BASSANI: RESTO NEL MIO GIARDINO di Mirella Serri

BASSANI: RESTO NEL MIO GIARDINO BASSANI: RESTO NEL MIO GIARDINO LROMA A spy story si svolge a piazza Esedra, presso la sede romana della casa, editrice Feltrinelli, e inizia con ini sopruso, una serratura cambiata. Una trentina d'anni fa l'amara sorpresa attende Roberta Carlotto, oggi dirigente Rai e allora giovane redattrice dell'editore milanese. Bar-, ricalo dentro, a buttare in aria carte e manoscritti di Giorgio Bassani, prestigioso direttore di collana, non un ladro o uno scassinatore, ma c'era proprio il padre-padrone, Giangiacomo Feltrinelli piombato da Milano a Roma. La «perquisizione» è stata svelata (senza però indicare l'identità del protagonista) da Enzo Siciliano nel libro Romanzo e destini (in uscita la prossima settimana da Theoria). Cosa cercava FeltrineUi? Perché frugava tra i documenti dello scrittore ferrarese, fiore all'occhiello della sua casa editrice nei cui confronti aveva, fra l'altro, il non indifferente merito di averle fatto pubblicare il Gattopardo di Giuseppe Tornasi di Lampedusa? «Feltrinelli cercava testimonianze di un presunto comportamento scorretto di Bassani dice la Carlotto - per avere la possibilità di licenziarlo. Il sospetto che gravava su Bassani era che spingesse lo scrittore Luigi Meneghello a passare ad un'altra casa editrice». «Non c'entro niente. Mi hanno tirato in ballo contro la mia volontà. Ma io non voglio polemiche con quella gente». Giorgio Bassani, al telefono, non ha esitazioni. Il rifiuto a commentare le rivelazioni di Siciliano circa le prepotenze subite è netto: «quella gente» sono i suoi avversari «storici». L'autore del Giardino dei Finzi-Contini da tempo vive ritirato nella sua casa nel pieno centro di Roma, come un princi pe in esilio o, meglio, come un re costretto ad abdicare. E non è disponibile ai ricordi. Quasi trent' anni fa gli adepti del Gruppo '63 lo avevano scelto come bersaglio polemico: la sua opera narrativa era sin troppo datata, intimistica e sentimentale, una letteratura alla Liala. La sortita di Siciliano è apparsa inaspettata soprattutto per la rivelazione che, dietro la patina «nobile» della polemica ideologica e letteraria, si celava una guerriglia senza risparmio di colpi. Il conflitto sfociò nel licenziamento di Bassani, cui fece se guito una lunga controversia le - gale che fu risolta dal noto avvocato milanese Filippo Carpi de' Resmini, parente di Feltrinelli. Bassani vinse la causa. A dirigere la redazione romana, che dopo qualche tempo venne chiusa, arrivò Nanni Balestrini : e fu una specie di normalizzazione. Complotti, trame, soprusi alla Dynasty per conquistare il potere nel mondo del libro? Ad avvalorare la tesi di Siciliano, nella sua raccolta di saggi Falbalas (Garzanti), Cesare Garboli, in pagine molto belle, ricorda un incontro avuto con FeltrineUi nella tenuta di Villadeati nel Monferrato un anno prima dello «scasso». L'editore gli fece intendere che esigeva da lui un prezzo per la sua progettata assunzione a capo della redazione romana della Feltrinelli: la rottura dell'amicizia con Bassani. Uno «scambio» che Garboli rifiutò. Ma perché tanta ostilità verso lo scrittore ferrarese? «Feltrinelli stava mutando la politica editoriale. Aveva un gran bisogno di uomini subalterni e devoti. Bassani invece era un'autorità e non era disponibile agli ordini di quel "capobanda" che era Feltrinelli - dice oggi Garboli - e così l'editore mise in atto un gesto di teppismo padronale. FeltrineUi era piuttosto puerile: un ragazzo viziato, impulsivo, sempre sicuro di essere dalla parte deUa ragione. Ma senza alcuna doppiezza nel suo comportamento». Fu una scelta di strategia culturale quella di licenziare Bassani? «Non so, sicuramente FeltrineUi sognava la rivoluzione anche in letteratura e perseguiva l'obiettivo di essere eversivo a tutti i costi». Nasce dunque sotto il segno di «un comportamento vagamente teppistico» la storia dell'avanguardia italiana e di buona parte deUa letteratura più recente: è questa l'ipotesi di Siciliano, convinto che U pomo Mirella Serri CONTINUA A PAG. 3 QUINTA COLONNA Giorgio Bassani fu bersaglio del Gruppo '63

Luoghi citati: Lampedusa, Milano, Monferrato, Roma, Villadeati