IL CASO BICHSEL SCRITTORE CONTESO

IL CASO BICHSEL SCRITTORE CONTESO LETTERE IL CASO BICHSEL SCRITTORE CONTESO ""Srl L risentimento e il livore I di fronte a dei no, a rifiuti, I a rotture di contratti ha I spinto in questi tempi più SJ di un autore e/o traduttore ad attacchi, stroncature e - ciliegina sulla torta - accuse di scippo. In una invelenita lettera di traduttore deluso, Beppe Sebaste rivendica il diritto di intervenire su delle bozze e di scrivere postfazioni. Ma... e se la traduzione necessita di una consistente revisione? Se l'editore non reputa opportuno che coroni la traduzione con una nota o una postfazione? Perché mai un editore costretto all'ennesima revisione di un testo sarebbe obbligato a ripristini e rifacimenti che non condivide, anche se il traduttore è stato indicato da un autore straniero? Fino a che punto un autore straniero è in grado di giudicare a priori il valore di un traduttore e di una traduzione? Beppe Sebaste è l'unico traduttore con cui ci è capitato di lavorare che non ha voluto sottoporsi alla consueta prova di traduzione, da noi sempre richiesta. Que- sta prova, che ad alcuni può apparire pedante, permette di verificare se il traduttore è in grado di fornire una versione soddisfacente di una determinata opera, senza che con questo si mettano in discussione le sue capacità in altri contesti. Non voglio trasformare le colonne di Tuttolibri in una «tribuna delle ammende», e quindi non voglio citare sviste ed errori che hanno dato origine al «pedissequo e standardizzante cambio di frasi» da parte della redazione. Nella sua invelenita lettera di traduttore che ha subito una pesante revisione, Beppe Sebaste richiama poi un episodio che non ha nulla che vedere con il suo mestiere di traduttore, e che necessita di una replica. Peter Bichsel ha in Italia un'ottima traduttrice che lavora da cinque anni in pieno accordo con il proprio editore, con pieno diritto di revisione di bozze e di postfazione, come la maggior parte se non la totalità dei collaboratori scelti dalla nostra casa editrice e non indicati dagli autori stranieri. Quando, nel 1989, riacqui¬ stammo regolarmente dall'editore tedesco di Bichsel i diritti per ■l'Italia di «Il lettore, il narrare», innanzitutto, ritenendo di compiere opera di buon vicinato acquistammo da Aelia Laelia le copie ancora disponibili della loro edizione e le rivendemmo tramite la nostra distribuzione. In se-: condo luogo, soprattutto per rispetto nei confronti di un lavoro già svolto (non avremmo avuto alcun problema a far ritradurre quel libro da Chiara Allegra) decidemmo di ripubblicare la traduzione di Giorgio Messori, su raccomandazione dello stesso Beppe Sebaste. Il contratto con Messori (mea culpaì) fu stipulato dopo l'uscita del libro, comunque sulla scorta di un consenso' (anzi, di una calorosa indicazione) da parte di Sebaste stesso, al-: Iona socio di Aelia Laelia. Spiace, in fondo, che una collaborazione nata nel rispetto di due volontà (quella di un autore straniero perché desiderava che un amico lo traducesse e quella di non vanificare un lavoro già svolto) si concluda con una simile polemica. Forse non bisogne¬ rebbe mai lasciarsi forzare la mano da situazioni indipendenti dalla propria volontà, specie quando ne va della qualità letteraria. Marco Zapparoli Non è il caso di lodare l'LSD Gentile direttore, non posso fare a meno di esprimere la mia indignazione per l'articolo di Tuttolibri in lode e gloria dell'Lsd e del suo inventore. Innanzitutto non mi sembra che i «viaggi» dell'Lsd abbiano avuto una tale influenza sulla letteratura da giustificare la celebrazione. Qualche libro sul cui valore giudicheranno i posteri - e non credo neanche tanto lontani. E comunque non è moralmente accettabile una presentazione positiva e esaltatoria di una droga, con tutti i rischi che ciò comporta, specialmente per i più ingenui. Anna Maria Castellano Cavi di Lavagna

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