Sotto la capitale, una Mosca-bis

Sotto la capitale, una Mosca-bis Sotto la capitale, una Mosca-bis Bunker, fabbriche, arsenali, ferrovie e metrò MOSCA DAL NOSTRO corrispondente Il più famoso menestrello sovietico, il defunto Vladimir Vysotskij, già anni fa cantava: «Dicono che stiano costruendo una città sotto terra, dicono sia in caso di guerra nucleare». Sono passati più di 20 anni, ma la Mosca sotterranea resta un segreto ancor oggi, dopo il crollo del regime comunista. Eppure esiste. Una serie di bunker anti-atomici, depositi militari e civili, e un'intera città pronta ad ospitare i massimi dirigenti del Paese. Il tutto collegato da linee segrete della metropolitana, per una lunghezza di 100 chilometri. Fu Ivan il Terribile a iniziare gli scavi, chiamando l'italiano Aristotele Fioravanti a costruire una serie di passaggi sotterranei attorno al Cremlino. Di uno di essi si servì addirittura Napoleone, per sfuggire all'incendio di Mosca. La storia, si sa, si ripete, e dopo il fallimento del golpe il leader comunista della capitale, Jurij Prokofev, usò uno dei nuovi passaggi per sfuggire alla folla che assediava il Comitato centrale. Per il controllo della città sotterranea esisteva un diparti- mento speciale del Kgb, quello «dei bunker». E probabilmente esiste ancor oggi, anche se qualcosa, dopo il golpe, è stato rivelato. Nel sottosuolo della capitale russa lavorano non meno di 15 fabbriche, un centro direzionale per la difesa civile, una redazione segreta dell'agenzia «Tass», e più di cento altre strutture della difesa civile. Un grande bunker sotterraneo, su diversi piani, si trova proprio sotto al mausoleo di Lenin, sulla piazza Rossa, e contiene sale sportive, una biblioteca, laboratori e un armeria. Ma la parte più imponente della Mosca sotterranea, quella destinata a scopi militari, viene gelosamente custodita da occhi indiscreti. «The Soviet Military Power», annuario americano della difesa, afferma che sotto i piedi dei moscoviti vi sarebbero almeno tre linee ferroviarie segrete. La prima, lunga 27 chilometri, dal Cremlino all'aeroporto di Vnukovo, a Sud-Est, passando per il bunker anti-atomico di Ramenki. La seconda, sempre partendo dal Cremlino, coprirebbe 60 chilometri verso Sud, arrivando fino ai bunker del quartier generale delle Forze armate, e passando per il centro direttivo dello spionaggio estero, a Jasenevo. La terza, orientale, congiungerebbe il Cremlino al centro sotterraneo per la difesa antiaerea, situato a 25 chilometri dal centro di Mosca. Assurdo? Per nulla. Il settimanale «Argumenty i fakty», citando un anonimo funzionario del Kgb, ha confermato l'esistenza del bunker di Ramenki, costruito tra la metà degli Anni 60 ed il '75 per ordine di Leonid Breznev: diversi piani situati tra i 70 ed i 120 metri di profondità, ciascuno con un'area di due chilometri quadrati, e in grado di .ospitare 120 mila persone per 25-30 anni in caso di attacco atomico. «La città fu attrezzata con le migliori tecnologie del tempo», con camere di lusso, lavanderie, cinema, depositi alimentari e di vestiti. L'enorme bunker avrebbe dovuto ospitare in caso di attacco l'intera dirigenza del Paese, l'apparato del pcus e i funzionari dei ministeri chiave, con le loro famiglie. «Dicono che Breznev, visitando la città, ne fu entusiasta», [f. s.l

Persone citate: Aristotele Fioravanti, Breznev, Jurij Prokofev, Lenin, Leonid Breznev, Vladimir Vysotskij

Luoghi citati: Mosca