Festival la prima nata è del giudice di Gian Piero Moretti

Festival, la prima nota è del giudice A quattro politici sanremesi sarebbero andati 870 milioni per l'edizione del 1989 Festival, la prima nota è del giudice Tangenti-story: dodici avvisi, nei guai Aragozzini SANREMO. E' ufficiale: la Procura della Repubblica di Sanremo ha chiesto il rinvio a giudizio di Adriano Aragozzini per la «Tangenti story». I giudici lo accusano di corruzione: bustarelle per 870 milioni che avrebbe consegnato almeno a quattro politici sanremesi per assicurarsi il Festival del 1989 ed ipotecare l'organizzazione di quello successivo. Lui nega e denuncia un complotto architettato dal «sottobosco marcio della canzone». In tutto, le richieste di rinvio a giudizio sono dodici. Quattro posizioni sono state stralciate per un supplemento di inchiesta; solo una è stata archiviata per il decesso dell'interessato. Da ieri il voluminoso dossier è passato nelle mani del Gip, il giudice per le indagini preliminari. La prima udienza è prevista in aprile. Poi il processo. A fianco al nome del patron, figurano quello del marchese Antonio Gerini, il grande accusatore che, nel gennaio dello scorso anno, aveva fatto scoppiare lo scandalo. Poi i politici: l'ex sindaco Leo Pippione; l'assessore al Patrimonio Agostino Carnevale; l'ex assessore al Turismo Guido Goya, tutti de, e Pino Fassola, pri, assessore al Turismo in carica quando il Festival passò dalle mani della coppia Ravera-Bixio a quelle di Adriano Aragozzini. Infine i mediatori: Sergio Nanni, ex direttore artistico del casinò; Roberto Taurini, avvocato, al centro di un'inchiesta dell'Ordine forense, e Roberto Basso, giornalista. Concorso in corruzione anche per il commercialista di Aragozzini, Armando Bordoni, e due «pesci piccoli»: Guido Feri, impresario artistico di provincia, ed Eraldo Capitini, esponente del movimento sociale. I nomi di altri due politici figurano fra le posizioni stralciate: l'assessore al Turismo Ninotto Sindoni e l'ex assessore Bruno Giri, entrambi de. Poi due figure minori: Wanda Burali, convivente di Fassola, e Nicola Prisco, ristoratore. Archiviata la posizione di Italo Cesarini, commercialista roma- no: è morto. Gennaio 1991, vigilia del Festival. Gerini accusa: «Aragozzini ha corrotto i politici». Scatta l'inchiesta, ma il Festival va avanti. Febbraio 1992, ancora alla vigilia della rassegna canora, arrivano le richieste di rinvio a giudizio. Aragozzini è sempre alla guida del Festival, anche se questa volta soltanto in veste di «produttore esecutivo» e in coppia con il tandem Ravera-Bixio. Il contratto che lo lega alla Rai per tre anni è stato contestato dal Comune. Il sindaco Onorato Lanza ha già preparato una lettera di protesta da indirizzare al direttore di Raiuno Carlo Fuscagni. Finisce un'inchiesta e forse ne scatta un'altra. Riguarderebbe il Festival 1991 e la lotteria abbinata alla manifestazione. Per ora sono soltanto indiscrezioni anche se si parla già di nuove informazioni di garanzia per altre possibili tangenti. Intanto Adriano Aragozzini ha negato tutto. Ieri, dopo la richiesta di rinvio a giudizio, ha diffuso una breve nota per ribadire la sua estraneità ai fatti. «Non ho assolutamente consegnato né libretti al portatore, né assegni, né denaro a nessun amministratore comunale come a nessun'altra persona o ente interessato al Festival». Gian Piero Moretti Adriano Aragozzini

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