Blitz serbo in Macedonia

Blitz serbo in Macedonia LArmata blocca l'aeroporto della Repubblica secessionista Blitz serbo in Macedonia Belgrado accusa la milizia di Skopje «Voleva portarcelo via con le armi» ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Decisa a impedire il distacco della Macedonia da quel che rimane della vecchia federazione, l'Armata serbo-federale starebbe per bloccare l'aeroporto di Skopje, il principale nodo di comunicazione della più meridionale delle Repubbliche jugoslave. L'allarme è stato dato da alcuni quotidiani macedoni che scrivono delle unità speciali dell'esercito giunte a Skopje con il compito di rendere inagibile l'aeroporto. I militari che hanno rafforzato la difesa intorno agli edifici centrali e alle piste stanno minando i dintorni per respingere un eventuale attacco da parte delle forze di polizia macedoni. L'operazione si sta svolgendo sotto il comando del ministro della Difesa federale, generale Blagoje Adzic, che ha mandato a Skopje alcuni tra i suoi ufficiali più fidati. La tensione tra l'esercito di Belgrado e le autorità della Macedonia sta crescendo da quando i dirigenti di Skopje hanno chiesto alle forze armate federali di ritirarsi dal territorio della Repubblica che ha proclamato la propria indipendenza. Pochi giorni fa la polizia macedone ha preso il controllo di alcuni valichi di confine, scatenando le ire di Belgrado. L'ex Presidenza federale ha immediatamente ammonito il presidente macedone Kiro Gligorov di non interferire con lo Stato jugoslavo. Ma i macedoni non si sono lasciati intimorire. Dopo aver ritirato i loro funzionari dagli organi federali, adesso vogliono una difesa autonoma. Skopje non solo chiede il ritiro dei militari, ma reclama le armi della propria difesa territoriale. Non vogliamo fare lo stesso errore della Croazia e ritrovarci disarmati alla mercé di un'armata di gran lunga superiore, dicono i leader macedoni, sempre più decisi a proseguire sulla via dell'indipendenza, confermando così la scelta espressa nel referendum popolare dello scorso autunno. Dopo Slovenia e Croazia, la Macedonia è infatti stata la terza Repubblica jugoslava a votare per la propria sovranità. Non è stata una decisione facile per questa Repubblica all'estremo Sud della Jugoslavia, isolata geograficamente ed economicamente dall'Europa. Tanto più che Belgrado l'ha sempre considerata un proprio feudo. Per il nazionalismo gran-serbo la Macedonia è sempre stata la Serbia del Sud. Milosevic non ha mai preso sul serio la possibilità che Skopje potesse staccarsi dalla «sua» Jugoslavia. Anche sul piano internazionale Belgrado ha sempre parlato di una nuova mini-federazione costituita da quattro delle sei Repubbliche, compresa ovviamente la Macedonia. Ma nello scorso dicembre Skopje ha presentato alla Comunità europea la richiesta ufficiale per il riconoscimento. Anche se i Dodici non l'hanno ancora riconosciuta come Repubblica indipendente, la commissione europea di arbitraggio ha stabilito che la Macedonia soddisfa tutti i criteri per diventare Stato sovrano a tutti gli effetti. Non solo, ma alcuni Paesi vicini, Turchia e Bulgaria in primo piano, hanno già riconosciuto la Macedonia. L'ostacolo più grosso rimane il veto della Grecia. Atene si rifiuta di riconoscere la Macedonia con il suo attuale nome, perché in esso sarebbero implicite rivendicazioni territoriali nei confronti della Grecia. In realtà si tratta di strascichi della mai risolta questione delle minoranze. La Grecia si è sempre rifiutata di riconoscere la nazionalità macedone e di conseguenza la minoranza omonima sul suo territorio. Sulla base di interessi simili ultimamente si è rafforzata l'alleanza tra Grecia e Serbia. Alcuni quotidiani di Atene hanno persino scritto che in occasione della sua recente visita in Grecia il leader serbo Milosevic avrebbe chiesto al premier greco Mitsokakis di intervenire militarmente in Macedonia. Da mesi si parla infatti della possibile apertura di un nuovo fronte di battaglia al Sud. Itigrid Badurina

Persone citate: Blagoje Adzic, Blitz, Kiro Gligorov, Milosevic