Scadute le fiale della speranza di Enzo Laganà

Scadute le fiale della speranza Scadute le fiale della speranza L'adrenalina avrebbe salvato il calciatore calabrese REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Fiale di adrenalina ce n'erano ben otto, solo che erano tutte scadute fin dall'agosto del 1990 sicché il sanitario di turno alla guardia medica di Petronà ha potuto praticare un inutile massaggio cardiaco e per Domenico Caligiuri, 18 anni, calciatore dilettante, non c'è stato nulla da fare. Il ragazzo è morto poco dopo a bordo dell'auto di un compaesano che correva a tutta velocità per raggiungere a 50 chilometri di distanza l'ospedale di Catanzaro nel disperato tentativo di cure più efficaci e sicure. Ora sulla morte di Domenico, alunno dell'ultimo anno dell'istituto per geometri nel capoluogo, dove viveva ospite del convitto Galluppi, sta indagando la procura della Repubblica presso la pretura interessata da un puntuale rapporto dei carabinieri di Petronà che hanno soccorso per primi lo sventurato atleta. Le circostanze delle quali si è certi sono comunque già molte. Prime tra tutte quelle relative alle fasi di gioco alle quali Domenico Caligiuri non è stato minimamente interessato. Anzi, si può dire, che il ragazzo sia stato colto da malore senza aver toccato praticamente palla. Si stava infatti disputando l'incontro Petronà-Casabona (entrambi i Comuni sono situati sul versante ionico della Sila), valido per il campionato regionale di seconda categoria quando al 57', a seguito dell'infortunio al terzino Fernan-do Talarico la squadra di casa ha effettuato una sostituzione facendo entrare in campo Domenico Caligiuri. Non erano passati tre minuti e mentre l'azione di gioco si svolgeva sotto la rete del Casabona, l'ultimo entrato, che presidiava quella zona, si è accasciato improvvisamente.Nessuno in un primo tempo ha dato eccessiva importanza al malore del calciatore (molti l'hanno collegato al freddo pungente del pomeriggio o all'emozione) tanto che la partita è proseguita regolarmente fino al 90' (1-1 il risultato finale). Sono stati come detto - i carabinieri, in assenza di un medico ai bordi del campo a trasportare Domenico Caligiuri alla locale guardia medica dell'Usi 15 dove era in servizio il dottor Fau stino Ferro. Quando il sanità rio ha preso in mano una fiala di adrenalina per praticare un'iniezione, si è accorto però che il medicinale era scaduto già da un anno e mezzo. Ha così dovuto rinunciare alle cure mediche limitandosi ad effettuare alcuni massaggi cardiaci. Sono stati gli stessi militari ad effettuare il sequestro delle fiale scadute ed a notificare copia del provvedimento al sanitario e ad interessare successivamente l'autorità giudiziaria che ha disposto per domattina l'autopsia sul cadavere dello sventurato giovane per accertare anche le cause del decesso che, ad un giudizio sommario e non scientifico, parlano di crisi cardiaca folgorante. Anche se, secondo il parere degli esperti in questo caso è quasi sempre inutile praticare un'iniezione di adrenalina per via sottocutanea dato che si deve procedere invece direttamente iniettando il medicinale nel cuore e questo deve essere fatto in un ospedale attrezzato e da una specialista, fatto sta comunque che quelle otto fiale del pronto soccorso erano già abbondantemente scadute e nessuno in un anno e mezzo si è preoccupato di sostituirle a dimostrazione che un po' ovunque l'assistenza sanitaria in Italia è abbandonata a sé stessa. Ma il magistrato incaricato delle indagini - il dottor Rugarli sembra in questo caso volere andare in fondo ad accertare tutte le responsabilità della morte a 18 anni su un campo di calcio di un ragazzo che i genitori vedevano già diplomato più che campione. Enzo Laganà Domenico Caligiuri, 18 anni, il giocatore di calcio morto domenica durante un incontro di seconda categoria

Persone citate: Domenico Caligiuri, Rugarli, Talarico

Luoghi citati: Italia, Petronà, Reggio Calabria