«Basta con le promozioni politiche» di Andrea Di RobilantAndrea Manzella
«Basta con le promozioni politiche» Dopo i casi della Farnesina e di Palazzo Chigi, chiesta un'«autorità di controllo» «Basta con le promozioni politiche» I dirigenti dello Stato: iportaborse ci scavalcano ROMA. Burocrati al contrattacco. Amareggiati dall'ormai dilagante fenomeno delle nomine politiche, alcuni dirigenti ministeriali lanciano un'offensiva per arginare il Palazzo e «ripulire» l'amministrazione pubblica. «Stiamo prendendo contatto con i colleghi di altri ministeri per metter fine allo scandalo di queste nomine», dice Roberto Nigido, segretario nazionale del Sndmae, il sindacato dei diplomatici che ha fatto da battistrada a questo nuovo movimento di protesta. Tra dieci giorni, alcuni dirigenti degli Esteri, del Tesoro, degli Interni, del Commercio estero e delle Finanze terranno una prima riunione informale alla Farnesina per mettere a punto una strategia. Ad incoraggiare questa rivolta dei burocrati ha contribuito anche la notizia che ormai nemmeno palazzo Chigi è immune dal virus delle nomine politiche. Proprio in questi giorni i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno scritto a Giulio Andreotti per avere chiarimenti sulle diciassette promozioni al rango di dirigenti della presidenza del Consiglio approvate proprio alla vigilia dello scioglimento delle Camere. Tra i super-promossi, il segretario del ministro Romita, la segretaria del ministro Sterpa, la traduttrice di Andreotti, quella di De Michelis, e perfino il medico che da un anno è in forze a palazzo Chigi. E' dall'inizio degli Anni Settanta, quando fu approvata l'attuale legge sulla dirigenza, che anche i collaboratori che non provengono dall'amministrazione pubblica possono essere promossi al rango di dirigenti dello Stato. «Questo ha permesso ai politici di promuovere con sempre minor ritegno i loro assistenti ed amici», sostiene Nigido. «L'abitudine si è rapidamente diffusa a tutti i ministeri. E ora ha evidentemente preso piede anche a palazzo Chigi». Ai burocrati in rivolta piace la proposta formulata in questi giorni dal giurista Andrea Manzella di una «alta autorità» di controllo sulle nomine ai ranghi più elevati dell'amministrazione pubblica. «E' proprio il tipo di organismo che vogliamo creare qui alla Farnesina», dice un diplomatico che nei giorni scorsi aveva contestato l'ultima tornata di promozioni compiuta da De Michelis. «Una proposta molto simile - e cioè la creazione di una "commissione consultiva" per le nomine - era del resto contenuta nel progetto di riforma del ministero, approvata dal Senato prima dello scioglimento delle Camere». Molti dirigenti di Stato si dicono convinti che il diffuso clima anti-partitico abbia creato le premesse per questa reazione dei principali ministeri all'ingerenza dei politici. Aggiungono che questa campagna è indispensabile per dotare il Paese di un'amministrazione pubblica sana, che sia anche competitiva in Europa. Dice Nigido: «Sentiamo un anelito di pulizia, certo, ma anche un desiderio di maggior professionalità. Non basta avere un'amministrazione buona e onesta. Deve anche essere competente». Andrea di Robilant Andrea Manzella
Persone citate: Andrea Manzella, Andreotti, De Michelis, Giulio Andreotti, Nigido, Roberto Nigido
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