forlani dà una mano a Cossiga di Pierluigi Battista

Forlani dà una mano a Cossiga Il segretario de: siamo alla campagna elettorale più difficile e insidi insidiosa Forlani dà una mano a Cossiga «E' Occbetto che vuol cambiare le carte della storia» E il segretario pds ribatte: parliamo anche delle stragi ROMA. Tutto ha in mente, Arnaldo Forlani, tranne che alimentare il duello tra Francesco Cossiga e il pds. Ma incombe quella che il segretario de definisce «la campagna elettorale più insidiosa e settaria» dell'Italia repubblicana. E allora si decide a pronunciare le parole che da tempo il Presidente della Repubblica avrebbe voluto ascoltare dal segretario del suo ex partito. «Non è stato Cossiga né siamo noi ad alterare i dati oggettivi della storia e ad ingannare i giovani», ha precisato Forlani. Che ha indicato nel pds il principale responsabile di un clima politico intossicato dalle polemiche sul passato: «Il tentativo di cambiare le carte in tavola e di rovesciare le responsabilità portando sul banco degli imputati i difensori della democrazia è venuto proprio dalle Botteghe Oscure e lì deve rientrare». Il pds ha intenzione di riscrivere la storia dell'egemonia democristiana come una fosca sequenza di trame se non di velleità golpiste? Allora Forlani risponde che la de non si lascerà «trascinare nella spirale delle provocazioni e delle bugie». Per Achille Occhetto vale esattamente il contrario. Ieri il segretario del pds è tornato a testa bassa contro Cossiga per denunciare il tentativo «di chi strappa a brandelli la storia per colpire il pds e delegittimarlo politicamente». E ha risposto indirettamente alle accuse di Forlani: «Dal momento che Cossiga riscopre la patria gli voglio ricordare che l'ultima guerra patriottica che noi conosciamo è quella di liberazione dal nazifascismo. Piuttosto si parli di Gladio, della P2, dei servizi segreti, della vicenda di Aldo Moro, di tutte le stragi». Tutto questo per contrastare i disegni di chi «essendo a corto di argomenti per le elezioni, anziché fare la campagna per il '92, cerca di rifare quella del '48». Il duello a distanza tra Forlani e Occhetto non ha però impedito che da parte del pds si ri¬ spondesse con asprezza alle esternazioni presidenziali. A Cossiga, che ha ricordato le sue frequentazioni degli Anni Settanta con gli uomini dei servizi segreti, il capogruppo del pds al Senato Ugo Pecchioli, allora vicepresidente del comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, replica così: «Negli anni del terrorismo in quella veste istituzionale era da parte mia doveroso intrattenere rapporti con quei personaggi». E poi il colpQ duro: «C'è un fatto che il senatore Cossiga continua a tacere: i capi dei servizi erano persone che lui aveva scelto, esclusivamente lui. All'epoca si ignorava, ma non so se lo ignorava Cossiga, che erano quasi tutti iscritti negli elenchi della loggia massonica P2». Parlando a Forlì in una manifestazione celebrativa della Repubblica romana, il segretario del pri Giorgio La Malfa ha distribuito fendenti in tutte le direzioni. Contro Cossiga, che «è riuscito a sostenere la campagna elettorale di Fini e Occhetto». Contro lo stesso Occhetto che, secondo il leader repubblicano, «non avrebbe nulla da dire», se non fosse trascinato nella battaglia da Cossiga. Contro la de, con cui La Malfa ha promesso che non collaborerà «finché non emergerà una nuova de. Se c'è». E a sorpresa con- tro Giuseppe Galasso, lo storico repubblicano che era stato indicato come componente della commissione designata e poi cancellata da Cossiga per accertare l'autenticità della lettera di Togliatti. «Di Togliatti e De Gasperi si devono occupare gli storici veri, non gli storici nominati da...». Qui La Malfa si è interrotto. Per riprendere, quasi per rimangiarsi l'espressione che gli era sfuggita: «Gli storici che si occupano di storia». La Malfa ha anche rivelato che, quando decise di uscire dal governo, gli furono fatte molte offerte per sollecitarlo ad una marcia indietro. Compreso il posto di sottosegretario ai servizi segreti, «con il tono di dire: questa offerta non si può rifiutare». Un segnale che indica l'arroventarsi della temperatura politica. Il segretario del pli Renato Altissimo denuncia i «tentativi di coprire con una facciata riformista la solita vecchia voglia di non cambiare nulla». E il segretario del msi Gianfranco Fini si ricandida come leader del partito più vicino al Capo dello Stato alla vigilia delle elezioni: «Forlani, Andreotti e Occhetto rappresentano l'archeologia della politica, mentre Cossiga sta costruendo la novità». Conclusione: la gente dimostrerà «con il voto se sta con Cossiga o con i partiti». Pierluigi Battista

Luoghi citati: Forlì, Italia, Roma