«Per sei mesi non viaggerò più» di F. S.
«Per sei mesi non viaggerò più» «Per sei mesi non viaggerò più» Il Presidente torna, oggi vertice sulle Forze Armate MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I capi di governo della Csi si riuniscono a Mosca per risolvere il contenzioso economico e dare ossigeno finanziario alle Forze armate. Ma come ormai d'abitudine, l'incontro si trasformerà in scontro, e la battaglia politica si è già allargata ai Parlamenti e alle piazze. «Non lascerò più la Russia fino a metà dell'anno» ha detto Boris Eltsin, tornato ieri' dalla Francia, promettendo di dedicarsi interamente alla politica interna. E sarà bene. Nel Parlamento russo per un soffio non è passata una risoluzione che avrebbe limitato sensibilmente i suoi poteri. Lo «speaker» del Soviet, Khazbulatov, ha denunciato «alcuni personaggi vicini a Eltsin, che tentano di limitare l'autorità del Parlamento». E lo stesso vice di Eltsin, Rutskoj, pubblica oggi sulla «Pravda» l'ennesima requi¬ sitoria contro la riforma economica, proponendo una ricetta più conservatrice. In una sfida a contarsi, democratici e comunisti hanno indetto una serie di manifestazioni concorrenti. Oggi il movimento «libertà» spera di radunare 35 mila persone a difesa di Eltsin ai piedi del Cremlino. Dall'altro lato dello schieramento, le organizzazioni «nostalgiche» riunite nel cartello «Mosca lavoratrice», terranno un comizio «delle pentole vuote», per protestare contro il vertiginoso aumento dei prezzi. E nelle stesse ore gli eltsiniani di «Russia democratica» hanno indetto uiucontro-comizio davanti alla «Casa bianca», dicendo di aspettare 70 mila persone. Ma diversi partiti temendo un fiasco, si sono ritirati, e visto il malcontento per l'aumento dei prezzi, i comunisti potrebbero per la prima volta portare in piazza più folla dei loro avversari. Eppure la riforma sembra dare i primi frutti. Nei negozi di Mosca sono tornati cibi scomparsi da anni, anche se a prezzi inavvicinabili per il 90% della popolazione, gettata al di là del limite di povertà dall'iperinflazione. Eltsin ha dimostrato di non voler tornare indietro, ed un suo uomo, Anatolij Chubajs, ha annunciato che già questo mese partirà la privatizzazione, pur con dei limiti per gli investitori stranieri. Entro la fine di quest'anno verrà privatizzato il 25% delle proprietà statali, con un introito di 100 miliardi di rubli, mentre nel commercio la misura toccherà il 70% delle imprese. La Russia è anche la repubblica meno interessata a sollevare i limiti alla circolazione delle merci all'interno della Comunità. Su questo punto è quindi probabile che i primi ministri della Csi non arriveranno a nulla, anche perché l'Ucraina ha deciso di introdurre una propria moneta a maggio, e la Moldavia ha fatto sapere di non poter pagare il debito estero, ma di voler introdurre i visti di ingresso. L'altra questione all'esame dei capi di governo è il finanziamento e l'approvvigionamento di un'Armata sempre più contesa. I Parlamenti russo e ucraino si sono scambiati stizziti messaggi, quello di Mosca chiedendo l'unità della Flotta e minacciando di esigere la restituzione alla Russia della Crimea. Quello di Kiev insistendo a pretendere le navi e rifiutando di discutere sulla Crimea. Il Soviet ucraino ha concesso maggiori poteri al Presidente Kravchuk, incaricandolo di sostituire il governo del moderato Vitold Fokin. Eltsin potrebbe avere buon gioco nel promettere ai militari di finanziare da solo tutto l'esercito. Il decreto per la creazione di un ministero della Difesa e di un esercito russo sarebbe già sul suo tavolo. [f. s.]
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