Dylan Dog combatte l'incubo droga

Dylan Dog combatte l'incubo droga Ma in una delle sue avventure l'eroe dei fumetti si fa iniettare un allucinogeno Dylan Dog combatte l'incubo droga Protagonista nella campagna del Comune di Firenze MILANO. Baggio va in panchina. Scende in campo Dylan Dog. Per la seconda campagna antidroga il Comune di Firenze cambia testimonial passando dal putto che ha tradito l'amore degli ultra all'indagatore dell'incubo che seduce mensilmente migliaia di giovani con le sue avventure a fumetti. Dal 10 febbraio mille manifesti, duecentomila adesivi, sessantamila pieghevoli e un veicolo itinerante invaderanno il capoluogo toscano (poi altre città) con l'immagine del Rupert Everett cacciatore di sensazioni soprannaturali e slogan che vanno da «Per i "viaggi" meglio il treno» a «Non "ero" perché sono». «E' il personaggio giusto - assicurano al servizio tossicodipendenze di Firenze - un sondaggio commissionato prima della sua scelta ha rivelato che è il fumetto più conosciuto dai giovani». «Scenderà in campo con entusiasmo - confermano alla Sergio Bonelli editore -, senza chiedere alcun compenso». Ok, il testimonial è giusto, se combatte ogni mese il demonio e i suoi emissari può ben figurare contro le tossicodipendenze e l'Aids. Il ragionamento non fa una piega, la biografia di Dylan Dog, invece, ne fa almeno tre. La prima: lo 007 del paranormale ha un passato, più volte confessato pubblicamente, di alcolista, che gli ha richiesto un lungo periodo di disintossicazione e gli provoca talvolta, davanti a un buon whisky, qualche ricaduta. Come esempio contro le dipendenze non è dei migliori. Seconda pecca: non passa albo senza che il tenebroso Dylan si porti a letto la protagonista femminile di turno, solitamente dopo poche strisce dalla conoscenza e senza mai prendere precauzioni anti-contagio. Come esempio anti-Aids, è da bocciare. Terza, ma non ultima. Accade nell'albo numero 63. Titolo: «I vampiri». Trama: un gruppo rivoluzionario fa uso di una nuova droga che fortifica e permette di distinguere i corrotti e malvagi della società perché li si vede trasformati in vampiri. La pasionaria del gruppo, la bella Estrella già conosciuta «a fondo» qualche pagina prima, cerca di convincere Dylan a iniettarsi il siero. Lui recalcitra: «Non ho mai fumato neanche uno spinello! Sono all'antica, mi ubriacavo e ci ho messo anni per disintossicarmi». Poi cede e si lascia praticare la fatidica endovenosa. Alla fine dell'avventura, dopo che anche Dylan Dog ha scoperto che «i vampiri sono reali e vivono tra noi» (occupando poltrone di prestigio), annota nel suo diario: ((bisogna imparare a riconoscerli senza droga, a combatterli senza violenza...che cosa dicevano nel '68? Allargare l'area della coscienza... ma del '68 oramai si ride e la coscienza si restringe sempre più». Una scivolata nella droga e nella nostalgia. Un cattivo esempio? «Ma no - risponde l'editore quella storia insegna molto a chi la vul capire. E Dylan Dog è uno che combatte la droga, ma senza colpevolizzare i drogati, anche per questo ai giovani piace e lo ascolteranno». Lo rid L d è il udranno gridare: «La droga è il buio», lui che nell'oscurità cerca la chiave del mistero dell'esistenza. Lo vedranno con lo sguardo tagliente mentre afferma: «Né eroe né eroina», lui che è diventato un eroe perché ha creduto che tutto sia possibile, che questo non sia il solo dei mondi possibili, che in questo mondo non ci sia niente da insegnare a nessuno. E forse proprio per questo può diventare l'unico maestro ascoltabile. Gabriele Romagnoli Dylan Dog come appare nella campagna antidroga (sotto) e il fumetto in cui usa l'allucinogeno (a fianco) sdncpio?spoquesegnla vuDylanche drogacolpevolgati, anc

Persone citate: Baggio, Dylan Dog, Gabriele Romagnoli Dylan, Rupert Everett, Sergio Bonelli

Luoghi citati: Comune Di Firenze, Firenze, Milano