droga l'ha conosciuta poco più di un anno fa, quando gli amici gli hanno regalato un flacone pieno di psicofarmaci. Lui ingoiava una pillola, e poi vagava per ore nelle strade di Torre Annunziata, tutto eccitato, pronto a nuove avventure. Nel container ci tornava di rado, e ascoltava con indifferenza le scenate dei genitori. Sei mesi fa la madre si è accorta per la prima volta che qualcosa non andava in Salvatore. Il bambino era sempre più distratto, quasi assente. Il colorito era pallido, il corpo inagrissimo. Ci è voluto poco a capire che quel soldo di cacio si drogava. Erano mesi che lo faceva, e le pieghe dei gomiti erano già segnate dal¬ le punture. In casa è scoppiata una tragedia. La madre, in lacrime, ha trascinato il ragazzo nella caserma dei carabinieri. «Dovete fare qualcosa, dovete salvarmelo», ha supplicato. Un vecchio maresciallo ha preso a cuore il caso, e ha trovato un posto per Salvatore in una comunità per tossicodipendenti, «Il Camino», sul monte Faito. «Mio figlio sembrava rinato - ricorda la donna -. Si trovava bene, era contento. A Natale sono andata a trovarlo con il padre e i fratelli. Abbiamo pranzato tutti insieme. Ma a gennaio è tutto finito. Salvatore è scappato». Fulvio Milone

Persone citate: Salvatore A.

Luoghi citati: Napoli, Roipnol, Torre Annunziata