Una regione di crimini e delitti i racconti di tredici giallisti bolognesi di Oreste Del Buono

I nipotini di Chandler arrivano dalla via Emilia Una regione di crimini e delitti: i racconti di tredici giallisti bolognesi I nipotini di Chandler arrivano dalla via Emilia o GNI volta che in qualche banca o aeroporto o stazione incrocio qualcuno in executive blu e briefca- I se in mano, puntualmente mi chiedo se sia una persona soddisfatta o meno del proprio lavoro, e che tipo di rapporto abbia con la sua condizione professionale e la posizione socialmente raggiunta. Sarà perché ne vedo tanti, di executive e completi fumo di Londra, e paiono tutti posseduti dalla smania di arrivare chissà dove: anche i quadri superiori, coi quali tratto sovente, individui assai ben sistemati laddove si può ciò che si vuole... pure loro sapeste! Personalmente mi trovo bene come sto: è la posizione giusta, direi, che rappresenta il livello di sicurezza. C'è troppo stress ai piani alti...». Con questa ostentata dichiarazione di serenità inizia Un giorno nella vita di Lorenzo Marzaduri, il racconto più terribile della raccolta I delitti del Gruppo 13 appena edita da Metrolibri di Bologna. Cos'è, tanto per cominciare, il Gruppo 13? Inizialmente; per l'esattezza, si è parlato del Gruppo dei 13. Tredici giallisti bolognesi messisi insieme per scambiarsi opinioni e racconti, visioni dell'Emilia-Romagna ormai sempre più ricorrenti nella cronaca nera nazionale e strategie editoriali. II creatore di Sarti Antonio Ovviamente, il primo punto di riferimento è stato Loriano Macchiavelli il creatore, nel 1975, in Fiori alla memoria, del sergente della Ps Sarti Antonio, recentemente affermatosi in televisione grazie anche alla grande interpretazione dell'attore Gianni Cavina. Un altro punto di riferimento è stato Carlo Lucarelli, il creatore, nel 1990, in Carta Bianca, del commissario De Luca, sempre della Ps, ma della Ps della Repubblica di Salò agli sgoccioli. A forza di parlare, è venuta fuori l'idea di un'anto- logia. E di un'antologia illustrata perché l'Emilia-Romagna s'è fatta un nome nei fumetti di cronaca e fantasia nera, e può vantare eccezionali disegnatori a partire dal capo scuola Magnus (al secolo Roberto Raviola), creatore nel 1964 del personaggio criminalissimo di, appunto, Kriminal, presto affiancato da Satanik,e da tanti altri eroi del male. L'antologia ha avuto anche un curatore, Massimo Moscati, già curatore'per gli Originals degli Oscar Mondadori di una sezione dedicata al nero italiano e soprattutto di un'antologia intitolata appunto Nero italiano e ospitante 27 racconti metropolitani di giovani autori (tra cui più d'uno dell'Emilia-Romagna). Però c'è stata qualche complicazione nella costruzione di questa nuova raccolta, e si è verificato un piccolo giallo, quasi inevitabile data la presenza di tanti giallisti. Così, alla fine, la firma del curatore è restata in copertina e ne è pure restata nel volume la prefazione dal titolo «I 13 di Bologna», ma Massimo Moscati non si è fatto vedere neppure alla presentazione de I de¬ litti del Gruppo 13 all'Archiginnasio di Bologna, e i tredici non sono risultati neppure tredici, ma, per l'esattezza, dodici e, a voler essere pignoli, di questi dodici, solo dieci erano scrittori, gli altri due erano disegnatori. Pare, insomma, che ci sia stato un certo scontro di vedute tra il curatore che pensava a delle storie omogenee, con regole rigide (come quelle con cui il «capitano» Joseph Shaw aveva allevato in Black Mask una quantità di scrittori della scuola dei duri, da Dashiell Hammett a Raymond Chandler) e la volontà, e la voluttà, dei giallisti bolognesi, gelosi della propria individualità. Hanno vinto gli autori di ispirazioni e di possibilità diverse. Così sotto la stessa copertina, troviamo un violento e concentrato racconto d'azione come La ragazza della piscina, di Pino Cacucci (storia di un'esecuzione a pagamento appunto in una piscina, ma non di Bologna, di Nìmes, Francia); un denso e sinistro racconto di deduzione scolastica come Esame di maturità di Massimo Cartoni (un intrigo tra professori, allieve e po- lizia a Reggio Emilia); un alimentare e metafisico racconto di un uxoricidio come La pasta al sugo di Nicola Ciocoli (un'altra esecuzione, ma non per interesse, per odio, che non si svolge a Bologna, ma in un paesino di montagna, e in cui più di lui e di lei contano la pasta Barilla, una mosca e Dio); un racconto storico e malizioso come Ser Niccolò e il dentifricio della Contessa di Danila Camastri Montanari (un intrigo del 1499 con personaggi illustri, che rappresenta un notevole sforzo della narratrice di storie criminali dell'Impero Romano per avvicinarsi al nostro tempo e anche a Bologna; infatti, è ambientato a ForS)... Insomma, i dieci giallisti bolognesi, almeno di residenza, se non d'origine, si comportano molto più indipendentemente dei Dashiell Hammett, Raymond Chandler, Thomas Walsh, Erle Stanley Gardner e George Harmon Coxe eccetera di Black Mask del «capitano» Joseph Shaw. Il nucleo più strettamente bolognese è costituito dai racconti Radio Serva di Marcello Fois (un regolamento di conti e d'amore tra travestiti), Nikita di Carlo Lucarelli (la notte brava dell'ispettore Callaghan, al secolo Coliandro della Mobile), Una sera in via dell'Inferno di Loriano Macchiavelli (il fosco passato della guerra che suggestivamente rivive nel quartiere ebraico), Un giorno nella vita di Lorenzo Marzaduri (la stazione di Bologna prima di un attentato). Questi racconti sono evidentemente legati dalla consapevolezza di una città antica precipitata nella modernità, da una sensibilità allarmata e allarmante. Ma già altri racconti premono con altre località, Mattinata di Gianni Materazzo non è l'indicazione di tempo di una giornata ma di Mattinata, in provincia di Foggia, dove è avvenuto un incidente mortale (la scoperta di un omicidio fatta a poco a poco da uno dei responsabili). Una crisi di coscienza. E di una crisi di coscienza si tratta anche in Racconto dal Mare del Nord di Sandro Toni, discorsi durante una crociera che finiscono per evocare, anzi svelare, una serie di delitti, cruenti o non, in varie parti d'Italia con un colpevole insolito almeno nei romanzi gialli (con l'eccezione dello straordinario romanzo di Ruth Rendell, Lo morte non sa leggere): l'analfabetismo. La banalità del male Il racconto che più mi ha colpito, comunque (lo ripeto) è Un giorno nella vita di Lorenzo Marzaduri perché a parlarci in prima persona in questa storia è la banalità del male. «Le spiacerebbe tenermi d'occhio la valigia un istante? Mi sono ricordato di una cosa che devo fare. Starò via poco», dice il futuro pluriomicida alla mamma della bimba con cui ha indugiato a scherzare con affetto. Un'ultima carezza alla bimba, un'ultima raccomandazione: «Non fare arrabbiare la mamma, intesi?». E se ne va. Oreste del Buono Le inquietudini d'una città antica precipitata nella modernità Due disegni (di Onofrio Catacchio e Giorgio Carpinteri) che illustrano i racconti dell'antologia «I delitti del Gruppo 13», pubblicata da Metrolibri di Bologna