Zattera dell'orrore dal Marocco
Zattera dell'orrore dal Marocco Partiti in 300 per la Spagna, due annegano per sfuggire alla Guardia Civil Zattera dell'orrore dal Marocco In 20 soffocano, i compagni li buttano a mare MADRID NOSTRO SERVIZIO Sempre più frequenti, sempre più drammatici, sempre più di massa, gli sbarchi clandestini dei nordafricani del Maghreb sulle coste spagnole. L'ultima «invasione», la più numerosa mai registrata finora, di quelli che sono stati soprannominati i «boat-people del Mediterraneo», s'è verificata alle luci dell'alba di lunedì scorso sulla spiaggia di £1 Ejido, in provincia di Almeria, sul litorale dell'Andalusia. Da un peschereccio e da due «pateras» - vecchie barche munite di potenti motori - hanno cercato di raggiungere la Spagna più di 300 persone. Il bilancio dello sbarco è tragico: due marocchini sono affogati, altri 20, secondo le prime testimonianze, sarebbero morti durante la traversata, durata più di 24 ore, soffocati dalla calca che stipava il peschereccio e gettati in mare. Più di 110 immigranti illegali sono stati arrestati tra giovedì e ieri, mentre le forze dell'ordine rastrellano tutta la zona alla ricerca degli altri 190. La scoperta di questo sbarco di massa, la terza ondata che si registra sul litorale di Almeria da dicembre, è dovuta non alla vigilanza della Guardia Civil, bensì ad una guardia privata di un lussuoso residence di Almerimar, che, dopo essersi imbattuto in un maghrebino bagnato fradicio, ha dato l'allarme. La Guardia Civil, accorsa in forze, ha scoperto subito dopo, a poche decine di metri dal porto, il peschereccio e le due «pateras». I nordafricani, vistisi scoperti, si sono buttati in acqua: 70 sono stati arrestati immediatamente, altri 41 ieri. Ed alcuni marinai del porto, che collaborano spesso nella ricerca dei clandestini, hanno rinvenuto i corpi delle due vittime. ■ Mentre proseguono i rastrellamenti - «all'operazione partecipano una compagnia, 100 militari della "Benemerita", elicotteri della polizia e navi della Marina», ci dichiarava ieri un portavoce della Guardia Civil di Almeria - i nordafricani arrestati, tutti marocchini, sono stati portati nel commissariato di El Ejido e sono ora interrogati dal giudice istruttore. Dalle testimonianze dei nordafricani è emerso che 20 loro compagni sono morti durante la traversata e che i loro corpi sono stati buttati in mare per alleggerire la barca, a bordo della quale sono stati rinvenuti 10 chili di hashish. L'odissea, cui hanno partecipato anche tre donne, era cominciata il giorno prima a Nador, in Marocco, che dista, via mare, 70 chilometri da Almeria. Il costo del tentativo di sbarco varia, in genere, dalle 600 alle 800 mila lire. Una vera e propria fortuna per i poveri marocchini, che si portano dietro acqua, viveri ed un ricambio di indumenti asciutti. Fino all'an¬ no scorso, gli approdi venivano scelti nell'area dello stretto di Gibilterra, soprattutto vicino ad Algesiras. Ma qui la polizia vigila ormai costantemente. Il litorale di Almeria e Granaria è più distante, ma meno pattugliato. I 110 arrestati verranno espulsi immediatamente, probabilmente oggi, con un ferryboat noleggiato ad hoc e restituiti ad Hassan II. In Spagna è in vigore, dal 10 dicembre, una legge contro l'immigrazione clandestina. Il ministero degli Interni di Madrid ha legalizzato, fino a quella data, 133 mila lavoratori fino ad allora clandestini. Per risiedere in Spagna bisogna avere il passaporto in regola (per i nordafricani, da maggio, è obbligatorio il visto), ed essere in possesso di un permesso di lavoro. Chi non è in regola viene espulso. Molti dei marocchini arrestati avevano cercato, senza riuscirvi, di regolarizzarsi prima del fatidico 10 dicembre a Barcellona. Il miraggio dell'Europa non è stato però dimenticato, anche se costa i risparmi di una vita e, molte volte, la pelle. Gian Antonio Orlghi
Persone citate: Gian Antonio, La Guardia
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