Leitner una leggera ironia nella «Quarta» di Bruckner

Leitner, una leggera ironia nella «Quarta» di Bruckner Il direttore per la Rai e Magaloff per l'Unione Musicale Leitner, una leggera ironia nella «Quarta» di Bruckner TORINO. Settimana di «grandi vecchi», o meglio di «grandi saggi», per il pubblico torinese che ha potuto applaudire in due serate consecutive Nikita Magaloff e Ferdinand Leitner sul podio dell'Auditorium; il maestro tedesco, legato all'Orchestra della Rai di Torino da una lunga consuetudine, ha diretto la «Quarta Sinfonia» di Bruckner, opera che sempre più spesso tende a comparire da sola in programma, pur non essendo particolarmente lunga, né tanto meno prepotente per natura. Con la sua musicalità asciutta, essenziale, con la sua leggera ironia di berlinese, Leitner sembra costituire un bel contrasto con i) maiuscolato sinfonico di Bruckner, con il suo tono fideista e pontificante; ma ò un contrasto quanto mai fecondo di originalità introspettiva; Leitner non alleggerisce Bruckner, ma il suo gusto attenuativo aderisce con tale immediatezza a tutti i gesti affettuosi e teneri, sì da moltiplicarli ed espanderli fra le grandi esplosioni e le solenni fanfare. Commoventi tutti gli indugi e i passi di danza, con sensibili, umoristiche accentuazioni; serissima per contro e assopita di melanconia la grande frase del secondo movimento: un vero ritratto della «religiosità sofferta» di Bruckner, come scrive Sergio Martinetti, «quel fittizio e alienante sipario d'Arcadia preparato da artisti italiani, come gli Al- tomonte e i Cartone, che lo circondava nell'ambiente conventuale di Sankt Florian». Il senso e il mordente della interpretazione di Leitner stava proprio nella sua capacità di suggerire il rapporto fra il chiuso del convento e l'aria aperta delle voci di natura, in uno scambio continuo che inverava a vicenda i due concetti espressivi; e tutto con pochi gesti, esatti come la sua visione musicale. Molto buona la prova dell'orchestra, nei fortissimi con qualche durezza di attacco rispetto all'impostazione sempre smussante del direttore; ma tale da riconfermare la schietta natura «bruckner-mahleriana» del nostro complesso, [g. p.l

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