Spazzatura Lumbard; i regali dei politici prima delle elezioni

Spazzatura Lumbard; i regali dei politici prima delle elezioni LETTERE AL GIORNALE Spazzatura Lumbard; i regali dei politici prima delle elezioni La vita di un visone vale meno a gennaio? Voglio ringraziare tutte le donne che hanno scelto di acquistare una pelliccia ecologica; queste donne hanno finalmente capito che il visone, la volpe femmina argentata, il montone... non sono delle fibre tessili come il cotone o la lana, ma esseri viventi con un cervello e un cuore come il nostro. Se fino a qualche anno addietro acquistare e indossare una pelliccia vera poteva anche essere un segno di prestigio, ora significa solo ignorare che esistono gli allevamenti intensivi in cui animali come le volpi, il cui territorio naturale dovrebbe essere di 10 km quadrati circa, sono rinchiuse in gabbiette in cui non possono neanche ruotare la testa. Significa ignorare che queste volpi vengono barbaramente uccise con una scarica elettrica, introducendo un elettrodo nel loro ano, oppure con lo schiacciamento della cassa toracica comprimendo l'animale tra due assi: la morte giunge lentissima, anche dopo quindici minuti. Significa ignorare che per fare una pelliccia di scoiattolo occorrono 150-200 pelli. Significa ignorare che i visoni, animali solitari e abituati a vivere in vasti spazi in cui possono correre e nuotare, vengono rinchiusi in due o tre in anguste gabbie, dove capita che la follia, dovuta alla reclusione, faccia scoppiare delle zuffe violentissime. E tutto questo in nome dell'interesse di poche persone, che in questo periodo hanno ancora il coraggio di praticare sconti sui «capi di fine stagione»: ma allora la vita di uno scoiattolo o di un visone vale di più a dicembre e molto meno a gennaio? Non capisco. Andrea Gallo Lassere Castellamonte Il ricco Nord 1 non sa riciclare Circa 2.200 tonnellate di spazzatura Lumbard vengono ogni giorno disseminate in altre regioni italiane in discariche talvolta non del tutto funzionali. Mentre le confinanti regioni Nordiste per motivi di opportunità non sollevano il problema, dalla trasmissione tv Profondo Nord abbiamo assistito alla vibrata protesta di Marche, Umbria, Campania e Puglia. Se ricordo bene i sindaci dei Comuni di Lecce, Brindisi e Conversano intendono portare oltre il problema e sembra che in atto vi sia attenzione della magistratura. I Lumbard sono quotati primi in Europa per ricchezza: ci si chiede come e perché non siano adeguatamente attrezzati per il riciclaggio della spazzatura. Aldo Coppola, Genova Studi sociali Lega ligure Genova scippa la posta aerea a Torino Si chiude la legislatura fra polemiche ed esternazioni. I senili governanti, a cominciare da Andreotti, sono rimasti appiccicati poco dignitosamente alle poltrone sino all'ultimo, fra la sfiducia dei cittadini. Ma prima di levarsi di mezzo il governo Andreotti ha compiuto alcuni atti che aumentano i danni al Paese, già oberato da 1.400.000 miliardi di debito pubblico: «après moi le déluge» come ai tempi del re di Francia! II ministro Cirino Pomicino, economista dilettante, zitto zitto ha deciso un rifinanziamento di 24.000 miliardi per il CentroSud: somma che serve per elargizioni fantasiose a chiunque si presenti per battere soldi. Altri finanziamenti preelettorali per accontentare il ministro de Gianni Prandini: 1750 miliardi per l'acqua alta di Venezia, città già beneficiata da flussi turistici enormi. Contemporaneamente il Prandini ha negato al Piemonte le poche centinaia di miliardi per raddoppiare la funerea Torino-Savona: 740 morti in 10 anni per incidenti, i piemontesi continuano a spiaccicarsi sull'asfalto fra la cinica in- differenza dei governanti romani. Stesso discorso per l'autostrada Torino-tunnel del Fréjus, in eterna attesa di finanziamenti per la sua ultimazione. Ma prima di dimettersi il governo meridionalista di Andreotti ha trovato il modo di fare un'ultima carognata ai danni di Torino: il ministro delle Poste Carlo Vizzi- ni, palermitano, ha deciso con criteri dittatoriali di spostare l'inoltro della corrispondenza aerea dall'aeroporto di Caselle a quello di Genova, senza alcun plausibile motivo. E i parlamentari piemontesi? Come al solito pavidamente zitti. Amedeo Nolte, Torino Stato ingiusto con alcuni pensionati Ho letto su La Stampa del 4 febbraio la lettera del signor Giuseppe Coronelli di Cologno Monzese (Associazione famiglie anziane) dal titolo: «Penalizzate le coppie con una sola pensione». Condivido piena¬ mente le argomentazioni svolte, sia per quanto attiene l'ingiustizia sul ticket, sia per quanto concerne «la coppia di anziani monoreddito (22 milioni) costretta a pagare un'Irpef più che doppia rispetto a quella pagata dalla coppia pari reddito con due pensioni». Come pensionato, vorrei aggiungere un'altra «perla». I quiescenti che superano, sia pure di pochi spiccioli, i 18 milioni lordi annui devono pagare la «tassa sulla salute» (S.S.N.). Mentre chi arriva a 17 milioni e 999 mila lire non paga la gabella testé citata. Io che ho superato di poche lire i 18 milioni di pensione nel 1991 ho dovuto sborsare 195.000 lire (trattenute nel bimestre di gennaio scorso). Ora, se la matematica non è un'opinione, chi è il «benestante»... il sottoscritto che ha percepito 18 milioni e 10 mila lire oppure il pensionato al quale sono stati attribuiti 18 milioni esatti e quindi non si è visto sottrarre le 195.000 lire di tassa sulla salute? Signor Coronelli, credo che entrambi possiamo porci la seguente domanda: è mai possibile che questo governo non ne combina una buona neppure per «sbaglio»? Gaetano Taraschi Opus Dei e l'albero di Zaccheo Immaginate per un attimo un ufficio redazione in cui ognuno si impegnasse secondo coscienza a compiere nel modo più perfetto possibile le sue mansioni, sbagliando più volte, ma rettificando al più presto. Dove quindi siano rare e presto risolte le discordie. E se fosse tutto vero? Questo è l'Opus Dei: lavoro svolto in sintonia con Dio. Al di là di ogni polemica, non c'è ambiente in cui io abbia trovato più disinteresse nell'amicizia, più generosità nel mettere figli al mondo, più radicalità nel predicare gli insegnamenti del Magistero, più disponibilità da parte dei sacerdoti ad amministrare la Confessione, più cura e attenzione ai malati, più incitamento alla serietà nello studio, ad alzarsi presto al mattino e rifarsi il letto, più limpidezza evangelica nella predicazione della castità matrimoniale e più gente che la vive, più sollecitudine nel mettere i propri beni materiali solo al servizio dell'apostolato. Paragono l'Opus Dei all'alberello che permise al pubblicano Zaccheo di vedere il maestro che passava. Chi vi si avvicina per altri fini che non siano spirituali se ne allontana subito perché ci sono tanti alberi più belli. E' solo doloroso sentire menzogne su qualcosa di santo, ma' del resto qualcuno decise di uccidere Gesù proprio dopo la resurrezione di Lazzaro e dopo tante prove della sua divinità, perché Dio è scomodo. Vorrei rispondere riguardo all'Opus Dei quello che Gesù disse a chi gli domandava «Maestro, dove abiti?»: Venite e vedete. E vedrete anche quel capolavoro di spiritualità scritto dal fondatole monsignor Escrivà, e leggerete il punto 456: «Far della critica, distruggere, non è difficile: il più rozzo manovale sa conficcare i suoi ferri nella pietra nobile e bella di una cattedrale. Costruire: questo è lavoro che richiede maestri». Marina Picker, Palermo L'editore di Domenico Rea Nel servizio di ieri su questa pagina, abbiamo pubblicato in anteprima brani dal libro L'ultimo fantasma della moda, il «galateo tascabile» di Domenico Rea sull'eleganza maschile. Per un taglio tecnico è caduto il nome dell'editore: Leonardo, di Milano. Ce ne scusiamo con lui e con i lettori. [r. c.J