Stefania, Manuela, Deborah un tris di regine per il podio di Cristiano Chiavegato

Stefania, Manuela, Deborah un tris di regine per il podio Stefania, Manuela, Deborah un tris di regine per il podio L'Italia può calare sul tavolo da gioco delle Olimpiadi un tris di Regine. Basterà per portare a casa metallo prezioso? In teoria la risposta è affermativa: Stefania Belmondo e Manuela Di Centa nel fondo, più Deborah Compagnoni nello sci alpino, sono ragazze da medaglia. Lo hanno ampiamente dimostrato nel corso delle gare di Coppa del Mondo, dove la piemontese si è affermata a ripetizione, la camica ha dato un valido contributo in un successo della staffetta azzurra e la valtellinese ha ottenuto una splendida affermazione nel SuperG, una delle specialità più spettacolari e diffìcili dello sci veloce. Tre atlete tanto diverse fra loro, accumunate però da una dote, la grande volontà. Non si spiegherebbero altrimenti i risultati della Belmondo, sopprannominata «lo scricciolo» di Pietraporzio per la figura minuta, della Di Centa sovente alle prese con diversi malanni e della Compagnoni, una fuoriclasse sinora bersagliata dalla sfortuna. Tutte hanno saputo in qualche modo reagire alle avversità, ai problemi, con uno spirito combattivo incredibile, coltivando un indubbio talento naturale grazie alla costanza e alla determinazione. Prendiamo Stefania Belmondo. Da ragazzina era un fenomeno, vinceva tutto. Giunta ai vertici giovanissima (ha compiuto in gennaio 23 anni e nel fondo femminile normalmente dominano le trentenni) si è trovata a lottare contro un autentico fenomeno di questo sport, la russa Elena Vialbe. Una fuoriclasse dotatissima capace di infliggere alle avversarie dure lezioni, distacchi pesantissimi. L'azzurra non ha perso coraggio, anzi. Ha migliorato e aumentato gli allenamenti, ha perfezionato la tecnica, ha faticato e sofferto, si è imposta enormi sacrifici. Fino a elevarsi alla pari della Vialbe, per contenderle a ogni gara la vittoria. Per la Di Centa, ventinovenne di Paluzza, in lizza ormai da un decennio, la seconda gioventù è arrivata lo scorso anno, ai mondiali di Val di Fiemme, quando seppe conquistare tre medaglie di bronzo, 5 e 30 chilometri, più staffetta. Un rilancio completo per un'atleta dal carattere forte che ha saputo superare periodi difficili, incomprensioni, litigi con lo staff federale, giungendo persino ad abbandonare lo sport. Una ragazza che ama anche fare pretattica, che sa arrivare alla miglior forma nel momento giu- sto, dopo essersi tenuta un po' nascosta. Un orgoglio enorme e anche il piacere di essere primadonna senza rinunciare a una femminilità prorompente. Potrebbe essere, insieme alla Belmondo, alla mammina Bice Vanzetta e a Gabriella Paruzzi, l'elemento di forza della staffetta. Ma aspettiamola anche nelle gare individuali, perché non rinuncerà a un piazzamento di prestigio. Abbiamo lasciato per ultima Deborah Compagnoni, la ventunenne sciatrice di Santa Caterina di Valfurva. Ma se c'è una candidata quasi sicura al podio è proprio lei: slalom, gigante e superG. In tre specialità questa formidabile atleta potrà esprimersi al massimo. Lo ha dimostrato in Coppa con una serie di piazzamenti sempre vicini all'affermazione totale. E se non mancasse per cause di forza maggiore l'abitudine alle discesa libera, Deborah sarebbe anche una sicura candidata alle medaglie della combinata. La velocità è la sua passione, ma una doppia operazione al ginocchio, ancora recente e dolorosa, le impedisce per il momento di rischiare più di tanto. Belmondo, Di Centa, Compagnoni, tre modi diversi di essere donna e campione. Culture differenti sparse sulle Alpi, quasi a completare tutto l'arco delle montagne d'Italia, dalle Marittime alle Carniche. Da una parte le fondiste, sacerdotesse della fatica che affrontano gare sino a non molto tempo fa teatro solo di imprese maschili (il fondo femminile è entrato ai Giochi nel 1952, a Oslo, mentre lo sci alpino aveva debuttato nel 1936). Dall'altra l'eclettica fuoriclasse della tecnica, del coraggio e della forza. Una sfida, la loro, che potrà anche incendiare i Giochi. Cristiano Chiavegato Belmondo, Di Centa e Compagnoni tre belle ragazze decise ad arrivare Deborah Compagnoni (sopra) può salire sul podio in tre gare (slalom, gigante e superG) come Stefania Belmondo (sotto) e Manuela Di Centa (a lato) che nel fondo rivaleggiano con nordiche e russe

Luoghi citati: Italia, Oslo, Paluzza, Pietraporzio, Valfurva