Violazione di segreto Due arresti per Gladio

Violazione di segreto Due arresti per Gladio La decisione della Procura di Roma Violazione di segreto Due arresti per Gladio In cella un ex ufficiale del Sisde Avviso di garanzia anche per Accame ROMA. Chiusa l'inchiesta su Gladio, la Procura di Roma va avanti nelle indagini parallele a quella su Stay behind. Nel mirino, stavolta, c'è uno dei più stretti collaboratori dei giudici della Procura militare di Padova, che invece continua ad indagare su Gladio ritenendola una struttura illegittima. Il tenente colonnello Walter Bazzanella, ex-direttore dell'Ufficio centrale per la sicurezza presso la presidenza del Consiglio e oggi consulente tecnico d'ufficio dei giudici militari padovani, è stato arrestato l'altro ieri su ordine della Procura romana. Con lui è finito in manette anche Enzo Pugliese, direttore del settimanale Punto critico, un'agenzia che sforna di continuo informazioni sui servizi segreti e di cui Bazzanella è collaboratore. Sono accusati di violazione del segreto di Stato. Un altro collaboratore dell'agenzia, l'ex-deputato Falco Accame, ha ricevuto un avviso di garanzia. Oltre agli arresti sono state effettuate delle perquisizioni nelle case e negli uffici degli indagati, e i documenti sequestrati sono tutt'ora all'esame dei giudici. L'indagine va avanti da diverse settimane. A Pugliese ed Accame, interrogati ieri nell'ufficio dei sostituti procuratori Franco Ionta e Nitto Palma, sono stati infatti contestati i contenuti di intercettazioni telefoniche e i risultati di alcuni pedinamenti. Non è ancora chiaro che cosa abbia spinto i magistrati romani a far scattare le manette, ma uno dei punti al centro dell'inchiesta è 1'«esercitazione Delfino», un'operazione descritta su un documento agli atti del processo Gladio che, secondo Pun¬ to crìtico, «era diretta ad impedire che si avessero a Trieste e in Friuli situazioni non gradite alla de». Qualcosa che rivelerebbe la natura e l'utilizzo illegale di Gladio, quindi, mentre nella sua requisitoria il procuratore Giudiceandrea ha scritto: «Deve concludersi per la ininfluenza di tale esercitazione rispetto alla tesi proposta dalla stampa e rispetto ad una eventuale "deviazione" della struttura Stay behind dai compiti delineati». Il documento che descrìve l'esercitazione Delfino (nella quale erano previsti anche "atti di terrorismo da addebitare all'insorgenza") è comparso agli atti dell'inchiesta romana su Gladio nel dicembre scorso, solo dopo che ne aveva parlato Punto crìtico e dopo che i giudici padovani ne erano entrati in possesso. Proveniva dagli archivi del Sismi, aveva scrìtto l'agenzia, ma quegli archivi erano stati sequestrati un anno prima dalla Procura di Roma, che di "Delfino" non aveva trovato traccia. Secondo quanto dichiarato da Accame, i giudici Ionta e Palma sono anche interessati ai passi di ingresso al palazzo della Marina dell'ingegner Luciano (pseudonimo di Licio Gelli) nel perìodo del sequestro Moro, una questione di cui Punto crìtico si è occupato recentemente. Nel suo atto d'accusa contro Gladio, il giudice istruttore di Venezia Felice Casson aveva definito «rilevantissima la consulenza tecnica della Procura militare di Padova (svolta da Bazzanella, ndr) da cui risulta in maniera del tutto certa e rassicurante» che Gladio non era una struttura della Nato. [gio. bia.)

Luoghi citati: Friuli, Padova, Roma, Trieste, Venezia