UN TRADUTTORE PROTESTA: «ANCHE I PICCOLI SCIPPANO» di Beppe Sebaste
UN TRADUTTORE PROTESTA: «ANCHE I PICCOLI SCIPPANO» LETTERE UN TRADUTTORE PROTESTA: «ANCHE I PICCOLI SCIPPANO» EA discussione nata intorno alla cosiddetta autostroncatura di Alfonso BerardineUi, e soprattutto il suo ultimo intervento pubblicato su Tuttolìbri del 18 gennaio (Le colpe del Fast-Boókì, sono senz'altro interessanti e utili ad aprire una discussione sulla qualità del libro oggi in Italia e sui metodi di lavoro del mondo editoriale. «Non si potrebbe, per favore - scrive tra l'altro BerardineUi -, sentire ogni tanto anche la voce dei diretti interessati, cioè degli autori? E i traduttori che dicono?». Ebbene, colgo l'occasione per riportare, spero nel giusto contesto, una disavventura recente, finora soltanto rimuginata e riferita a viva voce agli amici. Ho tradotto e consegnato lo scorso marzo, per una casa editrice di Milano, il romanzo di uno svizzero-romando che è tra i più acclamati, e con ragione, tra gli autori di lingua francese. Il libro si intitola II pesce scorpione e l'autore è Nicolas Bouvier. Ne suggerii io stesso la pubblicazione, così come l'autore, da tempo mio amico, ha chiesto che a tradurlo fosse il sottoscritto. Il tutto sotto l'egida e la generosa sovvenzione della svizzera Pro Helvetia. Ho concordato con l'editore l'opportunità di presentare in una post-fazione al pubblico italiano la figura di questo straordinario scrittore viaggiatore, che giovanissimo pubblicò alcuni reportages narrativi sul Mondo di Pannunzio. E ho sottolineato la mia volontà (più dunque dell'ovvia disponibilità) di correggere le bozze, che come tutti sanno sono parte integrante del lavoro di scrittura e di traduzione. Silenzio. Più volte ho interrogato l'editore sui tempi di pubblicazione. Silenzio. Dopo l'estate sono venuto a sapere che il libro era in stampa, e l'editore in vacanza. Impossibile correggere le bozze. Della post-fazione neppure parlarne. Ho avvertito l'autore, ancora più indignato. Abito attualmente a Parigi, e solo pochi giorni fa ho trovato in una libreria di Milano il libro in questione. Né l'autore né il sottoscritto hanno a tutt'oggi ricevuto un esemplare. Ma la cosa più amara è stato il constatare che non solo il libro ha pur sempre errori e refusi, ma che molte frasi sono state banalmente, malamente, pedissequamente manipolate e cambiate. Qualcosa come quelle raccapriccianti correzioni di certi cattivi insegnanti di una volta che cercavano con ogni mezzo di appiattire, standardizzare, uniformare il tono dei componimenti scritti. Senza considerazioni per il tono e lo stile dell'autore (né del traduttore, che ne è l'interprete). Eppure il libro reca il mio nome come traduttore. Cosa pensarne? Intanto, che l'editore in questione non è uno di quei grandi gruppi editoriali che funzionano entro la logica forsennata deU'audiovisuale, è un cosiddetto «piccolo editore», eppure paradossalmente lavora peggio, a quanto ho potuto constatare, di chi fa fast-book per scelta e vocazione. Si chiama Marcos y Marcos, sigla di Marco Zapparoli, il quale è perlomeno recidivo. Il «precedente», come si dice, è un vero e proprio furto. L'editore sopracitato ha letteralmente rubato, senza avvertire nessuno, un libro pubblicato e distribuito da un'altra casa editrice, la Cooperativa Aelia Laelia di Parma. Si tratta di H lettore, il narrare, di Peter Bichsel, nell'ottima traduzione di Giorgio Messori, già presidente della cooperativa stessa. In altro numero di Tuttolibri si annuncia tra i programmi futuri della Marcos y Marcos la ristampa, con prefazione di Goffredo Fori, di questo fortunato libro. Peccato che sia un libro pirata. Peccato che, di entrambi questi libri così belli, i traduttori non se la sentano proprio di fare pubblicità. Beppe Sebaste
Persone citate: Alfonso Berardineui, Fast, Giorgio Messori, Goffredo Fori, Marco Zapparoli, Nicolas Bouvier, Pannunzio, Peter Bichsel
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