Craxi replica a Occhetto di Francesco Cevasco

Craxi replica a Occhetto Craxi replica a Occhetto «Ilpds mai con l'attualepsi? Questa me la voglio segnare» MILANO. Un discorso da presidente del Consiglio. Un programma economico che impegna una legislatura. Bettino Craxi ha cominciato ieri, da Milano, a presentare il «programma elettorale socialista '92». Ma sembrava di ascoltare il primo ministro che prenderà servizio dopo il voto di aprile. Ha descritto che cosa dovrà fare il prossimo «governo per la ripresa», quello che «dovrà prendere di petto la crisi». Ce n'è per tutti: macchina dello Stato, imprenditori grandi e piccoli, forze sociali. 0 danno vita a un patto, a un lavoro comune, di cui Craxi si candida implicitamente al ruolo di regista, oppure addio Europa, addio riscatto economico. C'era tutto lo stato maggiore nazionale del psi ad ascoltarlo e c'erano i rappresentanti della Lombardia che lavora e che produce. Un accenno alle difficoltà politiche del momento: «L'obbiettivo di un buon governo e la possibilità di realizzare un buon programma non sono dietro la porta. Tutt'altro. Molto dipenderà dall'esito delle elezioni e dalla possibilità di riportare chiarezza in una situazione che si è fatta molto confusa». Poi la diagnosi della malattia-Italia e la terapia-Craxi. «Le nostre maggiori difficoltà: l'enormità del debito pubblico che assorbe ima parte eccessiva delle risorse; un'inflazione troppo alta; una caduta degli investimenti e una perdita di competitività delle nostre imprese che fa pesare una grande minaccia sui livelli occupazionali». Come cura, il dottor Craxi propone, oltre a una «tregua su prezzi e salari che sia il risultato di un consenso di tutte le parti, del mondo della produzione e del mondo del lavoro», tre ricostituenti per «irrobustire il sistema produttivo, difendere e far crescere l'occupazione, riequilibrare la finanza pubblica salvaguardando le fasce più deboli». E sono: «Un complesso di grandi iniziative pubbliche, una nuova politica industriale, la riorganizzazione delle politiche sociali». In altre parole: dare una svegliata alle nostre imprese pubbliche che oggi «soffrono di inferiorità competitiva»; dare una mano alle imprese private, soprattutto alle piccole e medie; dare una ridimensionata allo «Stato sociale» ammodernandolo, non smantellandolo. Fuori dall'ufficialità del discorso, Craxi aggiunge un pizzico di ottimismo della volontà: «Prima di tutto bisogna ricreare un'atmosfera di fiducia perché, se cominciamo a fasciarci la testa prima di essercela rotta, non andremo da nessuna parte». Il segretario del psi e, ancor più il Candidato alla presidenza del consiglio, si rivolge agli imprenditori privati e ai sindacati. Definisce un «fattore essenziale per il programma di ripresa la partecipazione attiva del capitale e dell'imprenditoria privata sia al programma delle spese pubbliche sia al rinnovamento delle politiche industriali». E indica come «necessaria la collaborazione delle forze sociali alla riorganizzazione dello Stato sociale». Poi, e vale per tutti: «Fortunatamente non siamo affatto all'anno zero. E tuttavia è necessario accelerare il passo». Qualche esempio, delle cose' da fare «in tempi accelerati», non guasta, per capirsi meglio: «Il nuovo traforo del Brennero, il nuovo valico sull'Appennino tra Firenze e Bologna, l'attraversamento viario dello Stretto di Messina. Penso all'idea di una Città dello Stretto, agli interventi nelle grandi aree metropolitane, alla modernizzazione delle reti tecnologiche, all'alta velocità nelle ferrovie, ai porti, alla casa, ai beni culturali». «Non un libro dei sogni, ma un programma possibile: l'esperienza insegna che una buona medicina - spiega il medico Craxi - somministrata al momento giusto consente di riprendere il cammino dello sviluppo. Tante volte ci siamo trovati a dover combattere un catastrofismo tanto inavverato quanto predicato. Di vera catastrofe, in questi anni attorno a noi ce n'è stata una sola, grande storica, enorme: quella del comunismo». E, a proposito di post-comunismo, Craxi ha risposto con un: «Ah, questa me la segno...» a Occhetto che gli aveva mandato a dire: sarà impossibile un'alleanza con te finché sosterrai Cossiga. Francesco Cevasco Il segretario socialista Bettino Craxi: «Alt al catastrofismo. La vera catastrofe di questo secolo è stato il comunismo»

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