Per Olivetti e Pirelli una settimana di fuoco
Per Olivetti e Pirelli una settimana di fuoco Trattative sindacali anche su Uva ed Augusta Per Olivetti e Pirelli una settimana di fuoco ROMA. Parte domani la settimana decisiva per le vertenze Olivetti e Pirelli. Giovedì il ministro del Lavoro.ha convocato l'azienda di Ivrea e i sindacati per arrivare alla stretta finale del difficile negoziato. Secondo la convinzione comune si potrà raggiungere un'intesa solo risolvendo il nodo di Crema. L'Olivetti potrebbe chiudere lo stabilimento solo in cambio di una riduzione dei 2200 esuberi denunciati da assorbire in parte attraverso un consorzio e in parte attraverso la concessione da parte dello Stato di ulteriori prepensionamenti. Situazione più complicata per la Pirelli. Azienda e sindacati si incontreranno da Marini mercoledì. La notizia che la Pirelli ha dato il via alle procedure di licenziamento collettivo per 263 lavoratori dello stabilimento di Seregno ha raffreddato l'atmosfera, provocando dure critiche dei sindacati, nonostante ieri il ministero del Lavoro abbia cercato di sdrammatizzare. Sotto i riflettori sindacali anche l'Augusta, il cui piano di risanamento, che prevede quasi 2000 tagli nel '92, è «doloroso e inevitabile, necessario ma non sufficiente», secondo Franco Aloia, segretario nazionale della Firn Cisl. La Cisl chiede garanzie per i prepensionamenti, più impegno nella ricerca e una ristrutturazione finanziaria. Ma l'emergenza occupazione non termina qui. Sul piatto c'è anche il confronto tra l'Uva e i sindacati, che dovrebbe slittare dalla prossima settimana a quella successiva. I sindacati sono già in allarme. La cifra, che circola, di 6 mila nuovi esuberi nel comparto è, infatti, considerata «verosimile» e «approssimata per difetto». Dei 50 mila dipendenti del gruppo, 9500 sono già in cassa integrazione e poco meno della metà di questi potranno accedere ai prepensionamenti.
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