Vecchia ruggine col Vaticano
Vecchia ruggine col Vaticano Vecchia ruggine col Vaticano L'Osservatore non riferisce mai le «picconate» del Presidente CITTA' DEL VATICANO. Cossiga attacca la stampa cattolica, e promette di farlo ancora in futuro: ma i diretti interessati, i direttori di Avvenire e de L'Osservatore Romano declinano entrambi l'invito a rispondere e a entrare in polemica con l'uomo del Quirinale. Non è da oggi che il presidente della Repubblica ha il dente avvelenato verso il quotidiano cattolico e quello vaticano: tempo fa sembra abbia protestato con monsignor Luigi Poggi, l'ambasciatore del Papa in Italia, lamentando l'ostilità dei mass media cattolici. Il diplomatico in talare ha certamente usato tutta l'esperienza accumulata in anni e anni di contatti con i regimi dell'Est per tranquillizzare il suo interlocutore; ma si è evidentemente trattato solo di un palliativo. E ieri Francesco Cossiga è tornato alla carica, minacciando fuoco e fiamme verso le due testate. Il mondo cattolico ha cominciato a prendere le distanze da Cossiga già a settembre. Aprendo il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Camillo Ruini ha confermato l'unità politica dei cattolici, riferendosi a Cossiga come a «qualche studioso cattolico». E ha ribadito la sua linea a gennaio; mentre il capo dello Stato, nella sua lettera di addio alla democrazia cristiana sosteneva che i tempi erano maturi per lasciare libero il voto dei cattolici. Ma sono state le dichiarazioni sul '48 a segnare il momento di maggiore distacco. L'Osservatore Romano aveva sempre evitato di riportare le «picconate» di Cossiga. Fino al 13-14 gennaio, quando ha pubblicato «una dichiarazione dei figli di Antonio Segni», sul problema della democrazia cristiana armata, ma evitando di citare la conferenza stampa del Presidente a Londra. Lo stesso è accaduto il 15 gennaio: una nota sulla situazione politica citava le dichiarazioni del presidente del Se¬ nato Spadolini sulla sua estraneità a «Gladio», ma non le parole di Cossiga. E sullo stesso numero, un «riquadrato» metteva in evidenza la smentita del segretario de Arnaldo Forlani: nessuna organizzazione paramilitare democristiana dopo la Resistenza. A completare il quadro, c'è stata nei giorni successivi un'intervista in prima pagina di Luigi Gedda, definito uno dei grandi protagonisti del '48, il fondatore dei «Comitati Civici». Il protagonista di parte cattolica di quella «stagione democratica» ribadiva, in evidente contrasto con le affer•mazioni di Cossiga che quella dei fedeli nel 1948 fu «una mobilitazione con le armi della fede». Non solo: il prof. Gedda diceva di essere d'accordo con i vescovi per quel che riguarda l'unità politica dei cattolici. Avvenire invece è da tempo schierato su una linea decisamente filo-democristiana, e di conseguenza il suo atteggiamento nei confronti di Cossiga è analogo a quello dell'ex partito del Presidente. Sempre in quest'ottica si può aggiungere che Mario Agnes, fratello di Biagio, è stato accusato negli anni passati di essere vicino alla de, e in particolare all'area di De Mita, apertamente critico verso Cossiga. Marco Tosarti
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