La famiglia Conocchiella contro il ministro Scotti

La famiglia Conocchiella contro il ministro Scotti Contestate le indagini compiute sul sequestro La famiglia Conocchiella contro il ministro Scotti CATANZARO. E' uscita allo scoperto la famiglia Conocchiella, con una lunga serie di critiche alle indagini sul sequestro di Giancarlo Conocchiella, rapito nell'aprile scorso a Briatico. Ieri ha reso noto il testo di una lettera aperta al ministro Scotti, in cui denuncia il «più assoluto e spregevole scollamento nelle indagini». «Lo dimostra il fatto che noi familiari dobbiamo apprendere certe notizie dalla prima pagina della "Gazzetta del Sud'». La famiglia fa riferimento ad un articolo nel quale si ipotizza che Conocchiella possa essere morto. «E' giunto il momento - è detto nella lettera - di chiederci a cosa sia valsa la nostra disponibilità, l'alto senso dello Stato. C'è stato chiesto di collaborare e lo abbiamo fatto pienamente; c'è stato imposto il blocco dei beni per non pagare l'eventuale riscatto; c'è stato imposto il silenzio stampa nella fase iniziale del sequestro e lo abbiamo fatto. Più di questo non potevamo fare». 1 familiari di Conocchiella affermano che «nell'immediatezza la professionalità degli inquirenti si rilevò di basso livello, addirittura artigianale... Abbiamo indagato, nella fase iniziale, noi familiari, raccogliendo testimonianze ed indicazioni che "riportavamo" quotidianamente. Quelle indicazioni portano oggi al capolinea degli autori del sequestro di Giancarlo, che tuttora continuano a pascolare», [d. mi.] Giancarlo Conocchiella rapito lo scorso aprile in Calabria

Persone citate: Conocchiella, Giancarlo Conocchiella

Luoghi citati: Briatico, Calabria, Catanzaro