Martelli: legittima difesa per combattere la mafia di Francesco La Licata

Martelli: legittima difesa per combattere la mafia Il ministro ai commercianti taglieggiati, che replicano: la nostra unica arma è la denuncia Martelli: legittima difesa per combattere la mafia ROMA. Di fronte alle minacce sempre più agguerrite che vengono dalla criminalità organizzata, si può anche pensare di fare ricorso all'uso della legittima difesa: «Meglio il Far-West che far vincere la mafia». L'affermazione è di Claudio Martelli, ministro della Giustizia e vicepresidente del Consiglio. L'ha pronunciata ieri mattina, intervenendo nella puntata di «Mixer», il programma d'attualità di «Raidue», dedicata ai problemi della giustizia. Durante la registrazione della lunga intervista al ministro («Mixer» andrà in onda domani sera), il conduttore, Giovanni Minoli, ha mostrato le immagini di una commerciante pugliese che ha subito tre intimidazioni. L'ultima particolarmente drammatica: «Uccideremo la tua bambina con una overdose», ha minacciato al telefono la voce anonima che chiedeva il «pizzo». Da quel momento, la donna ha imparato ad usare le armi. Commentando la decisisone della commerciante, Martelli ha detto: «Esiste la legge sulla legittima difesa che è pienamente giustificata quando ci sono sopraffazioni di questa natura, come la minaccia di uccidere i bambini con la droga. E comunque è meglio il Far-West che la vittoria della mafia». Parole che hanno suscitato più di una perplessità, soprattutto presso i principali interessati: cioè i commercianti e gli operatori economici, al centro della morsa stretta dal crimine. L'ex presidente dell'Acìo l'associazione di Capo d'Orlando citata dallo stesso Martelli come segnale nuovo di questo «fiorire di iniziative» contro la mafia Tano Grasso difende la scelta dei commercianti di «rinunciare al¬ la difesa privata, all'autotutela», per seguire la via della legalità, «affidando allo Stato l'esercizio della Giustizia e non della forza. Non possiamo stare sullo stesso piano dei delinquenti e dei criminali. E la vicenda degli esercenti di Capo d'Orlando, conclusasi con una sentenza di condanna per i mafiosi del racket indicati in aula dalle vittime, è la conferma più clamorosa che la via legale può pagare». «La legittima difesa non può essere la legge del taglione». Questo il commento di Antonio Morelli, il presidente del tribunale di Taranto che ha firmato la sentenza di condanna nell'altro processo contro il racket delle estorsioni. «Cioè - spiega il magistrato - può essere riconosciuto il diritto alla difesa in presenza di una minaccia che metta a repentaglio immediatamente l'incolumità, non quando il pericolo sia già passato». Difendersi anche da soli? Rispondere colpo su colpo? «E' una eventualità che tutte le associazioni di categoria hanno bocciato, già da vari anni». Carmelo Miceli, segretario generale della Confcommercio siciliana, non ha dubbi. «Non è questa la strada da seguire. L'abbiamo scartata anche all'epoca del boom delle rapine che pure esasperava i nostri colleghi. Abbiamo sempre consigliato di non reagire alla violenza con la violenza. E' giusto procedere sulla via del diritto e della legalità. Le nostre armi devono essere il coraggio e la denuncia». Neppure i commercianti di Palazzolo Acreide, famosi in Italia per aver «inventato» le ronde notturne contro gli attentati, sembrano entusiasti del FarWest. «E' vero - dice Paolo Caligiore, uno delle ronde - abbiamo creato i picchetti, ma noi andiamo in giro disarmati. Non spetta a noi fare giustizia». E se arrivano quelli del racket? «Chiamiamo i carabinieri, con cui siamo perennemente collegati. No, non siamo giustizieri. Siamo persone oneste, per questo avremmo gravi problemi se posti nelle condizioni di dover premere il grilletto». «Mixer» prendeva lo spunto dalla gravissima situazione della Puglia, ostaggio della criminalità, ma il ministro ha toccato diversi aspetti del problema-mafia. Martelli ha affermato che il crimine «è il più grande problema contemporaneo, il nemico numero uno dopo che è finita la divisione del mondo in blocchi». Ma secondo Martelli l'Italia «non è la perla nera di un universo pacificato» ed ha citato New York, dove si calcola che «il 10 per cento delle attività pubbliche è controllato dalla criminalità». Martelli ha difeso le iniziative del suo ministero e dell'Interno, chiamando in causa «la potente corporazione dei magistrati o settori della polizia o dei carabinieri o della guardia di finanza che nel passato non hanno fatto per intero il loro dovere», ma anche criticando «i governi che non sono intervenuti tempestivamente». Francesco La Licata Il ministro della Giustizia Martelli. Durante la trasmissione televisiva Mixer ha invitato i commercianti taglieggiati all'uso della legittima difesa

Persone citate: Antonio Morelli, Carmelo Miceli, Claudio Martelli, Giovanni Minoli, Paolo Caligiore, Tano Grasso

Luoghi citati: Italia, New York, Palazzolo Acreide, Puglia, Roma, Taranto