«Il cardinal Ruini massone»

«Il cardinal Ruini, massone» «Il cardinal Ruini, massone» Don Piccone riprende la sua crociata ROMA. «Don.Piccone» ha concesso il bis. Mons. Pietro Pintus, fan del presidente della Repubblica e parroco di S. Lorenzo in Lucina a Roma, ha dato appuntamento a tutti i suoi fedeli ieri poco prima della Messa delle 12. E li ha avvertiti: «Oggi la predica sarà più lunga». L'omelia infatti è durata cinquanta minuti, con esternazioni ad ampio raggio, ricaricando la dose di accuse al pds e allargando il raggio su tutta la Chiesa. Monsignor Pintus ha comunicato all'inizio di avere ricevuto nei giorni precedenti due autorevoli «imprimatur» dal Vaticano. Una telefonata del cardinale Ratzinger, che gli ha ricordato: «Il comunismo e il marxismo si manifestano come l'antitesi più radicale del cristianesimo». A «don Piccone» però sarebbe giunta addirittura una telefonata di Giovanni Paolo II : «Mi ha detto che "possono cambiare i simboli, le maglie e le bandiere, ma il comunismo resta quello di sempre: la più grande menzogna della storia"». Poi un ricordo. «Il Papa mi ha raccontato che, quando era venuto in Italia nel 1948, si era subito accorto di come i cattolici stessero sottovalutando i pericoli del socialcomunismo. L'allora sacerdote Karol Wojtyla, insieme a un gruppo di amici preti italiani, aveva provato a spiegare le sue sensazioni alla Radio Vaticana, ma gli era stato impedito. Allora aveva messo su una piccola stazione radio su un furgoncino. Gli unici ad ascoltarla erano stati i carabinieri, che avevano fermato il futuro Papa e la sua compagnia, sia pur per poche ore». Quindi «don Piccone» ha colpito a fondo la Chiesa. Iniziando da chi aveva criticato le sue precedenti dichiarazioni. Ce n'è per monsignor Balducci: «Ha molti talenti, ma quasi tutti spesi male. E' diventato un fratuncolo che ha reso sterile tutta la Toscana. Se ne vada in un convento a pregare!». La sua ira non risparmia il vescovo d'Ivrea, Luigi Bettazzi: «Predica la libertà di coscienza e l'obiezione di coscienza. Invece di criticarmi, si informi. Io nel 1943 ho rischiato la corte marziale, per la mia obiezione». Gli strali più duri si abbattono però sul segretario della Cei, card. Camillo Ruini: «Oltr'Alpe dicono che lui sia massone. E io lo credo. Comunque è ridicola la sua pretesa dell'unità politica dei cattolici. Unità con chi? Con un partito che fa alleanze con i nemici della Chiesa?». I fedeli sono disorientati. «Don Piccone» aggiunge: «Ruini non è il nostro vescovo. E' solo il vicario del vescovo, che è Karol Wojtyla. E allora, faccia il vicario, andando a trovare i preti malati, invece di non ricevere in Curia nemmeno un sacerdote». Non viene risparmiato nemmeno l'arcivescovo di Firenze, Piovanelli, reo di avere scritto al Papa che nella sua diocesi ci sono ben 39 logge massoniche: «Firenze era città cristiana. Se l'hanno ridotta così, allora Piovanelli deve andare in pensione». Poi torna alla politica. Ancora una volta l'obiettivo è il pds e il suo «superbo segretario Achille Occhetto che vuole portare al Quirinale Nilde lotti. Capito perché ce l'ha tanto con il mio amico Cossiga che sta sollevando veli sinistri sulla storia? Alla presidenza della Repubblica è meglio allora che ci vada Giulio Andreotti, nostro buon parrocchiano». Qui i fedeli non si trattengono e scoppiano in un fragoroso applauso. Francesco Comkil

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