Una Juventus caricata a calma di Fabio Vergnano
Una Juventus caricata a calma Una Juventus caricata a calma Trapattoni: in casi del genere è l'arma migliore TORINO. Non fosse per la massiccia e costante presenza di troupes televisive e di inviati dei principali quotidiani, non sembrerebbe di essere alla vigilia di una partita in cui la Juve si gioca la reputazione. La nebbia che in questi giorni avvolge il centro sportivo di Orbassano rende tutto più ovattato e anche la tensione tipica delle partitissime sembra svanire come per incanto. In altri tempi Trapattoni avrebbe preso atto della cosa con sospetto chiedendosi preoccupato come fosse possibile che un avvenimento tanto importante non elettrizzasse i giocatori. Oggi, invece, questa calma apparente non lo disturba affatto. Ma non è cambiato Trapattoni. E' cambiata la Juventus, ancora una volta di fronte ad una partita da «la va o la spacca», senza avere però la sensazione di essere mai stata veramente in corsa per un primato che un ingordissimo Milan tiene ben: stretto, lasciando a debita distanza la sua rivale più accreditata. Lo ammette anche Trapattoni: «Fossimo ad un punto dal Milan sarebbe tutto diverso». Infatti. A cinque lunghezze dalla capolista, la trasferta di domani a Milano si trasforma in un confronto importante, stimolante, ma forse non determinante neppure in caso di vittoria dei bianconeri, come ha ammesso qualche giocatore più prudente e pratico degli altri. Quindi ci si avvicina al grande evento facendo uso di realismo in dosi industriali. Trapattoni slalomeggia tra le telecamere della, Fininvest, accampate da giorni ad Orbassano nella speranza di cogliere una frase, un sospiro del tecnico juventino. Il suo pensiero, riservato a chi usa carta e penna e a microfoni di provenienza non berlusconiana, è ispirato da grande concretezza e praticità in per¬ fetta sintonia con il momento: «Siamo in una posizione di favore, ossia abbiamo poco da perdere e tutto da guadagnare. Mi va bene questo clima senza tensioni. Non è il caso di drammatizzare, perché oggi abbiamo necessità diverse rispetto ad altre occasioni e soprattutto non ci sono più quei giocatori, che io definisco con la barba bianca, inossidabili di fronte a certi avvenimenti e smaliziati al punto giusto». Non è una mozione di sfiducia nei confronti della Juve Anni Novanta. Anche questa è una piccola lezione di pragmatismo trapattoniano. Ovvero: non possiamo affrontare il Milan a parità di forze, vediamo almeno di scendere in campo con la tranquillità che può anche aiutarci a compiere una grande impresa. Ma attenzione a non cadere nella trappola-Milan. Trapattoni ha parlato chiaro ai suoi e rende pubblici certi con¬ cetti. L'ordine impartito è: «Non lasciamoci lusingare dal Milan». i Spiegazione ad uso dei non addetti ai lavori: il Milan è una squadra che ti illude, ti fa credere di avere il dominio del campo per poi infilarti nel momento in cui credi di averlo messo nel sacco. Ancora Trap: «Nessuno conosce come me il gioco dei rossoneri. Ti invitano a giocare e poi... Chi non ha capito questo è sempre uscito da San Siro battuto». Tanti complimenti, ma anche una legnata assestata con freddezza: «Giù il cappello di fronte a questo Milan, ma i record sono anche figli dalla fortuna. L'autogol di Verona, quello di Carrera al Delle Alpi, il rigore inesistente su Gullit. con il Foggia. Sono piccoli o grandi episodi che fanno capire che è l'annata favorevole». Fabio Vergnano
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