Un fiore dal Sud Corea

Un fiore dal Sud Corea Un fiore dal Sud Corea Anche la Hyundai, in crescita punta sulla difesa delVambiente Difesa dell'ambiente significa soprattutto migliore qualità della vita. Per la sua tutela l'industria automobilistica mondiale ha effettuato massicci investimenti (la Fiat, ad esempio, ha deciso di stanziare la bellezza di 2600 miliardi entro il 1993). Lo scopo è di risolvere i problemi che la riguardano e che, in questo momento, fanno parte della cronaca. La catalizzazione delle vetture permette di ridurre del 90 per cento le immissioni nocive dai gas di scarico, eliminando praticamente l'inquinamento atmosferico prodotto dai motori. Bisognerebbe allargare la lotta anche alle altre fonti nocive, ma il discorso qui si farebbe troppo ampio. Anche la Hyundai, la principale fabbrica del settore in Sud Corea, ha operato - per convinzione o necessità - la scelta verde. La Casa orientale, che in Italia distribuisce vari modelli (Pony, Lantra, S-coupé e Sonata), ha presentato nella ecologica cornice del centro termale di Saturnia l'intera gamma delle sue vetture catalizzate. In Italia, a partire da subito, tutte le vetture sono vendute soltanto con marmitta catalitica. Hyundai non produce auto diesel. La Corea del Sud rappresenta per l'Asia una crescente realtà economica con i suoi tassi di crescita, tanto da infastidire lo stesso colosso giapponese, non soltanto nel campo dell'auto. Questo Paese è riuscito infatti a trovare la strada dello sviluppo e a crescere con continuità basandosi su un sistema industriale moderno ed aggressivo. Negli ultimi trent'anni il prodotto interno lordo è cresciuto a un ritmo del 9 per cento annuo e il reddito prò capite è arrivato nel 1991 a 6 mila dollari, il che ha permesso alla domanda interna di compiere un balzo in avanti. In una analisi condotta recentemente da esperti economici internazionali è risultato che la Corea ha sempre indirizzato le risorse prevalentemente agli investimenti. L'industria automobilistica non si è sottratta a questa filosofia produttiva. Giovane, ma combattiva, sta progressivamente liberandosi dalla dipendenza tecnologica del Giappone e può contare su un mercato interno sempre più ricettivo. Le sue vetture sono riuscite a far breccia nello stesso Giappone (terzo produttore mondiale dopo Usa ed Europa con 10 milioni di unità) e nei Paesi occidentali. Secondo le prime stime, nel 1991 la Corea avrebbe venduto nel mercato interno quasi un milione di vetture (nell'88 erano appena 300 mila), 140 mila nel Nord America e 44 mila 500 in Europa. Il primo costruttore è proprio la Hyundai che, con 32 mila dipendenti, ha prodotto complessivamente l'anno scorso 757 mila auto, di cui 300 mila nell'impianto in Canada. Le previsioni per il '92 sono di 950 mila unità. La società fa parte della «Hyundai Corporation», un colosso industriale con oltre 100 mila dipendenti e un fatturato vicino ai 40 mila miliardi di lire.' Le altre due Case automobilistiche del Paese sono la Kia (che nel 1991 ha costruire 319 mila vetture) e la Daewoo ( 196 mila). Tutte e tre sono collegate a nomi del settore molto noti: la Mitsubishi per la Hyundai Automobili (la società giapponese ha una partecipazione azionaria tra il 15 e il 1 8%), la Mazda e la Ford per la Kia e la General Motor per la Daewoo. Le automobili Hyundai non sono ancora molto conosciute nel nostro Paese, ma - come ha detto l'amministratore delegato della filiale italiana Giulio Del Pietro - «siamo soddisfatti del nostro bilancio di vendite nel 1991 e contiamo di fare ancora meglio nel '92 e in futuro. L'anno scorso abbiamo consegnato in Italia oltre 7 mila vetture (erano state 2600 nel 1990) e nel 1992 contiamo di portarle a 10-11 mila. L'inizio d'anno è stato promettente e in gennaio abbiamo immatricolato 1225 auto. L'obiettivo è di arrivare all'I per cento del mercato italiano entro il 1995». Anche se si tratta ancora di piccoli numeri, la Hyundai guarda al nostro mercato con grande interesse. Per questo la filiale italiana procede nella costante evoluzione organizzativa e nel potenziamento della rete di vendita e di assistenza, composta oggi da 139 concessionari, da oltre 200 punti autorizzati e da un centro di approvvigionamento dei ricambi a Settimo Torinese «in grado sostengono i tecnici - di soddisfare le richieste in 48 ore al massimo». E gli investimenti di marketing sono di un milione di lire per ogni vettura venduta. «Investimenti che potrebbero - ha concluso Del Pietro - aumentare in futuro». Un'azione mirata all'immagine, che è partita puntando soprattutto sul controvalore del prodotto. Renzo Vi Ila re

Persone citate: Del Pietro, Lantra, Sonata