«Bossi cunta no di ball» Craxi attacca in lumbard di Francesco Cevasco
«Bossi, cunta no' di ball» Craxi attacca in lumbard Un voto popolare sulla Repubblica presidenziale: così il leader psi apre la campagna elettorale «Bossi, cunta no' di ball» Craxi attacca in lumbard MILANO. «Cunta no' di ball», non dire bugie, nel pragmatico gergo del popolo «lumbard». Così Bettino Craxi, nella Milano neo-capitale della Lega, ma da sempre culla del socialismo riformista, s'è rivolto al «senatur» Umberto Bossi e ai suoi soci che, per accoglierlo, hanno tappezzato la città di manifesti con su scritto: «Craxi contro il Nord». Il segretario del psi ha aperto ieri la campagna elettorale nella sua città. Ha scelto di parlare «di tutto, di più». Accordo con la de per assicurare la governabilità. Riforme istituzionali ed elezione diretta del Capo dello Stato. Polemiche con il pds che «conserva vizi congeniti del comunismo», con la Lega che vorrebbe trasformare «il Parlamento in una specie di circo Barnum», con la Rete «nata da una costola della de e da un baffo del pds». Meglio la de del caos. «Decideranno gli elettori», dice Craxi, ma, intanto, lui ha già le idee chiare per il dopo-voto: «Ci siamo rivolti alla democrazia cristiana dichiarando la nostra disponibilità a negoziare una coalizione di governo per dare subito concretezza e governabilità all'avvio della nuova legislatura. Una coalizione con la de e con altri partiti disposti a collaborare». Pacato nei toni, ma pungente nelle cose dette, Craxi ha an- che lanciato, durante e dopo il comizio ufficiale, qualche freccia avvelenata contro De Mita e la buonanima di Togliatti. Al presidente dello scudo crociato, dal palco e senza nominarlo: «Sento talvolta dire che nella de c'è qualcuno che tesse la tela del ragno contro di noi. Per il momento ascolto e prendo nota. E' molto frequente il destino dei ragni che, dopo tanto paziente lavoro, si vedono distrutta tutta d'un colpo la rete». Ancora a De Mita che, in risposta all'autocandidatura socialista alla guida del prossimo governo, gli aveva mandato a dire: prima bisogna aggiustare la locomotiva poi si deve trovare il conduttore: «E' un ragionamento che va bene quando si parla di un viaggio in treno...». Togliatti il peggiore. Un altro stop-and-go in tipico stile craxiano: «Rassicuro i dirigenti del pds: non andrò alle tribune elettorali e per comizi agitando il " caso Togliatti"». Però, Craxi cita anche «una pagina che trasuda di un cinismo infame» e ricorda che «i "migliori" erano forse i ri"». Cossiga bifronte. tecnica oratoria, di adattata al Presidente Repubblica: «Cossiga ci peggioStessa Craxi, della avrà messo del suo nel rendere incandescente la situazione attorno al Quirinale, ma ha sollecitato giustamente, e soprattutto, la riforma delle istituzioni. Siamo in marcia verso un sistema polacco». Due i punti chiave, per evitare lo spappolamento del sistema: Repubblica presidenziale (che sia un referendum popolare a decidere se la si vuole o no) e autonomia alle Regioni «al limite del federalismo». Dribbling su Cossiga e le sue ultime esternazioni: «Non faccio la campagna elettorale tenendo un occhio al Quirinale». Terremoto Lega. Craxi ha dedicato molte parole ai segua¬ ci di Bossi e alle sue Leghe. Riassunto: «Esasperate, irrazionali, separatistiche, razziste, discriminatorie, squadristiche». Complici di queir «armata Brancaleone» che forma il «partito dello sfascio». Buoni propositi. Dopo le accuse, Craxi ha aperto il libro delle «cose da fare»: «Sanità: guardare al modello inglese e svedese» (concorrenzialità e privatizzazioni)». «Pensioni: chi vuole restare fino a 65 anni resta, chi vuole andare via a 60 va». «Casa: pensiamo agli anziani e alle giovani coppie». «Criminalità: trovo incredibile che il ministro di Grazia e Giustizia, impegnato in un'opera di rafforzamento delle strutture della giustizia, incontri talvolta più ostacoli che collaborazione». «Droga: perfezionare la legge, ma non nel senso della permissività o, peggio, della liberalizzazione». «Economia: ridurre il debito pubblico e l'inflazione; migliorare i conti con l'estero; aumentare la competitività del sistema industriale; realizzare un grande programma di investimenti pubblici, aiutare le piccole e medie imprese». Così parlò, ieri a Milano, il candidato presidente del Consiglio. Francesco Cevasco Bettino Craxi a Milano: «Il Parlamento rischia di diventare un circo Barnum»
Luoghi citati: Brancaleone, Milano
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