Il colpo a sorpresa si chiama Platini

Il colpo a sorpresa si chiama Platini Il colpo a sorpresa si chiama Platini Ultimo emozionatissimo tedoforo alla cerimonia d'apertura ALBERTVILLE. La più contaminata a interessante cerimonia d'apertura di Giochi olimpici ha visto, ieri ad Albertville, il severo Presidente della Repubblica francese, Mitterrand, fare allegro la ola con il pubblico e il calciatore iperprofessionista Michel Platini portare commosso la fiaccola al tripode: questo nel cuore di uno spettacolo raffinato, difficile e nuovissimo, firmato da Philippe Decouffle, giovane da ieri lanciatissimo, visto fra l'altro che costa poco e si affida all'intelligenza più che al fasto. Platini: si diceva che l'onore dell'ultima frazione sarebbe toccato a Gerard d'Aboville, quello che si è fatto l'Atlantico a remi, o a Nathalie Bouvier, sciatrice vittoriosa su molti mali. Un mese fa Jean-Claude Killy, lo sciatore d'oro di Grenoble 1968 e il gran capo di Albertville 1992, andò da Michel, lo invitò e lo vincolò al segreto. Ieri lo speaker ha annunciato con forte suspense l'arrivo dell'ultimo tedoforo. Ingresso di Michel vestito di rosso e di bianco della Savoia, la tuta dei volontari dei Giochi, applausone, di corsa lo stadio tagliato a metà, poi un giro intero per incontrarsi con Frangois Cyrille Grange, neanche nove anni, uno e trenta, figlio di un maestro di sci di qui, scelta casualissima. I due insieme, altra traversata dello stadio, la lunga scalinata, la palla di fuoco che dalla loro fiaccola è salita via cavo al tripode. Abbiamo incontrato Platini. Emozionato, scoppiato. «Una partita giocata tutta da solo, una cosa bellissima e difficile, con il cuore che batteva per tante ra¬ gioni». Come mai lui? «Non lo so, so che sono contento di essere stato scelto. Sono stato anch'io uno delle Olimpiadi, ho giocato con la Francia a Montreal 1976». Milan-Juventus, adesso? «No, resto qui un po', mi hanno conquistato, imprigionato». Il cerimoniale olimpico è stato rispettatissimo. Oltre alle tre Repubbliche baltiche, anche Croazia (applauditissima) e Slovenia già con le loro bandiere. L'ex Urss, chiamata «squadra unificata deUe Repubbliche», con la bandiera del Ciò: applausini. Nessun applauso alla Jugoslavia. Tomba alfiere paziente e impeccabile per i nostri, incappottatissimi con eleganza. Killy e Barnier, i due presidenti dell'organizzazione, hanno invitato Samaranch, presidente del Ciò, a invitare Mitterrand, Presidente della Francia, ad aprire i Giochi. Formuletta e via. Con Mitterrand ih prima fila la moglie, la signora Samaranch, la regina di Spagna, il tremendo gaffista Quayle vicepresidente Usa. Si è poi scatenato il coreografo giovane, è riuscito a darci uno spettacolo che ha fatto scordare la trovata penosa delle 64 ragazze, portacartelli delle squadre, serrate in bolle di plastica e la trovata criminosa di far parlare gli speakers, francese e inglese, sempre in rima. Per l'Italia «il soufflé sur le stade un grand vent de folie - au moment où arrive l'equipe d'Italie» (vi risparmiamo la versione inglese). Nel cielo prima abitato da una minipirotecnia e da due passaggi di aerei con fumogeni sono infine saliti, appesi a cavi e tirati da elastici, i fantastici acrobati di Decouffle. Gli sport delle nevi sono stati mimati favolosamente bene, le musiche elettroniche si sono sostituite alle note della Marsigliese cantata da una bambina savoiarda. Ci sono stati brividi non solo di freddo, per i trentatremila dell' «io c'ero». Sono stati proposti costumi dai colori tenui e intanto fortemente minerali, così possono essere pensati i colori della Luna, di Marte. Si sono viste macchine volanti, specchi magici, uomini con le ali. Alla fine l'esodo dei clown, dei giganti sui trampoli, dei mimi, delle donne guerriere stellari, 3000 tutti insieme (che pattinavano con rotelline su un fondo sintetico) fuori dallo stadio, per andare a giocare al gioco dei Giochi. Gian Paolo Or-mezzano